I have nothing of yours

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#Consiglio: leggere questa parte con "Can I Be Him" di James Arthur in sottofondo :)

Erano tante le attività che si potevano fare a New York, la città dove ogni sogno diventava realtà.Quanti attori sono partiti dal nulla ed ora sono diventati gli idoli di miliardi di persone. Fortuna, talento, chi lo sa.

Un sogno Harry c'è l'aveva, ma era così lontano da sembrare distante da lui come una stella nel cielo. Voleva fare il cantante, la musica gli scorreva nelle vene, riempiva le sue giornate.Sognava concerti, gente che acclamava il suo nome, autografi e soprattutto l'essere importante per qualcuno, esserlo davvero.

Tutto per lui era musica: l'acqua che tintinnava nel lavandino, un ramo che raschiava il tronco di un albero, il miagolio di un gatto, il rumore dei tacchi sul pavimento.

Prendeva lezioni di chitarra quando era bambino, poi è andato via di casa e anche quel sogno si era interrotto.

Ne aveva una, sì, ma era troppo doloroso prenderla in mano e suonarla.

Troppi ricordi, gli mancava l'aria. Perché nonostante vivesse a NYC da più di 3 anni, niente poteva essere paragonato alla sicurezza della sua casa ad Holmes Chapel, con sua madre e sua sorella.

Era felice un tempo, poi decise di camminare troppo su un filo che si spezzò.

Dopo la morte del patrigno scappò da ogni responsabilità, negò a sua madre l'amore e l'affetto che solo un figlio può darti in queste situazioni. Fu tutto così veloce, a fatica riusciva ancora a sentire il profumo dei dolci di Anne, il suono della voce di Gemma, il rumore delle campane della St. Luke's Church che alle dodici in punto suonavano per due minuti.

Se non avesse fatto questo passo non avrebbe mai incontrato Liam e Niall, i suoi migliori amici. Erano arrivati quando la bilancia fra la vita e la morte era più pesante dal lato sbagliato. Lo avevano aiutato a riscoprire l'amore, l'affetto, cosa fosse una risata o una battuta. Lo avevano salvato, sì, ma non era ancora completamente guarito.

La pillola la conosceva, la doveva raggiungere.

E fu così che tornò nel posto dove tutto era iniziato, fiducioso che niente fosse ancora finito.

«Liam ciao» questa volta era un semplice cliente «versami un bicchiere» non tardò ad arrivare, non gli rimaneva che aspettare.

Le mani tremavano, le labbra anche. Cosa gli avrebbe detto? Si sarebbe presentato?

Ma soprattutto, voleva ancora far parte della sua vita? Gli avrebbe dato una chance? Gli interrogativi si accumulavano nella sua testa, gli sembrava di impazzire.

«Prima un ragazzo ti cercava» quasi non gli andava l'acqua di traverso «dice di chiamarsi Louis» l'amico guardava Harry stranito. Aveva un colorito pallido, il bicchiere da essere mezzo pieno ora era completamente vuoto, tirato giù troppo velocemente.

«Che voleva?» parlava veloce, l'ansia e l'emozione trapelavano da ogni parola che pronunciava a fatica.

«Voleva vederti, mi ha detto di dirti che hai qualcosa che gli appartiene» confusione, tanta, troppa confusione.

«Sei sicuro che abbia detto così?» si versò un altro bicchiere che bevette con la stessa velocità del primo.

«Mi ha lasciato un biglietto...» cercò nelle tasche quel tovagliolo che gli aveva dato «trovato» lo agitò un po' in aria, non fece in tempo a porgerglielo che Harry glielo strappò dalle mani.

Central Park, 20:30.

Louis

Lasciò dei soldi sul tavolo, sorrise salutando Liam e si precipitò fuori dal bar. Diede uno sguardo all'orologio, mancavano solo 15 minuti, un lasso di tempo che lo separava da Louis, tempo che lo avrebbe portato da lui.

Camminò a passo svelto, si accese una sigaretta. Chiuse gli occhi, entrò nel parco, li riaprì, lo vide all'ombra di un albero che fumava.

Si avvicinò a passo silenzioso, lo scricchiolio di un ramo sotto ai piedi lo fece girare. Terza volta, ancora stesso sguardo, ma questa volta sentiva le farfalle nello stomaco svolazzare. Le farfalle...da quanto tempo non le sentiva.

«Non ho nulla di tuo» la notte calava, le persone tornavano a casa, in poco tempo rimasero solo loro due seduti sull'erba. Le stelle illuminavano i loro visi, il silenzio faceva rumore. Continuavano a guardarsi negli occhi.

«Si invece» la mano di Louis sfiorò quella di Harry, entrambi avevano la pelle d'oca «penso che tu mi abbia rubato il cuore».

Ever Since New York//larry stylsonWhere stories live. Discover now