45. Senza te, non è la stessa cosa.

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"Aspetta, ripetimi il nome?" Mi chiese Nat per la terza volta di seguito.

Io risi, osservandola.

Eravamo in metropolitana, lei in piedi ad osservare una cartina, io seduta su una panchina.

"Golden Hotel" le dissi.

Natalie si passò una mano tra i capellii blu e neri e una sul mento.

"Ci sono!!" Gridò dopo tre minuti.

Mi sorrise correndo verso di me e buttandosi al mio fianco.

"Sono dove andare!" Esultò felice mentre mi tirava a fare i biglietti.

"Era ora!" Le dissi mentre pagavamo due biglietti.

"Allora, ecco n° 2 linea blu!" Disse, mi tirò verso il binario e salimmo sulla metro blu.

Mi sedetti su un seggiolino rosso con Nat accanto.

"Ti stanno veramente bene i capelli lo sai?" Mi disse toccandomeli e sorridendo.

"Grazie"

Girai la testa verso sinistra e vidi una ragazza e un ragazzo.

Si tenevano semplicemente per mano, entrambi guardavano dritti davanti a loro, sembrava che non si considerassero neanche, l'unico fatto che li tradiva erano le loro mani unite.

Sembrava che le loro mani intrecciate fossero la loro ancora per restare vivi, quella cosa che ognuno di noi ha, alla quale ci aggrappiano per resistere nei momenti duri.

Mi venne in mente lui.

La mia ancora di salvezza.

Ero scappata, spaventata dalle sue parole, facevo fatica ad ammetterlo, ma era così.

Quelle parole avevano susciatato in me i dubbi contro i quali avevo combattuto da sempre.

Avrei tanto voluto essere più forte e resistere, ma quello che mia madre mi aveva insegnato era che non ci si poteva fidare di niente che non fossa concreto e stabile.

E Ash era tutto tranne che stabile, con i suoi cambi d'umore improvvisi e la sua vita misteriosa.

Ma l'avevo seguito comunque, nonostante tutto. Non avevo ascoltato le domande dentro di me e avevo affidato a lui me stessa e il mio cuore e non me ne pentivo, ma ora sentivo il bisogno di sapere tutto su di lui.

E forse andare da sua madre mi avrebbe permesso di scoprire finalmente tutto.

"Jo, siamo arrivate!" Nat mi scosse un braccio e io riemersi dai miei pensieri.

Le sorrisi per rassicurarla, ci alzammo in piedi e non appena le porte della metro di aprirono scendemmo.

"Uscita ovest - disse Nat prendendomi per mano - vieni!" Seguii la sua testa blu in messo alla folla.

Mi trascinó fuori in strada, passammo attraverso qualche via, poi iniziai a riconoscere qualche posto, infatti poco dopo ci ritrovammo davanti all'hotel di quella mattina.

Entrai diretta e salii subito verso la camera 38 mentre Nat mi seguiva silenziosa.

Sapevo che lui era già lì.

Aprii la porta e trovai Ash che girovagava per la stanza con una mano tra i capelli.

Quando sentii il rumore della porta, alzò lo sguardo e mi notò, poi mi corse incontro e mi racchiuse tra le sue braccia.

Mi alzò da terra e mi riportò a casa.

"Scusa, scusa.." sussurrò lui dispiaciuto nell'orecchio.

Drogata di te. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora