Il mio corpo ormai alla mercé di Azzurra, si muoveva in funzione di quel bisogno, di quella voglia, di quel capriccio sotto forma di pacco regalo. Quel regalo immaginario, si strusciava su di me ricordadomi che quella metafora mi allettava sempre di più. Il suo sedere, ormai appiccicato al mio pacco, avanzava senza sosta e senza paura innescando in me quella voglia irrefrenabile che mi aveva accompagnato da sempre. Sorridevo come un idiota, mentre le sue mani sapienti mi accarezzavano il viso per poi agganciarsi dietro la mia nuca. Le sfiorai le braccia con le nocche per poi scendere sui suoi fianchi quando sentii qualcosa attraversarmi il cuore da parte a parte. Alzai il capo come se mi stessi svegliado in quel preciso momento, e fu all'ora che incontrai i suoi occhi. I suoi meravigliosi occhi blu-verdi mi guardavano delusi facendomi tremare le ginocchia.
Lei, negò con il capo quasi tra le lacrime per poi correre via nel più totale silenzio.
« Merda! », esclamai ritornando in me.
All'improvviso mi sentii un imbecille. Tolsi le mani dalla mercanzia di Azzurra e mi buttai all'inseguimento di Anita senza dire altro. Corsi per tra la gente per poi lanciarmi verso la porta aprendola di botto. Ancora con il fiatone, mi guardai in torno portando le mani sopra la testa per poi vederla mentre si allontanava tra gli alberi del boschetto di fronte.
« Anita! », la chiamai con tutto il fiato che avevo in corpo facendola fermare per un secondo per poi continuare la sua corsa senza meta.
Corsi verso di lei accorgendomi che aveva difficoltà a camminare tra la terra dove i suoi tacchi a spillo affondavano
« Anita, ti prego vuoi fermarti! »,
« Perché dovrei farlo? Cosa vuoi da me?! »
« Voglio spiegarti come stanno le cose! »
« Ho visto bene come stanno le cose! »
« Non è quello che sembra... »
« Ah no?! Quindi il tuo pisello non era attaccato al suo sedere?! »
« Ok, è quello che sembra. Ma non significa niente per me! Lei non è niente per me! Ero arrabbiato! »
« Eri arrabbiato?! Eri arrabbiato?! Ma fammi il piacere! »
« È colpa tua! Sei andata via con il damerino dopo averlo baciato e io non ci ho capito più nulla! »
« Si dia il caso che sono uscita con lui solo perché volevo troncare! Volevo chiudere quel rapporto che non c'è mai stato! E quel bacio dato a stampo settimane fa, non ha aveva nessun significato per me! »
« Cosa? »
« Hai capito benissimo! Ho chiuso con lui! E tu, tu non hai perso tempo! Mi fai schifo! », gridò avvicinandosi a me mollandomi uno schiaffo sulla guancia destra.
Mi diede quello schiaffo con tutta la forza che aveva lasciandomi di stucco.
Lei, ritirò la mano portandosela al petto con gli occhi pieni di lacrime non cadute prima di girarsi e riprendere il cammino. Sentivo che la stavo perdendo, sentivo che ero arrivato ad un nuovo livello di idiozia. Dovevo rimediare.
« Anita... »
« Vattene via, idiota! », ricominciò la sua corsa tra gli alberi e le luci che sembravano adesso tante piccole stelle, quello che non avevo visto prima. Come quello che era successo con Anita, non avevo guardato oltre la mia gelosia.
Corsi nuovamente verso di lei prendendola per le spalle facendola adagiare ad uno degli alberi che ci circondavano. Lei presa da una rabbia incontrollata inizio a spingermi e a menare di brutto fino a quando riuscì a prenderle i polsi portandoli sopra la sua testa.
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Ogni Parte Di Te
RomanceDario Mancini è un brillante e stimato fisioterapista che ha come unico pensiero le donne. Contrario ad ogni tipo di legame, una sera si imbatte in Anita Velletri, pubblicitaria dolce e intraprendente, che invece sogna da sempre l'amore vero. Le lor...