Aspetta e spera - Traduzione Italiana

Narcissa Malfoy

"Cosa è veramente desiderabile? Un possesso che non possiamo avere. Così, la mia vita è dedicata a vedere cose che non posso capire e ad ottenere cose che è impossibile avere. Ci riesco con due mezzi: il denaro e la volontà".

                                                 - Alexandre Dumas, Il Conte di Monte Cristo

                                                                                          -

                                                                                    Luglio

L'umidità e Hermione non andavano d'accordo. E questo luglio in particolare sembrava deciso a fornire livelli di umidità progettati specificamente per annullare una vita di attenta accettazione di sé da parte di Hermione per quanto riguardava lo stato dei suoi capelli. Non era stata immune ai commenti crudeli che le erano stati lanciati in gioventù sull'aureola cespugliosa che le circondava la testa. E le dava fastidio quanto fossero profondi alcuni di quei commenti. Perché lei era Hermione Granger, un cervello con un corpo e la confezione non avrebbe dovuto avere importanza.

Ma naturalmente, la confezione aveva importanza. E non solo per le persone che la prendevano in giro. Importava anche a lei. Neanche lontanamente quanto immaginava che importasse a qualcuno come Pansy, ma Hermione apprezzava ancora il brivido di sentirsi bella, di sentirsi desiderata.

E quando si viveva nello stesso piccolo appartamento dell'oggetto dei propri desideri, un persistente assalto di umidità rendeva il sentirsi attraenti un compito difficile.

La maggior parte dei giorni, la sua solita routine riusciva a domare il crespo e a forzare i suoi riccioli in qualcosa di gestibile. Questo non era uno di quei giorni.

Si lasciò sfuggire un gemito frustrato mentre fissava lo specchio del bagno, guardando come la sua pozione lisciante non riusciva a trattenere il piccolo esercito di ciocche volanti che lottavano per la libertà in cima alla sua testa.

"Tutto a posto in... oh". Draco sbirciò oltre la porta che aveva lasciato aperta. Un'altra barriera abbattuta. Con l'apertura di tante cateratte e l'assalto di un'umida estate inglese, quelle che una volta erano state fredde acque tra lei e Draco si erano riscaldate, sfrigolando liquide in vapore.

"Non osare ridere di me, Draco Malfoy".

Lui fece una pausa a metà del sghignazzo, l'allegria che ancora si increspava agli angoli degli occhi.

"Non è così male" disse lui, avanzando verso di lei attraverso la soglia del minuscolo bagno. "Avresti dovuto vederlo in Italia".

Hermione sospirò, cercando di appiattire le ciocche eccezionalmente selvagge che le si ammucchiavano intorno alle tempie. La menzione dell'Italia non passò inosservata. Draco aveva cominciato a farlo, sempre più spesso, facendo riferimento a parti della loro vita, le parti che lei non ricordava, in modo casuale. La bobina di segreti che una volta aveva tenuto così strettamente avvolta aveva cominciato ad allentarsi, facendo cadere fili ovunque.

Ma lui aveva già condiviso con lei i ricordi della giornata; la storia della nascita di James Potter a metà del 2004. E si era rivelato essere un bel racconto. Sentimentale in quanto era il momento in cui Hermione era diventata madrina. Doloroso in quanto ancora non lo sapeva veramente. E travolgente in quanto Draco rivelò che era il momento in cui sapeva di volere una famiglia tutta sua. Una famiglia con lei.

Quindi, qualunque cosa l'Italia facesse o non facesse ai suoi capelli, poteva aspettare un'altra mattina, quando cadeva nella lista, insieme alla storia del Natale con i Malfoy. Era diventata piuttosto abile nell'aspettare di conoscere il proprio passato. Aveva passato l'ultimo mese ad aspettare, sperando che l'argomento della diseredazione venisse fuori. Non perché volesse costringere Draco a rivivere quello che era chiaramente un evento difficile nella sua vita, ma perché il non sapere, le speculazioni che si scatenavano nella sua mente, la stavano lentamente uccidendo.