2| I S A V E Y O UResta Sveglia... continuavo a ripetermi.
Non dovevo fare altro che restare sveglia.
E quando le palpebre cadevano sconfitte bastava uno scricchiolio lieve, un clacson in strada, l'abbaio di un cane in lontananza a farle scattare sull'attenti.
Erano giorni che non dormivo, le ore sembravano rincorrersi tra di loro e il giorno si confondeva con la notte come se la luna e il sole avessero preso accordi a mia insaputa.
Lo sapevo, anzi ero certa che in agguato nelle tenebre, oltre la porta o sotto la mia finestra lui aspettava il momento giusto di tornare solo per me.
Ogni passo che mi azzardavo a muovere segnava la mia resa, come se uscissi allo scoperto dandogli l'occasione di prendermi.
Per una settimana intera non feci altro che sforzarmi di dimenticare il suo volto, la sua corporatura, la sua postura rigida, la linea perfetta che scolpiva le sua spalle, quei tatuaggi sconosciuti su quella pelle abbronzata e soprattutto le fiamme riflesse dentro le sue pupille oscure, eppure non ci riuscii.
Lo avevo impresso nella mente e tutto di lui riaffiorava ogni qualvolta chiudevo gli occhi.
Nelle poche ore in cui crollavo sconfitta in uno stato di dormiveglia lo sognavo, vedevo quegli occhi bellissimi e crudeli, poi vedevo me stessa: debole, arrendevole e inutile, così mi trascinavo con forza alla realtà sopprimendo il terrore ed il panico.
Se da una parta la mia mente aveva il buonsenso di tentare e tentare di rassicurarmi dall'altra non faceva altro che partorire scenari macabri e sconvolgenti: Il mio corpo era finito in una discarica, il mio corpo era stato fatto a pezzi, ero prigioniera in una cantina dove nessuno avrebbe mai sentito le mie urla, ero morta e nessuno mi avrebbe cercato.
Boccheggiai in cerca d'aria tornando al presente <Resta qui stanotte, ci facciamo portare una pizza e guardiamo un film> Proposi scordandomi di nascondere l'esigenza che avevo di non restare sola in quella casa, la mia casa.
Pearl scosse la testa dispiaciuta <Non posso H. Klaus mi aspetta lo sai> Si alzò per infilarsi la sua giacchetta leggera e prendere la borsa.
Il battito del mio cuore accelerò costringendomi a fare respiri lunghi e profondi per calmarlo. Avrei voluto mettermi in ginocchio e pregarla. Avrei voluto che capisse, che inconsciamente sapesse che avevo bisogno di lei.
<E poi dovresti dormire di più, hai delle occhiaie spaventose> Mi suggerì sporgendosi verso di me per guardare i miei occhi stanchi e marcati.
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DANGEROUS
RomanceMafia Romance - Dark romance Non conosco il suo nome perché si rifiuta di dirmelo, ma non si è fatto scrupoli ad entrare in casa mia avvolto dalle tenebre, ricoperto di sangue non suo e a puntarmi una pistola in testa. È un criminale, un assassino...