Capitolo 2: Il primo incontro

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La foresta era enorme. Era stato proprio quello il primo luogo in cui ero entrato. Mi trovavo al c'entro di una radura immersa nel verde e circondata da alberi alti quasi cinque metri. Davanti a me fluttuava in aria un cartello di colore crema con su scritto "Livello 1: Confine dell'impero" e sotto questa scritta "Questo è il primo luogo che visiterete, come prima cosa equipaggiate il vostro personaggio con un armatura semplice e un arma di base che vi sono state affidate al vostro arrivo. Per aprire il menù spostare un dito della mano destra verso il basso e scegliete una delle opzioni". Feci come c'era scritto nel cartello e una volta che ebbi agitato il dito, un menù bianco scese dal nulla e mi apparve un insieme di inventari e altri sotto-menù. Non avevo tempo di controllare tutto, la prima cosa che mi diceva sempre mio padre era quella di controllare sempre la presenza del tasto logout quando entri in un gioco per la prima volta. Fortunatamente il tasto c'era. Nessun problema. Equipaggiai la mia armatura che più che nera era blu scuro con una piccola pettorina di ferro grigia e un paio di spalliere. La mia arma era una spada semplice e corta con l'impugnatura arancione. Non male per iniziare ma non abbastanza ovviamente. Me la sarei dovuta cavare con le mie forze. Guardando sulle mie statistiche vidi i miei livelli: vita a 250, vigore a 250, forza a 300, velocità a 300, furtività a 300 e agilità a 350. Non male come inizio. Dovevo subito incontrare la prima città e cominciare ad affrontare qualche quest veloci. Rakenai era una torre divisa in livelli e man mano che il numero di livelli aumentava, più le battaglie si facevano cruente. Si arrivava fino all'ottantesimo livello dove c'era il boss finale. Se riuscivi a battere il boss potevi entrare a far parte di una gerarchia di guerrieri formidabili, gli Extractor, vincitori di innumerevoli battaglie e interminabili guerre. Ovviamente non eri obbligato a seguire questo processo. In questo mondo non era obbligatorio finire il gioco ma potevi anche lasciar perdere la storia principale e diventare un fabbro, entrare nell'esercito, andare a scuola, fare il mercante, mettere su famiglia... insomma un sacco di cose. Ma il mio obbiettivo era quello di diventare il migliore quindi dovevo diventare un Extractor a tutti i costi, poi avrei potuto crearmi una nuova vita nel gioco. Era proprio questo il sogno di Sagaco Zimaki, lo sviluppatore di questo incredibile gioco, creare una società perfetta all'interno della realtà virtuale. Un esempio di perfezione in un videogioco. Fantastico.

Dovevo muovermi alla svelta perché il tempo passa quindi per iniziare eliminai qualche mostro e livellai un po esplorando la foresta. Salii di almeno tre o quattro livelli prima di intravedere solo in lontananza la prima città. Secondo la mappa quella era Ainstaf, la città d'ingresso, chiamata così perché aveva fuori di se l'entrata alla torre. La città era enorme. Tutte le abitazioni si affacciavano su una via principale che portava al cuore della città, la cattedrale. Altre vie più piccole sbucavano dalla via principale e andavano fuori. In queste ultime c'era la zona commerciale: c'erano bancarelle, negozi, bar, fabbri.. un sacco di cose. Le case erano in perfetto stato, perfette. Erano tutte in mattoni e con il tetto rosso. Molto belle e a buon prezzo. Io però ero un solitario, non avevo bisogno di una casa se viaggiavo da solo per arrivare all'ottantesimo piano. Andai avanti per la via principale, molte persone erano ragazzi della mia età e altri invece un po più anziani. Camminando guardavo sempre le bancarelle scrutandone ogni millimetro in cerca di qualcosa che potesse tornarmi utile. Continuavo a camminare tra la gente che passava a destra e a sinistra. Ragazzi da ogni parte del mondo venuti qui per creare una nuova vita virtuale. Mentre camminavo guardavo dove stavo andando ma non chi c'era vicino a me, infatti ad un certo punto qualcuno mi urtò  correndo e caddi assieme al giocatore che mi era venuto addosso. Era un ragazzo alto, con i capelli rossi e con gli occhi marroni. Sembrava un vero e proprio samurai. Aveva una corporatura un po gracile anche se, guardando la sua armatura e la sua arma, si poteva intuire che aveva una grande forza. Aveva una corazza rossa e argento, con le bande oro. La sua arma era una spada a due mani, molto lunga e affilata, l'impugnatura era in cuoio con il fermo per il fodero in acciaio. Davvero una gran bella lama. Il ragazzo si cominciò a massaggiare la testa una volta rialzato da terra. -Ahi! Che male!- continuava a gridare quel ragazzino e ovviamente tutti si giravano a guardare. -Ei scusa amico- dissi -non volevo prenderti contro. È tutto ok?-. Lui fece si con la testa e si alzo. -Mi chiamo Sato, vicecomandante dei" Guerrieri della Neve". Come ti chiami?- chiese lui dopo le presentazioni. -Piacere io sono Kaito, sono qui per diventare Extractor-. Lui si mise a ridere e disse -Non è possibile. È difficilissimo arrivarci a quel livello. Anche alcuni dei" Guerrieri della Neve" voglio diventarlo. Se sei interessato unisciti a noi, così arriverai la in cima in un batter d'occhio-. Io lo guardai un momento. È vero che ero un solitario ma comunque una gilda avrebbe fatto comodo, rimaneva il fatto che io ero solitario e volevo rimanerci. -Grazie ma preferisco andarci da solo. In fondo più le cose sono difficili, più mi piacciono- dissi. Lui mi salutò e mi incamminai nuovamente verso la cattedrale. Da li sarei entrato all'interno della torre e sarebbe partita il mio gioco.

Sword Art Online: RakenaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora