68. Sarà tutto perfetto.

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Ero bendata, come quasi un anno prima.
E mi trovavo nella stessa macchina, come quasi un anno prima.

Ma ora non stavo per girare l'America, stavo per tornare a casa a Chicago, ma sembrava che Ash avesse altri piani.

"Quanto manca?" Chiesi sbuffando.

Di sicuro era da più di un'ora che avevo la visuale bloccata e iniziavo ad innervosirmi, in più gli ormoni della gravidanza non aiutavano a migliorare la situazione.
Io, che ero sempre stata calma, mi ero ritrovata a passare dal ridere al piangere in un battibaleno, e ancora peggio ad essere arrabbiata come mai prima per banali cose.

"Poco, stai tranquilla amore.." Mi rispose lui e subito dopo sentii la sua mano stringersi sulla mia sinistra.

"È strano sentire la fede al dito..." disse Ash mentre sfiorava con i polpastrelli la mia fede.

Era vero.

Era tutto strano, anche se mi ero aspettata di sentirmi molto diversa e invece ero sempre io.
Però ora ero sposata.

"Dove stiamo andando?" Gli chiesi mentre stringevo le mani a pugno stritolando la sua mano.

"Eccoci.." disse Ash.

Poco dopo lo sentii fermare la macchina a lato della strada.
Sospirai sollevata pronta per togliermi la benda nera e riacquistare la vista, ma Ash mi bloccó.

"Aspetta, vedo che non sei cambiata dall'anno scorso.." disse sogghignando.

Se avessi potuto vedere dove fosse gli avrei tirato un pugno.
Lo sentii scendere e sbattere la portiera, poi venne dalla mia parte e mi prese per mano aiutandomi a scendere.

Restai ferma ormai arresa.
Mi fece fare qualche passo al suo fianco e io poggiai la mano libero sulla mia pancia.

"Sei pronta?" Mi chiese.

"Secondo te.." gli dissi scocciata.

"Eh va bene.. - portò le mani nodo della benda - 3, 2, 1 e.."

Finalmente rimisi a fuoco quello che mi stava intorno.
Alberi, casa, strada.. aspetta una casa?

"Dove siamo?" Chiesi mentre sbalordita guardavo la casa bianca a due piani davanti a me.
Era bella, elegante, con le persiane scure e due balconi abbellitti con due fiori rossi.

"A casa nostra.." disse Ash da dietro alle mie spalle.

Mi girai di scatto verso di lui, incredula.
Aveva veramente detto casa nostra?

"Cosa?" Chiesi senza capire.

"Te lo devo ripetere?" Chiese Ash ridendo e avvicinandosi a me.

Io scossi la testa, avevo capito benissimo cosa mi aveva detto, ma mi sembrava surreale.

"Perché?" Gli chiesi mentre mi attirava a sé posando le mani sui miei fianchi.

"Perché tu meriti molto di più e anche nostro figlio.." mi spiegò mentre sorrideva.

Mi guardai in giro ancora una volta incredula.
Eravamo a Chicago, solo un po' più lontani da tutti quell'immensi grattacieli.
Osservai le macchine passare e la strada mi sembrò molto famigliare.
Ero passata così tante volte per quella strada quell'anno.

"È la strada per l'università.." sussurrai cercando di collegare tutto.

Sorrisi quando lui annuì.

"Ho pensato che saresti stata più comoda, è solo a due isolati da qui.." mi spiegò.

"Come hai fatto?" Gli chiesi mentre mettevo le mani intorno al suo collo.

Drogata di te. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora