2. it's never enough

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carina pov:
la mattina seguente

*bip, bip, bip*
"Che ore sono?
Le 10:30
va bene, posso alzarmi."
Dopo qualche secondo dal mio risveglio dove cerco di capire chi sono, dove mi trovo e cosa sto facendo, decido di alzarmi dal letto e andare a preparare la colazione.
Come ogni mattina preparo i pancake, di solito ne faccio di più perché c'è Amelia o Maya, ma oggi sono da sola.
Mi siedo tranquillamente al tavolo quando mi viene in mente tutto quello che avevo fatto ieri con Amelia.
"Oh cazzo", urlo sperando che i vicini non mi sentano.
Corro in camera per vedere se mi aveva chiamato o scritto qualche messaggio, ma niente, non mi aveva più cercato.
Non so cosa fare.
Dovrei cercarla?
Dovrei presentarmi a casa sua? No, sarebbe inopportuno, d'altronde non sono la sua ragazza.
Le scrivo un messaggio dicendole di incontrarci al chiosco difronte all'ospedale?
Si, farò questo.
La vera domanda è: perché sto parlando da sola?
Lasciamo stare questo particolare.
Ora le scrivo un messaggio.
"Ehy Amy, sono io. So che magari non ti fa piacere ricevere un mio messaggio dopo quello che è successo ieri, a tal proposito, vorrei poterne parlare faccia a faccia, ti va di incontrarci prima che inizi il turno davanti al chiosco?"
Invio.
Spengo il telefono e lo riposo sul cassetto affianco al letto, mi incammino di nuovo verso la cucina per finire la colazione ormai fredda.
Dal momento che ho ricominciato a mangiare dal mio cervello sono sorte così tante domande da non ricordarle neanche tutte.
Sono sicura che Amelia mi chiederà perché l'ho fatto, il problema che non lo so neanche io.
Non so perché istintivamente il mio braccio sia scivolato lì, ne cos'ho provato.
So solo che mi è piaciuto, e non è un buon segno, Amelia è la mia migliore amica ed io amo Maya, questo mi dovrebbe bastare.
suona il telefono
"Carina, calma.
Ha solo suonato il telefono potrebbe essere qualsiasi persona, non è per forza lei".
Ed invece si, era Amelia.
Semplicemente mi risponde: "Ehi Carina, va benissimo, ci vediamo tra mezz'oretta davanti al chiosco :)".
"Ok, ho mezz'ora per cambiarmi, uscire ed arrivare all'ospedale, quanto ci scommettiamo che arriverò in ritardo?
Magari invece di parlare da sola facendo aventi e indietro per la cucina potrei andare a vestirmi, penso sia una buona idea".
Prendo il mio bellissimo camice rosa da sopra la sedia e vado in bagno per cambiarmi.
"Ok, sono pronta, e penso anche di farcela in tempo".
Prendo la borsa e le chiavi della macchina che si trovavano sopra il tavolo per poi uscire e andare in ospedale il più infretta possibile.
Salgo in macchina e alla radio mettono la nostra canzone, quella che ci siamo dedicate l'un l'altra come due ragazzine.
Arrivata al parcheggio dell'ospedale la vedo già davanti al chiosco ad aspettarmi.
"Su Carina, puoi farcela, puoi parlare tranquillamente con Amelia, lo sai che è la tua migliore amica".
Dico queste parole prima di scendere dalla macchina così da aiutarmi, anche se sono sicura che non servirà a nulla.
Mi dirigo verso Amelia, cercando di comportarmi normalmente e non sembrare strana o preoccupata.
"Hey Carina", mi dice tranquillamente.
"Ciao Amelia, tutto bene oggi?"
"Sappiamo tutte e due perché siamo qui, quindi parliamone", riesce a dirmi senza problemi, come se non le interessasse.
"Cosa vuoi che ti dica?", dico alzando la voce.
"Voglio che tu mi dica il perché, che mi spieghi il motivo per cui l'hai fatto.
E non il solito -non so cosa mi sia preso-".
L'ultima frase, nonostante l'avessi già sentita, è stata di nuovo un colpo al cuore.
"Quindi è questo che pensi di me. Pensi che non sappia mai nulla di quello che faccio o dico", si, in questo momento non so neanche cosa le stia dicendo.
"Sai una cosa Carina, quando avrai capito cosa vuoi dalla vita vieni a cercarmi.", con questa l'ultima parte del mio cuore ancora intatta si è distrutta.
Dopo aver detto questa frase mi guarda in modo dispregiativo per poi girarsi a andarsene via.
Prima che possa fare un passo le tocco il braccio cercando di tenerlo fermo per non farla andare via.
Si rigira verso di me e vede una faccia tutta scazzata che mi guarda.
Ci guardiamo per qualche secondo negli occhi, senza dire nulla, lasciando parlare loro, fin quando una voce non si intromette tra noi.
"Ehi ciao amore, ciao Carina", ci saluta Link cercando di portare un po'di allegria.
"State bene, sento una forte intesa tra voi due", ribatte visto che siamo rimaste zitte.
"Certo, tutto a posto", risponde pur sapendo che link non ci crederà mai.
"Va beh, ora è tardi ho un paziente", invento la prima scusa che mi viene in mente per andarmene da lì e non rimanere a discutere con Amelia.
Mentre mi allontano sento una voce che mi dice di far bene ad andarmene, non mi ha ferito il fatto in se, ma bensì l'ha persona che l'ha detta, sempre lei.
Vado a controllare i miei pazienti cercando di concentrarmi su di loro e non pensare a quello che mi ha detto, ma è dannatamente difficile sapendo che lavora nel mio stesso piano.
Per andare dalla mia ultima paziente passo davanti alla stanza dove si trovano tutti i rifornimenti dell'ospedale e prima di girare l'angolo sento qualcuno che mi prende per il braccio e mi trascina nella stanza.
In pochi secondi mi ritrovo contro la porta chiusa a chiave con Amelia a pochi centimetri da me.

Prima di iniziare a parlare si gira dalla parte opposta con le mani ai fianchi.
Fa un grande sospiro e inizia.
"Carina, tu devi capire qualcosa una buona volta nella tua vita, devi sapere cosa vuoi, chi vuoi diventare.
Ma soprattutto, devi sapere quali persone vuoi accanto a te", dicendo l'ultima frase si rigira verso di me guardandomi in un modo strano, in un modo che non avevo mai visto.
Mentre continua ad urlare contro si avvicina sempre di più fin quando il suo dito, che continuava ad indicarmi, non mi tocca il viso.
In quel momento i nostri corpi quasi si toccano, sono a qualche centimetro di distanza ed il mio cervello va in tilt.
Cerco di guardare da qualsiasi parte possibile ma i miei occhi ricadono sempre suoi tuoi guardandoli profondamente, il mio battito aumenta, ed i miei respiro si fanno più lunghi.
"Amelia, allontanati, ti prego", le uniche parole che riesco a farmi uscire sono solo queste, non riesco a dire altro.
"Carina io, io non-. Scusa", da come parla capisco che non sa neanche lei cosa dire o pensare.
La vedo spaesata e forse anche imbarazzata, come d'altronde sono io.
"Ok ora sarò dolce ma non prenderci l'abitudine perché non è sicuro che riaccadrà.
Amelia, sai benissimo che so chi voglio nella mia vita, ed hai ragione, forse non so chi voglio diventare un domani, ma so che vorrò la mia migliore amica affianco a me".
Rimane in silenzio per qualche secondo fissandomi negli occhi non credendo a quello che avevo appena detto.
"Anche io ti voglio al mio fianco Carina", riesce a dirmi sinceramente guardandomi negli occhi.
Subito dopo aver detto questa frase si butta su di me abbracciandomi per i fianchi.
Aspetto qualche secondo prima di abbracciarle la testa, ma finalmente quando lo faccio è come se il mondo si fermasse, se ci fossimo solo noi due.
La magia dura qualche secondo fin quando il mio cercapersone non inizia a suonare ed allora Amelia si sposta da me facendomi guardare il cercapersone.
"Amelia, ora devo proprio andare, ci vediamo dopo", le dico sorridendo alla fine come un ebete.
"Certo, ci vediamo dopo", mi dice continuando a guardarmi mentre apro la porta ed esco.
In realtà non so se mi ha guardata fino alla fine, ma l'ho sentito.
Ho sentito i suoi occhi su di me.

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