don't cry, you're in love

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Passeggiavano mano nella mano per la First Avenue. Il tempo non era dei migliori, le nuvole coprivano il sole che giocava a nascondino fra di esse, il veno alzava e spargeva le foglie da ogni lato della strada.

Le donne aspettavano i taxi, i venditori ambulanti cercavano di rifilare agli anziani oggetti inutili, le vetrine dei negozi erano illuminate da luci a neon, potevi passarci accanto e sentire sotto ai piedi l'aria fredda dei condizionatori.

Se ne vedevano pochi in giro, i venditori di rose.

Harry ricordava le storie che gli raccontava suo nonno, quando dopo la guerra in ogni angolo di Manhattan una ragazza annusava il dolce profumo di una rosa ed accanto il suo ragazzo con ancora l'uniforme addosso, nostalgico e patriottico, ma fiero di sé stesso, di essere tornato da lei, dal suo posto sicuro, e la fidanzata lo aspettava anche una vita intera, se era necessario, solo per ricevere in regalo quel fiore, simbolo del sigillo del loro amore.

Diciamoci la verità, il romanticismo di una volta è scomparso, ma non del tutto.

Persone come Harry, cresciute a metà fra i classici racconti dei nonni e i moderni incontri dei suoi genitori, hanno conservato ancora l'essenza e il valore di quei piccoli gesti che ti cambiano la vita.

Alla fine della strada c'era un piccolo negozio colorato, i fiori emanavano un profumo da levare il fiato, davano un tocco di allegria a quella città che aveva perso colore già da tempo.

«Aspettami qui» lasciò la mano di Louis, un'espressione compiaciuta in volto.

Harry si addentrava fra la gente, chiedeva scusa per gli innumerevoli spintoni e sorrideva per farsi perdonare.

«Potrei avere un mazzo di rose?» col fiatone, domandò ad una bambina che aiutava sua madre il mazzo più bello che avesse, quello con le rose più rosse che aveva.

La bambina si guardò intorno, tirò Harry dalla maglietta facendogli segno di seguirla. Aveva le guance erano rosee, gli occhi azzurri e un vestito che si confondeva con i fiori viola e gialli.

Lo portò nel retro, gli indicò una scatola nera in alto, gli chiese di afferrarla.

«Qui la mamma tiene le rose più belle che raccoglie in giardino, dice che solo gli innamorati sanno prendersene cura» la bambina sospirò, ne scelse alcune con cura «sono per la tua fidanzata?» nonostante la sua tenera età era così intelligente da far paura.

Alzò gli occhi per incontrarli con quelli di Harry che intanto reggeva sul grembo le rose e sorrideva.

«Sono per il mio fidanzato» scostò una piccola tenda ricamata a mano che copriva una finestrella con una piccola crepa sul lato destro del vetro, puntò il dito verso Louis.

La bambina era in difficoltà, si arrampicava al muretto che la reggeva sforzandosi di guardare attraverso il vetro.

La prese in braccio, era leggera come una piuma, i capelli biondi ondeggiavano sulla schiena e si arricciavano sulle punte in boccoli morbidi, profumava di vaniglia e giocattoli.

«È lui, non è bellissimo?» si sedette su una sedia, la bambina poggiata sulle sue gambe.

«È meraviglioso» disse, poi con un gesto delicato aprì le mani di Harry e ci poggiò le sue, rideva per la differenza di grandezza.

«Sei innamorato?» la curiosità dei bambini non ha mai fine, gli ricordava sé stesso da bambino, con le sue domande e l'esigenza di avere risposte.

Non arrivava.

Era davvero innamorato di Louis? Il loro sentimento era così grande da poter essere chiamato amore?

«Come ti chiami?» fu la seconda domanda della bambina, lei lo guardava negli occhi, lui aveva lo sguardo fisso e perso sul pavimento.

«Harry» scandì ogni lettera, era spaventato da quell'innocenza, ciò che gli scatenava non aveva un nome specifico.

Erano domande senza malizia, invidia o secondi fini, troppo reali da far male.

«Vuoi sapere cosa dice sempre il mio papà, Harry?» scese dalle sue gambe e con un vecchio giornale, classe 1980, chiuse insieme gli steli delle rose.

«Dice che non saprai mai di essere innamorato fin quando qualcuno te lo chiede. Se rispondi subito è perché sei troppo abituato a quella domanda che ormai il suo significato ha perso valore, se rispondi dopo molto tempo significa che il tuo cuore sa quella risposta che la mente fa fatica ad ammettere» una lacrima scese piano dal viso di Harry, è straordinario come i bambini sappiano più cose degli adulti.

«Non piangere Harry» gli passò la piccola mano sulla guancia, gli asciugò la lacrima e lo accarezzò «sei innamorato».

Posò un bacio sui petali di una rosa, gli diede il mazzo «corri da lui, diglielo, lo renderai felice, la mamma lo è sempre».

Harry la abbracciò, le sue braccia la circondavano completamente, sorrise. La bambina aprì con un'antica chiave in ottone la porta del retrobottega.

«Grazie» fu l'unica cosa che riuscì a dire.

«Finalmente, dove ti...» lo sguardo di Louis passò da Harry ai fiori tra le sue mani. Il viso si era arrossato, dipinto dallo stesso colore dei petali delle rose, gli occhi lucidi.

Harry si inginocchiò lì per strada, davanti a tutti.

A lui non interessava dei giudizi della gente, lui era innamorato.

Cosa c'è di mal nell'amare qualcuno del tuo stesso sesso? Nulla.

Un vecchio amico un giorno gli sussurrò sei parole che gli cambiarono la vita: l'amore è solo per i coraggiosi.

Non si devono porre dei limiti all'amore, è bellissimo così com'è.

«Mi sono innamorato di te, Louis» si alzò in piedi, incrociarono le loro dita e si baciarono, fu il loro primo bacio, e fu meraviglioso. Le labbra erano umide, il bacio dolce e romantico. Sarebbe stato, per Harry, l'ultimo primo bacio più bello di sempre, che non avrebbe mai dimenticato.

Dalla vetrina del negozio la bambina guardava la scena senza dire una parola, sorrideva e basta.

«Guarda mamma!» salì su uno sgabello per vedere meglio, con la mano fece segno alla madre di raggiungerla.

Era una signora sulla trentina, lunghi capelli biondi e una frontiera di margherite che teneva alto il ciuffo, lei e la bambina erano due gocce d'acqua.

La signora la prese in braccio e si abbassò in direzione della finestra, la bambina le mise una mano attorno al collo.

«Lui è Harry» lo indicò col dito, lasciava piccole impronte sul vetro «e quello il suo fidanzato, ma non so come si chiama» il naso così vicino appannava la superficie, ci disegnò un cuore, dentro c'erano quei due pazzi innamorati.

La donna guardava Harry e Louis baciarsi, aveva l'amore negli occhi. Quella comprensione che solo una mamma sa avere, così come la voglia di vedere il proprio figlio o figlia felice con accanto la persona che ama.

«Come fai a conoscerli?»

La bambina rideva, poi indicò la scatola nera infondo alla stanza.

«Avevi detto che potevo darle solo ai veri innamorati, ho fatto bene?» giocherellava con una ciocca di capelli, aveva lo sguardo basso e le gambe intrecciate, temeva un rimprovero che però non arrivò.

Perché avrebbe dovuto farlo? Infondo, era la verità, la bambina era riuscita a trovare il vero amore.

«Hai fatto bene angelo mio» si girarono nella direzione dei ragazzi, gli occhi di Harry incontrarono quelli della bimba e la salutò.

Lei ricambiò felice, passò una mano sul cuore disegnato per cancellarlo, li vide allontanarsi insieme, l'uno stretto all'altro, più innamorati che mai.

Ever Since New York//larry stylsonWhere stories live. Discover now