She's a Bad mama Jama - Carl Carlton
Con in mano la ventiquattrore mi chiusi dietro la porta di casa. Quella mattina ero uscito più presto del solito, volevo arrivare prima al lavoro, dovevo parlare con uno dei cari stagisti che la sera prima mi aveva fatto fare le ore piccole. Anche se dopo la scoperta della gravidanza nei giorni a seguire non avevo dormito molto, la cosa mi teneva abbastanza sveglio. Ero felice ed emozionato, ed ero innamorato pazzo di lei. Avevamo deciso di dirlo a tutti il giorno di Natale, quale giorno migliore. Mi avvicinai al giornale appoggiato vicino al annaffiatoio abbassandomi, quando mi rialzai sentii la voce della signora Miller che mi salutava. Ogni mattina aspettava che prendessi il giornale per salutarmi e guardarmi il sedere. Ed ogni mattina la salutavo con le dita della mano ed un sorriso. Eppure mi aveva visto nascere... Infilai gli auricolari alle orecchie e mi avviai verso la macchina, la mia Chevy Camaro del 1967. Appogiai i ray-ban wayfarer sul naso guardandomi nello specchietto retrovisore pettinando i capelli con la mano destra e sistemando i polsini ingranai la marcia. Per quella mattina avevo optato per un un vestito blu scuro con cravatta rigata sui toni del blu. Con la testa tenevo il ritmo, schioccando le dita, quella mattina dovevo rovinare qualcuno...ed un sorriso diabolico si impadroní del mio volto. Mi fermai ad un semaforo rosso, continuando a tenere il ritmo schioccando le dita quando vidi vicino a me una macchina con delle ragazze che mi fissavano, le salutai con la mano, ed una di loro sprofondò sotto il sedile. Sorrisi ancora una volta e girai verso l'entrata degli uffici. Entrai nel garage sotterraneo e avvicinandomi all'ascensore con il giornale in mano iniziai a dare un'occhiata alle notizie sempre con la musica nelle orecchie e stringendo il mio labbro inferirore. L'ascensore si fermò due piani prima del mio facendo entrare una signorina tutta curve che mi guardò dalla testa ai piedi. Succedeva spesso, la guardai con uno dei miei sorrisi cordiali ed uscì dall'ascensore, la sentii parlare sotto voce...c'entrava il fondochiena di qualcuno. Sapevo di piacere, ed era una cosa a cui ero abituato, ma ogni volta che succedeva non potevo fare altro che sorridere, non mi dava fastidio, anzi adoravo essere osservato, l'importante era non superare il limite. Oltrepassai la Hall con il mio passo deciso salutando tutti con il mio sorriso, ed al mio passaggio c'era chi si nascondeva o chi mi sbavava dietro. Anche questa era normale amministrazione per me, lo era sempre stata. Entrai nel mio ufficio con la signora Jackson che mi rincorreva. Lei era una signora sulla sessantina che assomigliava molto a Meryl Streep. Tutte le mattine era cosi.
- Oddio signor Salvatore, può fermarsi un attimo? - disse entrando dentro il mio ufficio con il fiatone
- Chi si ferma è perduto mia cara signora Jackson...- dissi sedendomi dietro la scrivania e aprendo la giacca
- Le ho portato tutti i documenti che mi aveva chiesto ieri e ha chiamato già due volte il signor Lucas Parker...-
- Aaaaaaaaaah il mio stagista preferito! -
- Posso farlo entrare? -
- "Deve" farlo entrare! Ho delle cosette da dirgli! -
Così uscendo dalla stanza si apprestò a farlo entrare
I mio sguardo era fisso su di lui, da qualche minuto, e da qualche minuto non lo ascoltavo più...iniziai a girare l'indice e il medio sulle mie tempie. Parlava da mezz'ora, di come fosse mortificato, che voleva essere un avvocato brillante, che io ero il suo esempio e che voleva essere come me..
- Ok, Lucas, mi hai convinto, anzi ti dirò di più, mi hai completamente fracassato le palle! Quindi che ne dici di tornare nel tuo sgabuzzino e non fare più danni per oggi? -
- Grazie signor Salvatore! - disse annuendo
- Si si, va bene! -
Aprìi la porta per uscire, quando rientrò la signora jackson con l'aspirina che le avevo chiesto
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Pezzi Di Vita Con Te
FanficRaccolta di one shot che fanno parte delle mie fanfiction alternate universe Chiamami con il mio nome e Il matrimonio perfetto. In questa serie vediamo di nuovo Damon in veste di avvocato, ma è sempre l'egocentrico ironico che tutti amiamo! E la sua...