Cap. 4

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DRIIIIIIIN! MA PORCA MISERIA!

La sveglia mi riporta nel mondo umano, facendomi accecare dalla luce del giorno.

PORCACCIA LA MIESERIACCIA!

Dovrò cambiare sveglia, perché questa ha un suono davvero terrificante, se non altro non sto più assistendo alla cerimonia dei gatti.

I gatti!

Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena dorsale. Arianna respira. Oggi devi andare a lavorare. E domani avrai il weekend libero. Sì, ce la posso fare. Almeno spero.

Scendo dal letto e mi dirigo in bagno. Alzo la tazza del water e mi ci siedo. Prendo il telefono e faccio partire la mia playlist preferita. E parte, quindi, ...OMMIODDIO...Billie Jean di Michael Jackson! È in assoluto la mia canzone preferita! Si vede che oggi sarà una bella giornata. Scendo dalla tazza del water e prendo il mio spazzolino, blu marino, che utilizzo come microfono.

«Billie Jean is not my lover...She's just a girl who claims that I am the one!» comincio a cantare. E, come se non bastasse, comincio a ricreare la mossa di Michael Jackson. Quella dove si mette la mano sul genitale e devi...avete capito, no?

Dopo essermi lavata i denti mi pettino i capelli, che raccolgo, poi, in una coda molto professionale, oserei dire. Mi spruzzo un po' di profumo e mi inciprio il viso. Una leggera passata di lucidalabbra, al gusto di fragole, e di mascara.

Perfetta.

Ora l'outfit.

Oggi, devo avere un aspetto impeccabile, perché, signore e signori..., today arriverà, da Berlino, il capo ufficiale della Designer Association, ovvero il palazzo dove lavoro io.

Decido di mettermi dei pantaloni neri, larghi, che mi arrivano fino alle caviglie. Una camicia, semplice, bianca e dei tacchi neri a spillo, che adesso che li guardo da vicino assomigliano a quelli di mia nonna (mia nonna devo dire che ha un certo stile), non esageratamente alti.

Mi sento una donna davvero molto importante, tipo Chiara Ferragni. Vado in cucina e afferro la borsa. Torno in bagno a recuperare il telefono e, nel frattempo, mi osservo allo specchio.

Non sono mai stata così fiera del mio aspetto, come adesso. Vado alla porta d'ingresso. Tiro la maniglia. Apro la porta. Esco. Chiudo la porta con la chiave, facendole fare due giri in senso antiorario e parto.

Fuori fa un po' freschino, ma c'è il sole che tiene testa alle nuvole e al vento. Faccio qualche altro passo, quando incontro il mio amico vecchietto spazzino.

«Buongiorno signor Robinson!» lo saluto.

«Oh! Arianna, buon dì anche a te! Come mai così pimpante? Aaaa lo so io...quello è un sorriso dopo una nottata trascorsa con un uomo» mi dice, e poi, comincia a ridere della sua battuta.

«Ma no, signor Robinson! Sono solo felice» dico diventando rossa in faccia.

«Comunque sia, se lo tenga stretto. Le dà un'aria davvero raggiante!» e poi, facendomi l'occhiolino, se ne va.

Non ci posso credere! Anche un vecchietto di mezza età si rende conto che il mio sorriso è a causa di un uomo. Devo essere più professionale, soprattutto ora che vado al lavoro.

Dopo, circa, venti minuti arrivo all'entrata del grande palazzo. Ha dieci piani, e ognuno possiede un tema di colori diverso. Io lavoro su quello con il colore beige.

Entro, e un'ondata di profumo alla lavanda, mi invade le narici. Questo profumo è il marchio del palazzo.

Entro nell'ascensore e premo il pulsante 6. Le ante si chiudono, ed io vengo catapultata verso i piani più alti. Ci siamo. Tra qualche ora incontrerò il capo dei capi, e, magari, potrò ricevere la mia promozione. Al solo pensiero, mi si rizzano i peli. Ok. Arianna, devi essere professionale.

L'ascensore si ferma. Le porte si aprono, ad una lentezza allucinante. La luce del giorno, che trapela dalle vetrate, mi impedisce di aprire gli occhi. E quando, poi, riesco ad aprirli per immortalare questo momento, ecco che dal nulla, compare colei che è stata mandata per la distruzione del mondo, più precisamente, per distruggere la mia sanità mentale, oppure, la mia esistenza. O entrambe. Comunque, stiamo parlando di...

«TU! NEL MIO UFFICIO!» mi urla la serpe.

«Buongiorno anche a te Greta» dico con più calma possibile.

«NON FARE LA SBRUFFONA CON ME, MORELLI! SU, MARCHE!» e così dicendo, punta il suo sottile e ben curato dito verso il suo ufficio.

Ah, dimenticavo di dirvi che Greta è una mia superiore, precisamente il mio capo. Quindi non posso ribellarmi. Già. (Non crediate, comunque, che non ci abbia provato, ma ho sempre fallito, miseramente, nei miei intenti di pedinarla)

Dunque, muovo i piedi in modo, ormai, automatico e mi dirigo verso il suo laboratorio, dove uccide i suoi colleghi e se ne libera delle prove aggiungendo tonnellate di profumo.

La cosa che ho sempre invidiato, di Greta, è il suo ufficio (che sia chiaro, non per il fatto che ha la possibilità di uccidere) ma che, al confronto del mio, non si affaccia su una discarica ma sul Big Ben.

«Appoggia la tua...borsa, se così si può chiamare, sull'appendino. Ah, e non dimenticare di metterci anche la tua...vestaglia...» quanto la odio!

«Certamente!» dico e poso la mia roba. Poi mi vado a sedere sulla sedia che mi sta indicando la strega.

«Oggi, come tu ben sai, arriverà il Signor Kinglake, capo della nostra associazione, e deve essere tutto perfettamente perfetto! E dato che tu lavori, qui, da un bel po' di anni, ti farò l'onore di essere la mia assistente» co...COSA?!?

«Ma non c'era Samanta che faceva la tua assistente?» chiedo, cercando in qualche modo di salvarmi la pelle.

Al pronunciare, però, del nome della sua aiutante, forse la centesima, arriccia le labbra riempite dal botulino, dandole un aspetto da vera mucca.

«Samanta ha scelto di prendere la strada opposta alla mia. Ma tu...non mi deluderai, vero?» e così dicendo, comincia a sbattere, fastidiosamente, quelle sua ciglia finte.

L'ha fatto apposta. Lo sa che avrei preferito buttarmi sotto un treno, piuttosto che fare la sua assistente.

Però d'altra parte, ho maggiore possibilità di sbirciare tra i suoi documenti e, magari, trovare qualcosa che possa buttarla fuori! Ma certo!

«No, assolutamente» e così dicendo comincio a sghignazzare.

''Tu non immaginerai nemmeno quello che ti farò passare'' dico tra me e me. Poi, d'un tratto il telefono sulla sua scrivania squilla. Lo prende e lo accosta all'orecchio.

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SPAZIO PRODUTTRICE: Allora, che ne pensate di Greta? Una tipa tosta, eh?

Inoltre, abbiamo fatto la conoscenza del sign. Robbinson. Che ne pensate di lui?

Se vi va lasciate una stellina e un commento!

Un bacio e ciao! :)

Testa o Cuore? imprevisti in amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora