Capito due

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Fèlicien De La Roche era nato e cresciuto in quella grande villa della nonna paterna lady Elena. La nonna raccontava sempre le storie di fate. La preferita di Fèlicien era quella della fata che dopo aver costruito la villa dove loro vivevano finalmente si poté sposare con la figlia del duca. La nonna quando era piccola aveva visto e parlato con le fate, loro amavano i fiori perché la loro natura era prendersi cura dei fiori. Fèlicien aveva una passione tale per le fate che si era messo in testa di catturare una fata e di fargli esaudire un suo desiderio. Fèlicien era un bimbo di appena cinque anni amava i fiori e gli piaceva vedere il giardino fiorito. La nonna lo chiamava folletto dei fiori perché oltre a far fiorire i fiori anche gli alberi da frutto erano sempre in fiore e facevano frutti ogni giorno dell'anno.
Fèlicien sapeva di non essere un bimbo come gli altri e la nonna era sempre pronta a ricordargli questo, anche il padre di Fèlicien era una fata nera e la nonna non desiderava che il nipote facesse la stessa fine del padre.
Fèlicien si alzò presto quella mattina prese il retino per farfalle e la borsa di tela ci mise: due mele, delle noci e alcune pesce nel caso che avesse avuto fame durante l'esplorazione della foresta che vi era vicino alla villa. La foresta era un piccolo bosco di alberi di querce e betulle, ma dopo il terzo anno di vita di Fèlicien il boschetto aveva cambiato aspetto vi erano alberi di mandorlo, noci e alcuni alberi di castagno... Quel bosco era diventato molto confusionario. Il bimbo era così entusiasto delle sue capacità che aveva fatto crescere alberi senza pensare alle conseguenze dei suoi gesti. La nonna era sempre felice di fare torte di mele e marmellate, quindi il resto non importava.
Quella mattina dopo colazione aveva salutato la nonna e la informò che lui sarebbe andato a caccia di fate. Quel giorno doveva assolutamente catturare una fata. La mattinata stava per finire e Fèlicien vide che c'era qualcosa che non andava, i fiori del bosco erano sfiorati, il suo piccolo cuore si ratristì, aveva usato molte energie per far fiorire i fiori. Seguì la traccia di fiori appassiti e si nascose... Vi era una fata... Una fata nera danzava tristemente...
Fèlicien lo guardava nascosto da un'albero e quando la fata finì di danzare e si accorse che i fiori erano morti si sedette e li guardò con rammarico.
- Smettila!- gli ordinò Fèlicien.
Ashian alzò lo sguardo e vide un bambino della stessa età di uno dei suoi nipoti, assomigliava anche a suo nipote se non fosse per i capelli biondi un po' più scuri e gli occhi verdi di un folletto.
- Smettila di essere triste, i miei fiori stanno morendo per colpa tua!- lo rimproverò il folletto.
- Credi che io sia felice di far morire i fiori?- domandò ironicamente Ashian.
Fèlicien era confuso a parte suo padre non aveva mai visto altre fate nere. Fata nera o no, lui era una fata, Fèlicien impugnò saldamente il retino e catturò la fata come se fosse una farfalla.
- Ora sei mio prigioniero, se vuoi la libertà devi esaudire un mio desiderio!- disse seriamente il bimbo.
Lord Ashian rimase confuso, non si aspettava un tale comportamento. Si tolse il retino dalla testa e prese per un braccio il bambino.
- Per prima cosa non sono il genio delle favole e secondo ora andiamo dai tuoi genitori- disse Ashian autoritario.
Fèlicien si liberò dalla presa.
- Io non ho genitori... Mia madre è morta dopo la mia nascita e mio padre è una fata nera. Lui non mi vuole vedere dice che non sono suo figlio. Vivo con mia nonna. Lei si occupa di me insieme a Clara la mia balia, ma a lei non importa nulla delle fate, dei folletti o dei fiori. - ammise.
- Deve essere triste!- disse Ashian immedesimandosi. Non sapendo cosa dire.
- E tu perché sei così triste?- domandò Fèlicien.
- L'uomo che amavo mi ha spezzato il cuore- confessò la fata. - Gli avevo persino comprato un'anello di fidanzamento.- rispose sospirando.
- Devi essere ancora innamorato di lui per fare questa strage, non puoi innamorarti di un'altra fata?- chiese il folletto.
Ashian rimase in silenzio.
- Se fosse così semplice smettere di amare qualcuno lo farei.- ammise sedendosi per terra.
I due rimasero in silenzio poi Fèlicien fece un sorriso e si avvicinò alla fata.
- Perché non ti innamori di me!- esclamò con felicità il folletto.
Ashian rimase colpito da quelle parole, il folletto prese dalla tasca dei semi di fiori e li mise nel terreno con un po' della sua energia vitale li fece fiorire, prese il fiore e senza lasciare la presa mise il fiore nella mano della fata, con meraviglia Ashian notò che il fiore non appassiva, era da tanto tempo che non teneva un fiore in mano. Le sue ammiratrici e ammiratori dopo lo spettacolo erano soliti regalargli dei fiori che lui era ben felice di accettare.
- Il tuo anello puoi darlo a me- disse Fèlicien.
Ashian rimase in silenzio poteva dare a lui il suo cuore, però era un bimbo quanto tempo ci sarebbe voluto prima di vederlo diventare un giovinetto abbastanza grande da poter amare seriamente? Qualsiasi tempo ci volesse Ashian tirò fuori dalla tasca un'astuccio di legno foderato di velluto, portava sempre con se quell'anello, forse anche a causa di questa sua volontà di non separarsi da esso era ancora depresso, ma adesso non sarebbe stato più un ricordo infelice. Mise al dito del folletto l'anello che si adattò al dito del suo piccolo proprietario.
Fèlicien diede alla fata un bacio sulle labbra, perché era così che aveva sentito che si facesse. Ashian rimase sorpreso non si aspettava un comportamento così precoce in un bimbo.
- Dovresti accompagnarmi da tua nonna per presentare le mie promesse di matrimonio.- disse Ashian con un sorriso.
- Io abito in quella villa con la nonna. - ammise Fèlicien.
Ashian rimase confuso da quella rivelazione... Era un bimbo umano? Non era possibile.
- Fèlicien... Signorino Fèlicien dove siete!- disse una voce femminile.
- Esseri umani- disse Ashian allarmato.
- Ma lei è Clara, la mia balia.- rispose Fèlicien tranquillo.
Ashian non si era ripreso da ciò che aveva scoperto,  un bimbo umano non poteva fare spuntare fiori dai semi. La voce della balia si faceva più vicina e insistente.
- Io devo andare, ci vediamo domani mattina.- disse Ashian.

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