Più piani sbloccammo e più persone riuscimmo a salvare. Era passato più di un anno ormai ed eravamo ancora troppo indietro. L'obbiettivo della vetta sembrava irraggiungibile. Dopo la vittoria contro il boss del primo piano si celebrro la vittoria per giorni e poi si tornò alla normale routine. Da quel giorno si continuò a salire di piano fino ad arrivare al numero 32. In questo anno erano morte più o meno duemila persone. Questo gioco non conosceva limiti alla malvagità. Come si può uccidere solo per creare un videogioco? E se fosse questo il sogno di Zimaky? Inventate un gioco completamente uguale alla realtà dove le persone vivono, crescono, imparano, e alla fine muoiono? Quanta cattiveria in un solo uomo. Con la salita continua ai piani della torre, buona parte dei giocatori vennero sbloccati come i membri dei "Guerrieri della neve" che aumentarono di molto il loro numero e riuscirono a darci man forte per battere gli altri boss. Si formò così un gruppo, La prima linea, che comprendeva tutti i giocatori più forti. Questo gruppo era una speciale divisione della gilda dei "Guerrieri della neve" che ormai aveva raggiunto un gran numero di giocatori. Sato non era più entrato, anche se gli avevano chiesto di fare il vicecomandante. Entrambi ricevemmo la richiesta di entrare ma dovevamo stare con i nostri genitori e tornare fuori di qui tutti insieme. Continuavamo ad uscire tutto il giorno per allenarci. Andavamo in città oppure nei boschi o nelle praterie. I mostri ormai non erano molto forti ed io e Sato eravamo più o meno a livello 40. Questo gioco era meraviglioso ma il fatto di poter morire nella vita vera non mi faceva divertire a pieno. Sato inveve sembrava vivesse per giocare. Non aveva mai paura.
In questo anno avevo imcontrato molte persone in giro per i vari piani. Mi ricordo che un giorno, mentre mi allenavo con Sato nel bosco del 13° piano, sentii un fruscio tra le foglie e all'improvviso un ragazzo dai capelli neri inciampo davanti a noi. Subito ci sembrò ironico ma poi vedemmo una grande ape assassina che procedeva velocemente verso di noi. Con calma estrassi Dark Repulser e poi bastò qualche colpo della skill doppia spada per distruggerla. Il ragazzo ci ringrazio, si alzò e parlammo un po di tutto. Ci raccontò della sua vita e noi della nostra. Quella reale però. Sentir parlare della vita normale... ormai era diventato un desiderio incontrollabile. Non ero l'unico che sentiva la mancanza. Molte persone qui pregavano dio per farli ritornare a casa, alcune speravano che era solo un brutto sogno ma ancora molti continuavano a ignorare che nessun dio ne secchio di acqua gelida avrebbe potuto tirarli fuori. Arrivata la sera, il ragazzo ci salutò e tornammo a casa. Incontrammo anche una docile ragazzina che avrà avuto più o meno 11 anni. Mentre giravamo per la città del 24° piano la trovammo sdraiata a terra. Dei teppisti l'avevano derubata e l'avevano picchiata. Noi l'aiutammo ad alzarsi e poi la portammo a casa. Gli demmo qualcosa da bere e alla fine lei ci raccontò quello che era successo. Dopo la facemmo riposare e il mattino seguente ripartì. Ogni giorno che passa mi sembra di essere sempre di più nel mondo reale. Questo posto è proprio come la normalità. Buoni o cattivi, vincitori e vinti... troppa differenza tra le persone. C'era chi aiutava ma anche chi saccheggiava o depredava i poveri viandanti. Questo era vergognoso.
Passarono altri 6 mesi e un altro po di piani vennero sbloccati. La nostra normale vita continuava tranquillamente, all'allenamento si alternavano momenti di svago con i nostri genitori o da soli. Un giorno mi trovavo al 37° piano dove si trovava il lago più grande del gioco dove si potevano pescare pesci enormi e dove si svolgevano gare e attività legate alla pesca. Avevo aumentato un po la mia skill di pesca e quindi ero abbastanza bravo ma non come altri. Alcuni di loro potevano prendere pesci enormi e bellissimi nel giro di pochi minuti. Il lago era immerso nel verde e circondato da una piccola stradina sterrata dove si potevano fare escursioni o brevi camminate da solo o in compagnia. Un giorno, appunto, mentre pescavo solitario e in tutta tranquillità sulla sponda del lago vidi passare dietro di me sulla strada una ragazza che avrà avuto più o meno la mia età. Aveva i capelli lunghi e castani. Alcuni di loro erano legati insieme a treccia e altri gli cadevabo lungo la schiena arrivando più o meno a metà. Sulla fronte una simpatica frangetta gli dava quel espressione un po infantile ma dall'arma che si pprtava dietro non si poteva presupporlo. Questa ragazza utilizzava una spada, più che altro uno stocco come quello di mia madre, nero e rosso, con l'impugnatura in acciaio argentato. Indossava una divisa da ufficiale dei cavallieri della neve quindi doveva far parte della "prima linea". Quella ragazza era veramente stupenda. Magari potevo andare a parlargli per conoscerla. Ad un certo punto, però, il galleggiante andò a fondo ed io venni trascinato con tutta la canna nel lago. Mentre scendevo sempre più in profondità vidi un pesce gigantesco che mi trascinava sul fondo e pensavo di essere spacciato ma qualcosa mi afferrò per un piede e mi ritirò su, mi tirò fuori e mi guardò. Era quella ragazza stupenda che stava passeggiando. Aveva tutti i vestiti bagnati e anche i capelli. Continuava a guardarmi con degli occhi marroni stupendi. -Ei va tutto bene?- disse preoccupata. Io continuavo a guardarla incantata. -si si tutto bene. Li sotto però c'è un mostro enorme!- dissi un po preoccupato. Lei si guardò intorno e poi cominciò a correre in direzione opposta al lago urlando -Forza corri!- ed io la seguii. Ad un certo punto lo stesso mostro che avevo visto sul fondale uscì dal lago e a quel punto notai le quattro zampe che gli spuntano da sotto la pancia. La ragazza a un certopunto si fermo mentre io continuavo a correre, estrasse la spada, partì alla carica e con un colpo ben piazzato sventrò il mostro a piccoli pezzi. Ero veramente sbalordito. Non ho mai visto nessuno attaccare un mostro così forte. Ero veramente a bocca aperta e quando lei tornò mi disse -Comunque piacere, io sono Siuky.- così dicendo mi chiuse la bocca con la mano e se ne andò.