5. her and me

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"non ce la faccio più ad aspettare"
le dico tutto di un fiato, senza pensare a che dicessi ed a cosa stessi facendo.
il tintinnio del timer della lasagna inizia a suonare.
le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza, cerco di avvicinarmi sempre di più per provare a farle toccare, ma a mala pena si sfiorano.
carina chiude gli occhi, ed indietreggia.
la guardo con uno sguardo delusissimo, come un'anima in pena.
ricambia il mio sguardo, noto che prova a dire qualcosa ma le parole non le escono dalla bocca.
scuote la testa in orizzontale, facendomi capire che non lo avrebbe fatto e non sarebbe tornata indietro; dopo di questo, si gira esce dalla stanza e sento i suoi passi mentre scende dalle scale.
mi lascio cadere per terra, come una foglia quando cade in autunno.
non riesco più a sentire le gambe, sono crollate e con loro anche io.
scoppio in un pianto, ma cerco di non farmi sentire da Carina per non farla preoccupare o farla sentire in colpa.
dalla cucina sento un continuo soffiare il naso, penso che anche lei si sia messa a piangere, anche se non vuole farmelo sapere.
sono andata in bagno per lavarmi la faccia e calmarmi un attimo. appoggio le mani sull'esterno del lavandino mentre guardo il pavimento, alzo la testa e mi guardo attraverso lo specchio, avevo gli occhi completamente rossi, sembrava che avessi appena fumato qualcosa.
invece l'unica cosa che mi aveva dato alla testa eri te.
ho aspettato qualche minuto prima di scendere da lei, cazzo se vorrei che fosse la mia lei.
aveva appena finito di mettere apposto la cucina e la lasagna.
provo ad avvicinarmi con cautela, passo dopo passo, mentre lei è ancora girata a chiudere il forno, arrivo a qualche passo da lei, provo a poggiare la mia mano sulla sua spalla ma lei si gira di scatto, come se non volesse essere toccata.
non voleva essere toccata da me.
"Carina per favore, non fare così", le dico buttando giù le braccia vicino ai miei fianchi
"così come Amelia?! io sono fidanzata con maya, tu sei sposata con Link.
non c'è altro da dire.
è solo un illusione che ti sei fatta.
me e te, insieme.
non potrà mai accadere.
io amo maya e questo non cambierà."
mi si gela il sangue.
non avevo mai sentito una frase che mi abbia distrutto più di questa, nessuno persona aveva colpito più a fondo nel mio cuore che lei. era riuscita a farmi esplodere in mille pezzi il cuore, e solo lei sarebbe stata in grado di aggiustarlo. "hai ragione, sono stata una stupida, non avrei dovuto avere queste fantasie su di noi, oltretutto non proviamo niente per l'altra. scusami tanto". c'è stata una cosa che ho notato mentre le dicevo l'ultima frase: quando ho detto "non proviamo niente per l'altra", ha abbassato lo sguardo ed ha iniziato a grattarsi il braccio, come se quella cosa che avevo appena detto era completamente falsa. "va bene Amelia, non parliamone più. ora devo andare a casa, ci vediamo sta sera"
"ci vediamo sta sera".
inizia a camminare in direzione della porta, ma ad un certo punto si ferma, fa un respiro profondo, si gira verso di me, inclina la testa e corre verso di me.
arriva e mi abbraccia, mi da uno di quegli abbracci forti, sinceri, e da un certo punto sentimentale, dolorosi.
mi abbraccia come se sapesse che quello sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio,
come quando un genitore sa che è l'ultima volta che potrà vedere il proprio figlio,
come quando due persone si stanno lasciando per il bene reciproco,
come quando due migliori amiche stanno cercando di sopprimere i sentimenti che provano per l'altra.
non riuscivo a staccarmi da lei, era l'ultima cosa che volevo fare, perché nonostante il dolore che stavo provando il quel momento, riusciva a farmi sentire a casa.
ogni volta che provava a staccarsi da me la stringevo sempre di più, non riuscivo a lasciarla andare, avevo paura che lasciandola andare in quel modo, anche la parte più importante del nostro rapporto se ne sarebbe andato.
"Amy, devo andare." dice sottovoce.
l'unica cosa che sono riuscita a sentire è stato il modo in cui mi ha chiamata, quel "amy".
non mi chiamava così dalla sera in cui abbiamo litigato, lì ho capito che potevo lasciarla andare, e che sarebbe tornata.
"vai pure carina, ci vediamo sta sera vero?"
"certo, a stasera".
entrambe sorridiamo come delle sceme, con lei non riesco a non fare il sorriso da ebete, mi è troppo difficile.
va verso la porta, prende il giubbotto che aveva lasciato negli appendi abiti, apre la porta, si gira verso di me e mi fa l'occhiolino.
ha continuato a sorridere tutto il tempo, come anche io del resto, e cazzo quell'occhiolino, l'ho amato,
quasi quanto amo carin–link. link. quasi quanto amo link.

nel frattempo che provo a finire di preparare la cena per la sera, continuo a pensare a Carina, giuro non riesco a togliermela dalla testa.
ho provato a smettere di pensare a lei, ma è veramente impossibile.
per fortuna, si fa per dire, qualcosa mi distrae, anche se per poco.
il campanello suona, era link che finalmente era tornato dal lavoro, strano però, sulla lavagnetta dove teniamo tutti i turni doveva tornare un'oretta fa, magari è andato al bar con Jackson come fa di solito, però mi avrebbe avvertito come fa sempre.
tutto questo l'ho pensato nell'arco di qualche secondo, giusto il tempo di passare dalla cucina all'ingresso per aprirgli la porta.
"ehi ciao link" gli dico mentre entra in casa, con un bacio alla fine.
"è andata bene al lavoro, hai dovuto prolungarti un po' di più del solito?", gli chiedo, provando a non destare sospetti.
"è andata benissimo, anche l'intervento di quel ragazzino, tutto perfetto senza una complicazione. l'ho lasciato a Karev che gli dava una controllata.
comunque no, non ho dovuto prolungarmi a lavoro, perché lo chiedi?"
"così, il tuo turno oggi finiva alle 6 e sono quasi le 7, abitiamo a pochi minuti di macchina dall'ospedale, che hai fatto in questo lasso di tempo?"
"sapevo che te lo saresti dimenticato, oggi facciamo un anno e sei mesi da sposati, sono andato a prenderti un regalo, ma come vedo tu non lo hai ricordato minimamente, se poi hai voglia di aprire il tuo regalo è dentro questo sacchetto, io devo andare a fare una doccia".
link prende ed inizia ad andare verso il bagno, così senza dirmi nient'altro.
"link aspett-"
"non dire una parola di più amelia", me lo dice così, pietrificato, come se non provasse nessun sentimento nei miei confronti.
nonostante questo lo lascio andare, non avevo una valida ragione per starmi ad ascoltare, lo avevo dimenticato e basta.
cerco di non pensarci e finisco di preparare il tutto, voglio che sia impeccabile per la prima cena tutti e quattro insieme.

*suono del campanello*

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