"Wҽ αɾҽ ιɳ 1980" α ɯɠϝ ʂƚσɾყ

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7:40
Come ogni persona sana di mente che si rispetti, ero ancora coperto dalle lenzuola, i raggi del sole passavano attraverso le tende, che la sera prima mi ero dimenticato di chiudere completamente, e il "bip" dei messaggi su Discord cominciava a farsi sentire, purtroppo.

Abitavo da solo, probabilmente se fossi stato con i miei genitori mi avrebbero cacciato di casa dopo poche ore, sentendo tutte quelle urla, nel mentre che tentavo di registrare i video. Non lo faccio da molto, sono si e no 2 mesi.

Decisi di alzarmi, mi venne in mente il mio amico Piadina che probabilmente era ancora nei suoi sogni e non si sarebbe svegliato prima di mezzogiorno. Mi correggo, vivo con qualcuno, peccato che durante il giorno sia "assente" per così dire. I suoi orari notturni ne sono la spiegazione, non che io scherzi molto su questo argomento.

Scesi al piano inferiore per preparare la colazione, ovviamente solo per me, quello scalmanato del mio coinquilino poteva anche arrangiarsi. Stavo dicendo, all'improvviso mi vennero in mente scene della notte scorsa e mi ricordai di quella ragazza.
Pensai "Perché non provo a vedere se ha qualche social" non avevo la minima idea di come fare, l'unica informazione che avevo su di lei era... Beh il genere musicale preferito, che non mi avrebbe condotto a nulla.

Chiesi in prestito a Piadina il suo telefono, e vi starete chiedendo "ma perché non usi il tuo?"
Vi devo forse ricordare il titolo del libro?
We are in 1980, Instagram NON esisteva, il massimo che mi ero concesso era Facebook, apprezzate lo sforzo.

Cercai qualche possibile traccia che mi potesse ricondurre a lei, ma nulla.
Forse mi stavo creando nella mente troppe paranoie, infondo avrei potuto incontrarla di nuovo.

Decisi di chiamare Piace.
"Hey goblin"
"Ciao Jeryck! Stai bene? Ieri sembravi stressato, vuoi parlare?"
L'unico che si è preoccupato per me.
L'unico.
"Tutto bene tranquillo-"
"Jeryck ti conosco non stai bene, alle 8 sotto casa tua, facciamo un giro"
Pochi istanti dopo sentii lo squillo del telefono, segno che aveva riattaccato.

Se ve lo state chiedendo, sì, ero abituato anche a tutto questo.
Magari non ho una vita così interessante come può sembrare, infatti avete ragione, a volte era una noia mortale,

apparte per quelle persone che però fanno la differenza.
Mi preparai il più velocemente possibile, e scesi le scale.
"Piadí io esco!" ammonii il mio amico

"Con quella ragazza di ieri?" chiese, al sentire queste parole mi mancò un respiro

"No, esco con Piace, ma tu come fai a saperlo?" "Parli nel sonno amico mio" disse e la sua frase venne seguita da una risata ironica, mi lasciò un po' spiazzato a quella risposta, ma non ci diedi peso.

Dopo pochi istanti sentii suonare il citofono e aprii la porta aspettandomi di trovare davanti ai miei occhi il piccolo ragazzo castano, non lo vidi.
Abbassai lo sguardo e a terra era appoggiato un biglietto di carta, che rischiava di volare via a causa del vento. Lo presi.

"Ti aspetto sta notte nel parco. Non mancare.
La ragazza senza nome~"

Mi venne da sorridere d'impulso, forse ero veramente felice di rivederla.

"Hey che fai Jeryck?" disse una voce che riconobbi senza nemmeno guardare chi fosse.

"Oh nulla, ciao Piace" andai ad abbracciarlo, ne avevo un forte bisogno.
Notai il minore arrossire teneramente, pensavo fosse normale, tra amici intendo. Che male ci sarebbe?

"Che cos è?" chiese indicando il bigliettino che tenevo in mano

Non avrei mentito su questo, sapeva che ci fosse qualcosa che mi turbava, non ne valeva la pena. "Ieri ho conosciuto una ragazza al parco, ascolta la mia stessa musica! e mi ha lasciato questo" Piace lesse velocemente il contenuto del biglietto, e sorrise, però in modo, come dire, strano.

"Che c'è? Non sei felice?" lo interrogai

"Si che sono felice, ma non vorresti passare un po' di tempo con il tuo migliore amico?"

Gli sorrisi comprensivo "Dai ci vediamo solo oggi, domani posso venire a dormire da te? Così ti faccio compagnia" Alla proposta il minore sembrò quasi immediatamente rinvigorito, strabuzzò leggermente gli occhi e mi avvolse tra le sue piccole braccia.