1. the way you look at me

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Carina pov:

Finalmente sono uscita dall'ospedale, non ne potevo più.
Esco da lì e mi ritrovo come ogni sera da Joe, ormai è come un rituale serale: Amelia, Teddy ed io davanti al bancone a bere tequila.
Quella sera Teddy non era venuta, aveva avuto un problema con un paziente ed è rimasta lì.
"Il solito, grazie Joe" dico, entrando nel locale.
"Anche per me" risponde Amelia seguendomi.
Mi giro un po' perplessa non avendo sentito rumori provenire dalle mie spalle, e diciamolo, Amelia non è una persona silenziosa.
Dopo averla vista ci salutiamo dandoci il cinque, non siamo quel tipo di amiche che sei abbracciamo o si dicono cose dolci.
Ci sediamo ai nostri posti ed iniziamo a bere.
"Hai fatto qualcosa di produttivo oggi Amy?"
Le domando ridacchiando sapendo già la riposta.
"In realtà no" mi risponde tranquillamente.
"Strano, quando mai fai qualcosa?" Le chiedo scoppiando a ridere finita la frase.
Si mette a ridere anche lei.
Dopo qualche secondo si calma e mi dice: "fammi indovinare, anche tu oggi non hai fatto nulla?"
Ovviamente le rispondo di no, come ormai faccio da più di una settimana.
Inizia a raccontarmi della sua litigata con Link e di come lui fosse geloso di me.
Non ho mai capito questa gelosia, io ed Amelia siamo sempre state solo amiche, forse, ma lasciamo stare questo piccolo particolare.
Nel frattempo che Amelia continua a raccontare la storia, siamo riuscite a scolarci un bel po' di shottini.
Alla fine mi racconta il momento hot della situazione, ovvero dopo che hanno litigato.
Sarà che il drink ha un sapore un po' diverso, ma la trovo più bella e più attraente del solito, ed è quando ha iniziato a parlare di come hanno fatto pace realmente che non ci ho più visto.
Con la sedia mi avvicino a lei come per farle capire che effetto mi fa guardarala, trovo semplicemente stupenda la sua risata, con quel sorriso a 32 denti che mi fa andare fuori di testa.
Ma non posso, non posso fare quello che vorrei, devo pensare alle conseguenze, devo pensare a Maya. Io amo maya, e questo non cambierà mai.
Vedo che mi guarda in un modo strano, come se stessimo giocando, cerco di capire qualcosa dai suoi occhi, ma è molto difficile con la mente offuscata dall'alcool. Cerco di captare qualche segnale anche dai suoi movimenti, e di solito ci riesco, ma non stasera.
Da quando ci siamo conosciute siamo state un libro aperto, senza nessun segreto, l'unico è proprio questo, quello di questa sera.
Continua a venirmi in contro, così decido, per gioco, di provarci con lei.
Non ha ancora finito di parlarmi di come è andata con Link, continua a parlare e a parlare, fin quando non fa un piccolo sbaglio.
Inizia a confondersi con le parole, uso questo dettaglio per ricordarle il motivo per cui non è etero, me.
"So perché ti confondi", dico senza pensare a cosa inventarmi dopo.
"A cosa ti stai riferendo?", mi chiede seriamente confusa.
"Ti stai confondendo ed io so il perché"
Mi guarda con un'aria perplessa non riuscendo a capire a cosa mi stia riferendo.
"Carina seriamente non riesco a capire di cosa tu stia parlando".
Dopo questa frase so perfettamente cosa dire, ma non so se voglio.
Alla fine decido, lo faccio.
La guardo in modo deciso, con i miei occhi faccio un giro sul suo corpo e torno a osservare i suoi occhi azzurri.
Mi avvicino e sposto una sua ciocca di capelli dal viso.
"Ci sono ben due ragioni"
"Ah, si?"
"Ebbene si.
"La prima è l'alcool" dico lentamente.
Mi avvicino al suo orecchio.
"L'altra sono io", le sussurro all'orecchio in modo che capisca qualcosa di quello che c'è nella mia testa.
Mi allontano lentamente da lei.
Amelia diventa tutta rigida e la sua faccia assume il colore di un pomodoro.
Non riesce a muoversi dopo quello che le ho detto.
Fa un respiro profondo e si alza di fronte a me.
"Sono felice che tu ti ricorda il motivo principale", riesce a dirmi rigidamente.
Dai suoi occhi capisco che non è più disposta a giocare, la prendo come una sfida.
Le chiedo gentilmente di venire a ballare con me ed accetta senza esitare.
Ci buttiamo in mezzo al locale ed iniziamo a ballare qualsiasi canzone decidano di mettere.
Nel frattempo ci avviciniamo molto più del solido, ci tocchiamo i fianchi e la faccia, ci lanciamo sguardi come per provocarci l'un l'altra.
Arriva un lento e così ci avviciniamo ancora di più.
Una cosa tira l'altra e, per sbaglio, la mia mano scivola sul suo fondo schiena.
A quel punto mi tira una sberla sul braccio così da farmela togliere, mi guarda in un modo che non aveva mai fatto.
Penso che sia sorpresa, in modo negativo però.
Non riesce a capire il mio gesto, in fondo neanche io, perché avrei dovuto toccarglielo? Perché il mio istinto mi ha consigliato di farlo? ma soprattutto perché gli ho dato retta?
Ne il mio ne il suo cervello lo capiscono, così con un movimento brusco si incammina molto velocemente per uscire dal bar.
La blocco prima che possa varcare la soglia della porta mettendomi con il corpo davanti al suo a braccia conserte.
"Carina fammi andare via" mi dice guardando il pavimento.
"Amelia non puoi andartene così, non so cosa mi sia preso", le rispondo.
"Non puoi sempre fare qualcosa di sbagliato per poi dire che non sai cosa ti sia preso".
Da quest'ultima frase rimango pietrificata.
Non mi si era mai rivolta così malamente, diciamo che ci sono rimasta anche un po' male.
Tolgo il mio sguardo dal suo e lo sposto proprio di fronte a me
dove qualche metro più un là si trova il bersaglio delle freccette.
"va bene, ciao".
Queste sono le ultime parole che mi dice prima di superarmi e uscire dalla porta del bar.
Per qualche secondo rimango dritta in mobile come mi aveva lasciato, ma dopo che sento i suoi passi farsi sempre più bassi mi giro verso di lei cercando un suo sguardo.

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