Rimuginavo sui miei pensieri, scarabocchiavo qualche schizzo sul taccuino che Ettore mi aveva domandato di prendere, per segnare i punti del gioco. La mia mente vagava ovunque: non prestavo attenzione a ciò che mi stavano dicendo, ogni tanto mi incantavo, e fissavo il vuoto. Se solo qualcuno si chiedesse il motivo per il quale sono così sovrappensiero. No. Sono troppo concentrati in questo momento, non vorrei rovinare anche a loro il buon umore.
"Jeryck salvami tu ti prego!" disse Piace supplichevole
"OH no caro mio, ora tu vieni qui e ti lasci prendere, non chiedere aiuto al tuo vecchietto"
"JERYCK???" domandava il minore, non stavo ascoltando, e neanche la voce di Piace starnazzante nelle mie orecchie, mi avrebbe svegliato da quello stato di trans
"SI TI HO PRESO!" disse Ettore seguito a ruota dalla voce esultante degli altri
"Jeryck ci sei?" mi chiesero in coro
"Ah si scusate, mi ero un attimo distratto" risposi giustificandomi
"Beh io nel frattempo ho ammazzato il tuo amore, mi dispiace"
Non capivo perchè lo definissero "il mio amore", siamo migliori amici da quando eravamo dei bambini, questo è vero. Però una strana sensazione percorreva in me, quando udivo la sua voce mi sentivo a casa, lui è stato l'unico a capirmi, c'è sempre stato per me. Sapevo in fondo che i miei sentimenti per lui andavano ben oltre l'amicizia, tuttavia non volevo ammetterlo, per ora.
Una passeggiata. Mi serviva una passeggiata per schiaririmi le idee, erano quasi le nove di sera, dunque di lì a poco avremmo dovuto staccare. Mi sarei inventato qualcosa, una scusa per andare.
"Ragazzi, non posso fermarmi a parlare, ho ancora due capitoli di chimica da recuperare" dissi, interrompendo il discorso
"Certo Jeryck, non ti preoccupare, ci vediamo domani" rispose comprensivo il più grande
Li salutai, e sospirai felice che non abbiano insistito a farmi restare, il fatto non è che non mi piace la loro compagnia, anzi, è solo che ultimamente ho troppe cose per la testa, vorrei tanto poterli incontrare...in un modo o nell'altro
"poco dopo"
Avevo preso una felpa leggera per coprirmi dalla brezza di quella notte di Maggio, e come al solito, prima di uscire, mi assicurai di non dimenticare le chiavi: l'ultima volta mi sono dovuto arrampicare fino alla finestra, ed il giorno dopo le mie gambe quasi cedevano.
Le luci delle case erano spente, apparte in qualche finestra, dalla quale si intravedeva un leggero barlume, che probabilmente apparteneva al pc di qualche ragazzo ancora sveglio. Mi avviai verso il piccolo parco del mio quartiere, anch'esso era illuminato solo dalle luci fioche dei lampioni, mi sedetti sul bordo del ponticello, dava sul fiume che costeggiava la città.
E come ogni notte, ascoltavo le note della mia playlist, con Stressed Out che risuonava nella mia testa, fino a quando la tanto attesa frase non arrivò...
"Wish we could turn back time
To the good old days"Che cosa voleva dire? Ancora non lo sapevo. Certo, chissà quali saranno i miei giorni felici passati; si sviluppavano in poche frazioni di secondo delle immagini impercettibili, nella mia mente, non mi sembrava di aver vissuto quei momenti, non ero io. O almeno così pensavo.
To be continued...
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"Wҽ αɾҽ ιɳ 1980" α ɯɠϝ ʂƚσɾყ
Fiksi Penggemar☾❦༄→ ┊┊┊ ┊┊♬ ┊❆ ✰ "ᴘʀᴏᴘʀɪᴏ Qᴜᴀɴᴅᴏ ᴠᴀɢʜɪ ᴄᴏɴ ʟᴀ ᴍᴇɴᴛᴇ ꜱᴜʟʟᴇ ɴᴏᴛᴇ ᴅɪ ʟᴇᴛ ɪᴛ ʙᴇ" 𝑺𝒐𝒍𝒐 𝒊𝒐 𝒆 𝒍𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒏𝒐𝒎𝒆.