Jasper

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7| J A S P E R

Non ero mai stata una figlia per una madre

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Non ero mai stata una figlia per una madre. Non ero mai stata una bambina per un padre. Mi ero ritrovata sempre e solo a vestire i panni di uno scarto, qualcuno che la società si trovava a dover crescere senza volere o qualcosa per la quale gli altri si sentivano fortunati, perché non era toccato a loro, perché loro erano figli, fratelli e nipoti di qualcuno.

Per questo gemetti rumorosamente quando una serie di rumori mi destarono da un sogno che mi faceva sentire l'affetto di quella che sembrava essere la donna che mi aveva concepito, il calore delle sue braccia confortevoli e il suono melodioso della sua voce dolce.

Sbattei gli occhi e mi tirai in piedi in preda alla rabbia, non mi premurai neppure di infilare le pantofole e non mi fermai a pensare quando spalancai la porta pronta ad affrontare il mio invasore. Ma mi bloccai sui miei passi quando scoprii che quest'ultimo era diverso, potevo scorgere la sua schiena piegata in avanti mentre trafugava il contenuto del mio frigo, ma la sua postura, il suo fisico e anche i suoi capelli erano diversi, inoltre non aveva tutti quei tatuaggi che ricordavo.

Corsi verso il divano e afferrai la prima cosa che mi trovai a tiro, la impugnai pronta a fronteggiare l'ennesimo invasore di casa mia. Cosa aveva il mio appartamento? Perché tutti i criminali del quartiere erano attratti a commettere infrazioni nella notte solo nella mia casa?

<E tu chi diavolo sei?>Gridai in preda ad un panico che sembrava essermi ormai familiare.

Lo sconosciuto alzò le mani come se gli stessi puntando contro una pistola e si voltò lentamente rivelando il suo viso <Oh io sono Jasper> Si presentò mentre tentata di evitare che i waffle che avevo preparato quella mattina gli cadessero dal piatto che teneva in equilibrio con tanta cura <Tu devi essere Harley> Ipotizzò scoccandomi un sorrisone.

Strinsi la presa sulla mia arma <Che cazzo ci fai in casa mia?>

A quel punto, probabilmente perché non sarei stata in grado di spaventare neppure un coniglietto, abbassò le braccia <Già mi aveva detto che sarebbe potuto accadere> Rifletté ad alta voce.

Sconvolta spalancai la bocca <Che cosa? Esci dal mio appartamento!>

In risposta lui inarcò un sopracciglio e con tutta la tranquillità del mondo si accomodò sullo sgabello dell'isola della mia cucina <Hai intenzione di colpirmi con la tua spazzola rosa?>Mi chiese incuriosito <Perché non è esattamente una buona idea, almeno che tu non abbia voglia di sistemarmi i ricci>Si sistemò una porzione della sua folta chioma rossastra.

Era una situazione talmente surreale che mi ritrovai a balbettare <Chi? ... Tu? ...>

<Già, non sei la prima che lascio senza parole> Ammiccò nella mia direzione iniziando a spezzettare un waffle con coltello e forchetta <Comunque io sono Jasper, sono il migliore amico nonché socio di quel povero stronzo che ti ha occupato l'appartamento> Spiegò inghiottendo un gran boccone.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora