Capitolo 3

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"Mi spieghi che fai in mezzo al corridoio ferma al buio a guardare le foto? È una festa, ma che problemi hai?" ecco come interrompere una magia. Leo aveva proprio ragione.

"Che problemi ho io? Che problemi hai tu. Ti sembra normale che spingi le persone manco fossero oggetti "Che razza di maleducato " pensai.

"Senti non sono io che sta in mezzo ai coglioni, ora se puoi per favore levati".

Mi disse facendo un ghigno fastidioso, che mi sarebbe venuta voglia di tirargli uno schiaffo, che prepotente.

"Ma che razza di ... " non riuscii a finire la frase che gli rovesciai con un colpo tutto il suo bicchiere di sopra per sbaglio

"oddio scusami, che idiota, fatti aiutare "

"ma che cazzo fai cogliona, non toccarmi" ma che reazione, neanche gli avessi rovesciato un'intera bottiglia di proposito.

"Ma che modi hai di rispondere, sai parlare senza insultare?"
"E tu sai muoverti senza fare danno, specie di imbranata, ma poi che razza di cosa hai in testa, Ti sei rovesciata da sola un blue lagoon?"

"è un cerchietto coglione "

"Ah un cerchietto, a 18 anni per una festa ti metti un cerchietto? , ma hai 5 anni ?"

"Sei uno stronzo "

"E tu una ritardata " Urlò andandosene.

Rimasi ancora cinque minuti pietrificata da quella conversazione, ma chi razza si sentiva? Come faceva un ragazzo coì bello fuori ad essere così cattivo dentro, ma dove era cresciuto, fra i lupi? . Non sono mai stata una ragazza che ama litigare, mai stata brava a rispondere, di solito c'era Fabiana ad aiutarmi in queste situazioni, fin da quando era piccola mi difendeva con tutti, dalla maestra che mi rimproverava, al bullo che mi rubava la merenda alle elementari, avrei voluto che ci fosse in quel momento. Uscendo di nuovo fuori mi vennero incontro Leonardo e Ryan e Leo subito mi chiese "Che è successo? Hai una faccia strana ". Come faceva a capirmi così velocemente. Raccontai ad entrambi l'accaduto, anche se ci volle più del previsto, dato che Ryan non capiva ancora bene la nostra lingua e Leo, che era bravissimo in inglese, dovette tradurgli praticamente mezza storia. "what an idiot" dissero in coro entrambi. Scoppiai a ridere, mi stavano rallegrando. Il resto della serata filò tranquillo, anche se non riuscivo a smettere di cercare con gli occhi Edoardo, era come sparito, chissà cosa stesse facendo quel coglione. Si avvicinò Lorenzo verso fine serata chiedendomi come sarei tornata,

"se vuoi ti do un passaggio io, sono con la mia macchina",

disse indicandomi una "Mini Cooper" grigia nel parcheggio.

"Tranquillo non voglio disturbarti chiedo un passaggio a qualcuno dei miei compagni"

"Insisto, voglio assicurarmi che torni a casa in sicurezza e con qualcuno che come me ha bevuto solo un bicchiere a inizio serata e non sta male come lui"

Disse indicando Giacomo che era steso su un divanetto con gli occhi sbarrati e la camicia molto probabilmente sporca di vomito.

"Mi sa che non posso proprio rifiutare" risposi sorridendo.

Nel tragitto in macchina parlammo del più e del meno, scuola, amici, estate, università. Era molto carino, dovevo ammetterlo.

"Come ti è sembrata la festa?" mi disse sfiorando leggermente la coscia, quel gesto era abbastanza esplicito, ma feci finta di niente.

"Bella bella, anche se tanto alcol per troppa poca gente!"

"Hai ragione, ogni festa uno su tre è fuori "

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