L'intera città era straripante di persone urlanti e di campanellini che annunciavano il messaggio "opzione disabilitata" ogni volta che qualcuno provava a fare log out. Eravamo bloccati in quel gioco e nessuno poteva aiutarci. Molti anni fa, con l'uscita di SAO, le persone non potevano fare il log out attraverso il gioco e il casco non poteva essere rimosso altrimenti il Nervegear (la piattaforma di allora) avrebbe bruciato il cervello alla persona che stava giocando. Anche noi ora eravamo nella stessa situazione. L'unica domanda che mi opprimeva era se qualcuno li fuori lo sapesse o se fosse stato inviato un messaggio alla popolazione. E se i miei appena fossero entrati in camera mi avessero tolto il casco? Allora sarei morto per sempre. Dovevo solo sperare che almeno uno dei due avesse già guardato il telegiornale o su internet. Molte persone continuavano a urlare. Chiedevano aiuto, insultavano i creatori e contro loro stessi per aver preso quel gioco che prima era tutto normale ma che dopo si era trasformato in un'arma di distruzione di massa. A RAO giocavano più di un milione di persone. Questo non era una rievocazione di un vecchio gioco ma un vero e propio olocausto, un genocidio. Da dietro una mano mi afferrò la spalla e mi riportò alla realtà staccandomi dai pensieri che mi assillavano. Sato, il ragazzo che avevo incontrato ieri, era sul punto di mettersi a piangere. -secondo te è vero?- mi chiese con aria afflitta. Non dissi nulla, annuii solamente. Lui capì il messaggio e cercò di calmarsi un po anche se vedevo che stava per scoppiare. -Dobbiamo fare qualcosa, Kaito. Non possiamo rimanere qui senza fare niente.- disse il mio amico. In quel momento intravidi nella sua espressione un pizzico di coraggio e di voglia di vivere. Questo doveva alimentare tutti noi giocatori. -Si ma cosa?- chiesi io cercando di non mostrarmi molto scoraggiato. -Noi dei Guerrieri della Neve sappiamo dove si trova il boss e sappiamo anche come combatterlo. L'unico problema è che siamo in pochi e non si può sapere quanti non torneranno indietro. Per questo se dobbiamo andare allora è meglio arruolare i migliori. Tu vuoi venire con noi?- disse guardandomi negli occhi. L'idea era veramente allettante. In queste circostanze, far parte di ua gilda sarebbe stato veramente utile. L'unico problema è che non volevo. Io ero un solitario. Ma allo stesso tempo non potevo lasciarli da soli a combattere. Presi una decisione che avrebbe messo d'accordo entrambi. -Combatterò con voi. Ma io sono un solitario quindi non mi unirò alla gilda mi dispiace. Ora se voglio essere più forte devo andare ad allenarmi.- dissi e mi avviai. Ero ormai a un paio di metri da Sato e lui mi disse -Grazie... Deiko-. Mi fermai di scatto. Come sapeva il mio nome? Non conoscevo quel ragazzo allora come faceva a sapere il mio nome. Poi, quasi a farlo apposta, suonò una campanella e un messaggio di sistema apparve a tutti i giocatori. Il messaggio diceva "per rendere più divertente e reale il gioco, ma anche per scusarci del poco preavviso riguardo all'evento di natale, noi crearori vi abbiamo fatto un regalo. Lo troverete nel vostro inventario. Arrivederci." Il messaggio scomparve e io controllai subito nel mio inventario. L'unica cosa nuova che trovai era uno specchietto. Lo presi e mi guardai nello specchio. Una luce bianca mi circondo e quando scomparve non ero piu il personaggio che avevo creato. Ora ero diventato veramente io. Era come se io fossi veramente dentro al gioco. Quello ero io nel mondo reale. Mi girai verso Sato e allora capii anche perche mi conosceva. Quello era il figlio di Klein, un amico di mio padre, Shizaki. Ogni tanto mio padre li chiamava a cena e io e Shizaki giocavano tutta la sera agli MMORPG. Per me era come un fratello. Avevamo la stessa età e soprattutto gli stessi interessi verso i vigeogiochi online. Era il mio migliore amico e averlo li era fantastico. Corsi da lui e lo abbracciai. Ero veramente felice. Poi altre due persone, un po grandi abbracciarono noi due. Quando ci staccammo la sorpresa fu eccezionale. A destra mio padre era vestito con un cappotto nero e con una maglietta sempre nera, portava una spada sempre nera e un'altra però bianca. Era bellissimo averlo li vicino in questo momento così spaventoso. Lo abbracciai e mi misi a piangere. -Papa sei qui! Grazie al cielo!-. Anche Shizaki corse ad abbracciare l'altra persona che era li con noi. Era Klein, suo padre. Un vero e propio samurai con l'armatura rossa e la spada lunga. Erano quasi identici ed io ero la copia di mio padre. Infondo lui era il mio idolo: aveva salvato 6000 persone da SAO e la mamma da ALO (un altro gioco uscito dopo SAO). Era un grande. Ad un certo punto una voce disse da dietro mio padre -Ei e a me non mi saluti?-. Quando guardai non riuscivo più a crederci. Anche mia madre era li con il suo vestito rosso e bianco. Tutti loro avevano i vestiti che avevano indossato in SAO, forse con l'evento, chi metteva il propio ID giocatore di SAO riotteneva i vecchi item. Wow. Ora si che questo gioco non mi faceva più paura. -Quando abbiamo sentito la notizia al TG abbiamo chiamato Klein e abbiamo deciso di entrare nel gioco per aiutarvi- disse mio padre. Ero stra felice che fossero tutti qui. Grazie a dio ora eravamo uniti. Potevamo affrontare tutto assieme a loro. Poi però mi ricordai che ora anche loro erano dentro al gioco e che se sarebbero morti, sarebbero morti anche nel mondo reale. In questo momento però non mi importa più di tanto. Loro erano forti e sapevano combattere. Era fantastico averli qui. -Sapete dov'è il boss per salire al 2° piano?- chiese Klein. Shizaky gli rispose prontamente descrivendo il punto preciso, metro per metro. Era nato per giocare qua dentro. Quando ebbe finito mio padre saltò su e disse -Bene. Ora che abbiamo fatto la riunione di famiglia decidiamo come attaccare. Secondo me i ragazzi devono livellare un po e arrivare almeno al livello 15. Inoltre ora faremo un party per controllare i nostri HP in modo che non scendano.- così dicendo creò un party e noi tutti accettamno la richiesta. A questo punto, sotto alla mia barra degli HP in alto a sinistra, apparvero altre barre di tutti i miei amici e genitori. -Ora. Sappiamo dov'è il Boss ma dobbiamo avere altre persone per sconfiggerlo. Ci penseremo una volta che voi avrete livellato.- Noi annuimmo e poi Shizaky (dovrei usare il suo nome del gioco è vero. Quindi "e poi Sato...) spiegò a mio padre che nella gilda a cui apparteneva c'erano ragazzi molto forti. Decidemmo quindi alla fine di far livellare me e Sato e poi di cercare altre persone in grado di aiutarci contro il boss. Finalmente si poteva iniziare a giocare veramente. Ora che eravamo tutti qua potevamo vincere contro qualsiasi boss.