Agreement

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3| A G R E E M E N T

Fu fin troppo veloce a rinvenire, risucchiò una boccata d'aria e alzò il bacino per raddrizzarsi ma se ne pentì, cacciò un urlo di dolore e un'imprecazione tra i denti contratti prima di voltarsi intorno e scoprire dove si trovasse

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Fu fin troppo veloce a rinvenire, risucchiò una boccata d'aria e alzò il bacino per raddrizzarsi ma se ne pentì, cacciò un urlo di dolore e un'imprecazione tra i denti contratti prima di voltarsi intorno e scoprire dove si trovasse.

Io trattenni il fiato ogni secondo finché i suoi occhi non si posarono su di me e io persi totalmente la facoltà di respirare.

Mi fissò per un breve istante e poi abbassò lo sguardo sulla ferita fasciata, valutandone la riuscita e sogghignò divertito <Non guardarmi in quel modo> Mi rimproverò lasciando che il silenzio fosse squarciato dalla sua voce roca.

Mi accigliai confusa <In quale modo?> Chiesi faticando nel mantenere il mio tono tranquillo quando in realtà avrei voluto gridare.

Nel sentire la mia voce alzò di scatto il suo capo verso di me <Come se fossi preoccupata per me> Nel dirlo aggiunse una smorfia disgustata.

Mi strinsi nelle spalle vergognandomi profondamente <Sei una persona> Replicai in mia difesa <Non voglio avere la tua morte sulla coscienza> Ed era vero! Era l'unica ragione per la quale avevo deciso di aiutarlo, oltre alla paura.

Ghignò scuotendo la testa e tirandosi in piedi senza fatica, quasi come se la sua ferita fosse magicamente sparita <Patetica> Sputò acido. Poi sembrò sussultare quando si accorse che gli mancava qualcosa di fondamentale <La mia pistola, dov'è?> Si affrettò a chiedermi.

Non esitai neppure un secondo quando la tirai fuori puntandogliela contro. Per un breve istante mi sentì totalmente invincibile, il potere mi fece un inchino invitandomi a sfruttarlo e io lo salutai a mia volta lasciandomi attrarre per un secondo, ma fu troppo fugace e la paura mi paralizzò spazzando via ogni traccia di forza.

Io non ero affatto forte.

Il peso del ferro mi gravò sulle mani e iniziarono a tremare, le fissai, il dito sul grilletto, avrei potuto muoverlo e mettere fine ad una vita.

Lo sconosciuto prese a sorridere meravigliato, quasi come se per la prima volta fosse realmente divertito.

<Non puoi tornare qui> Per quanto fingessi di avere tutto sotto controllo era imbarazzante parlare con la voce di una bambina spaventata  <Devi dimenticarti di questa casa e di me, non voglio vederti mai più, sei pericoloso> Rafforzai i miei ordini scuotendo l'arma verso di lui.

Lui continuò a sorridere come se gli facessi tenerezza <Dovresti fare attenzione, non è un giocattolo e potresti farti male> Mi avvisò premuroso.

Strabuzzai gli occhi irritandomi, non mi stava assolutamente prendendo sul serio, non gli facevo neppure un briciolo di timore <Hai sentito quello che ho detto? Devi sparire> Gli ordinai <Per sempre> Aggiunsi decisa.

Lo sconosciuto lasciò cadere gli angoli del suo sorriso in una linea sottile e io capì che aveva smesso di assecondare il mio gioco, era arrivato il momento di dimostrargli che facevo sul serio o sarebbe stato lui ad uccidermi.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora