Capitolo 38: un annuncio

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Ce l'abbiamo fatta. Non posso credere che finalmente l'abbiamo fatto. L'abbiamo fatto ed è stato fantastico. All'inizio doloroso, ma alla fine stupendo. Mi sono sentita come se stessi cavalcando su una nuvola di euforia e di saziata beatitudine e non  mi è dispiaciuto tornare su un terreno solido. Per adesso. Riesco ancora a sentire il dolore e il fastidio palpitante tra le gambe, ma non ci penso, specialmente per il modo in cui le dita di Hero mi sfiorano pigramente la schiena nuda mentre metto metà del mio corpo sopra di lui con la testa appoggiata al suo petto. Siamo stati sdraiati qui non molto tempo dopo aver fatto l'amore. Abbiamo ancora il fiatone e posso sentire la leggera lucentezza del sudore tra i nostri corpi intrecciati.

"Vuoi tornare alla festa?" chiede piano, la sua voce roca come se si fosse appena svegliato dal sonno.

"Non proprio, ma probabilmente dovremmo. Dopotutto è la tua festa."

"Non mi dispiace nascondermi qui... con te."

Sposto il mio corpo in modo che i miei palmi siano appoggiati sul suo petto e il mio mento sopra le mie mani mentre lo guardo. Ha gli occhi puntati sul soffitto anche se so che sa che lo sto fissando.

"A cosa stai pensando?" Sussurro.

Porta i suoi occhi per incontrare i miei prima di dire: "A te. A noi. Cosa significa questo per noi?"

Il mio cuore sussulta alle sue parole e non posso fare a meno di sorridere. "Significa che sono tua. Lo hai detto tu stesso."

Mi fissa a lungo e lo giuro, vedo un lampo di preoccupazione nei suoi occhi. Mi porta la mano sul viso e mi strofina le labbra. Gli mordo scherzosamente la punta del pollice, ridacchiando, ma non sembra trovarlo divertente.

"Perchè sei così serio?" Io metto il broncio.

"Posso dirti una cosa?" dice invece di rispondere alla mia domanda. Questo stuzzica la mia curiosità e annuisco con entusiasmo. Prende un respiro profondo prima di dire: "Voglio parlare a mamma di noi".

"Be ', alla fine lo faremo. È solo che non sono pronta a dirglielo adesso."

"Ma quando?" aggrotta le sopracciglia.

Apro la bocca ma la richiudo subito quando sentiamo bussare dalle scale. I miei occhi si spalancano quando sento la voce soffocata del signor Curtis dire: "Signor Hero, sua madre la sta cercato dappertutto. Ha bisogno di lei e di Josephine alla festa."

Aspetta, sa che sono qui con Hero?

"Arrivo tra un minuto. Puoi andare" urla Hero ad alta voce, evidentemente infastidito dal disturbo. Salta giù dal letto e inizia a vestirsi. Lo osservo per un attimo, confusa dal suo improvviso cambiamento di umore. "Dovresti vestirti. Scendo prima io. Non vuoi che nessuno ci veda uscire insieme dalla porta." La sua voce è tesa e concisa.

"Sei arrabbiato con me?" Chiedo mentre mi metto le mutande.

Non mi risponde e dopo che mi infilo il vestito, si offre silenziosamente di richiuderlo e mi bacia teneramente la spalla nuda. "Voglio fare la cosa giusta per te, Josephine. Devi crederci. Ma non posso fare nulla se non me lo permetti" dice criptico prima di allontanarsi e continuare a vestirsi da solo, il che mi lascia ancora di più confusa. "I tuoi capelli sono in disordine e il tuo trucco è macchiato intorno agli occhi. Potresti volerti sistemareprima di ritornare alla festa."

Si infila la giacca costosa e si aggiusta il papillon i suoi piedi si stanno già muovendo verso le scale. "Ci vediamo al piano di sotto." E poi se ne va.

Dopo essermi sciolta la treccia e pulito le macchie intorno agli occhi, guardo per l'ultima volta il mio riflesso nello specchio. I miei capelli cadono appena sotto le mie spalle in riccioli disordinati e ora sono completamente struccata.  Immagino che questo aspetto sia migliore di com'era dopo che Hero mi aveva lasciata in soffitta.

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