Incontro Fugace

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Le luci della metropoli erano le cose che mi affascinavano di più fin da ragazzino. Quel bagliore che risplendeva davanti ai miei occhi, aveva sempre avuto un certo fascino, regalandomi ogni volta, un senso di libertà e di onnipotenza. I grandi palazzi di Milano, mi circondavano facendo da specchio ai fari delle macchine che sfrecciano lungo il corso Buenos Aires, dove era situato il mio studio associato di Fisioterapia. Nel corso degli anni, mi ero sempre chiesto come un tipo come me, fosse arrivato così in alto pur avendo un pensiero fisso: Le donne.
Erano come una droga. Un qualcosa di mistico a cui non sapevo sottrarmi. Un qualcosa di cui avevo ardentemente bisogno. Un bisogno, che da sempre avevo soddisfatto senza remore e ripensamenti. Io ero così, e lo ero sempre stato. E ora, alla veneranda età di trentaquattro anni, potevo vantare una lista chilometrica di amanti davvero niente male. Sicuramente, il mio bell'aspetto, aveva contribuito al mio successo. Chi poteva resistere a degli occhi azzurri come il mare e al capello corvino sempre scompigliato?. Proprio come quella sera, i miei capelli non ne volevano sapere di stare al proprio posto. Li accarezzai con la mano destra con un movimento irregolare cercando di dare una forma decente, mentre con la sinistra, tenevo tra le dita la sigaretta che ormai era quasi finita. Avvicinai l'indice e il medio al mio viso socchiudendo gli occhi dietro gli occhiali da vista, che mio malgrado, dovevo portare per un astigmatismo mal curato. Aspirai quell'aroma di tabacco che ormai mi accompagnava da anni e, che era diventata anche la mia compagna nelle mie scorribande notturne.

« Sei ancora qui? Pensavo fossi andato via... », chiese Mirko, avvicinandosi a me con aria divertita accendendo anche lui una sigaretta. Quest'ultimo era totalmente diverso da me, ma altrettanto attraente. Alto, capelli biondo cenere e occhi verde scuro.

« Sto per andare... », risposi accennando un sorriso lanciando lontano quello che restava della sigaretta e soffiando fuori il fumo che avevo in bocca.

«Mamma mia sento distrutto. L'ultima paziente mi ha fatto proprio penare.», disse cercando di sgranchirsi il collo avvicinandosi a me. « Esci con Saverio Stasera? »

«Stasera no, mi risparmio la botta di adrenalina! »

«Beh, poco male, avrai tutte le ragazze per te! »

«Disse il fisioterapista accasato dai tempi delle elementari! », replicai sorridendo beffardo.

«Amo Claudia e voglio sposarla! E né tu e né Saverio mi farete mai cambiare idea!»

«Guarda che ho gettato la spugna dai tempi del liceo! Non preoccuparti! », affermai sorridendo recuperando il piccolo borsone che avevo appoggiato a terra mettendolo sulla mia spalla.

«Quindi uscirai in solitaria stasera?»

«Ho deciso di farmi una birra e andare subito a casa, anche io ho una certa età, che ti credi? »

«Io credo che sia arrivato il momento per te di trovarti una brava ragazza! »

« ... E anche stavolta farò finta di non averti sentito! E la risposta a quell appuntamento al buio è sempre no! »

« Ma dai, è una mezza parente di Claudia! Se la genetica non mente avrà lo stesso suo bel davanzale! », rispose sorridendo beffardo poggiando la sigaretta tra le labbra.

« Presentala a Saverio! »

« Ma lui è un coglione! »

« Pensavo di esserlo io...»

« Se la cosa può consolarti, si è aggiudicato lui il primato!. »

« Sono quasi commosso... », così dicendo misi le mani in tasca e mi incamminai verso il parcheggio che si trovava non molto lontano da lì.

« Dario! », esclamò Mirko attirando nuovamente la mia attenzione.

« Eh? »

«Stendile tutte! »

Ogni Parte Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora