Secondo girone | Kookv

• Capitolo 3 •

Taehyung aveva appena finito di litigare con la sua migliore amica, Handong, per quella che lui riteneva una cazzata. Non capitava spesso di litigare con lei, ma quando succedeva era la fine.

Avevano discusso sul «patto» che aveva fatto con Jungkook e anche sul fatto che lui continuasse a fare boxe.

Handong non era innamorata di lui, si riteneva la sua sorella maggiore e per questo sentiva il perenne bisogno di proteggerlo. Aveva paura che Taehyung si ferisse sia il cuore sia il corpo. Dopotutto questa situazione con Jungkook andava avanti ormai da tre mesi e lei aveva visto perfettamente come gli occhi del suo fratellino si illuminassero ogni volta che vedeva il più piccolo. Non voleva vederlo soffrire. In questi tre mesi ormai non era più solo e soltanto sesso, i due avevano cominciato a fare i compiti assieme e aiutarsi a vicenda. Taehyung non si sarebbe mai dimenticato la fatica che aveva fatto a spiegare a Jungkook il canto di Paolo e Francesca della Divina Commedia, lui amava quel canto a differenza del minore che proprio non voleva leggerlo. Però alla fine erano riusciti a finirlo.

Taehyung, essendo una testa calda, appena finito di discutere con Handong andò al ring. Lui innamorato di Jungkook? Che gran cazzata, non sarebbe mai successa una cosa simile. Come poteva Handong averlo anche solamente pensato?

Sul ring fece botte con un certo Yugem? Yugyem? Non si ricordava il nome, ma non importava in quel momento, dato che gli stava sfregiando il viso. 

***

Jungkook era tornato a casa con una scatola di pasticcini, sapendo quanti il suo ragazzo li amasse. La scatola gli cadde dalle mani non appena vide Yugyeom ridotto a uno straccio: il viso pieno di lividi, sangue che usciva dal naso, occhi rossi e guance incrostate di sangue e lacrime, probabilmente dovute al dolore, Jungkook sapeva che lui non piangeva quasi mai.

Corse da lui e si inginocchiò alla sua altezza — il suo fidanzato era seduto sul divano — le mani che gli tremavano. Voleva toccarlo, ma aveva paura di fargli ancora più male.