Capitolo 3

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Urlo come una dannata per l'infarto che mi è appena venuto guardando cosa avevo davanti.

Un cane.

Mi poggiò una mano sul petto più precisamente dove c'è il cuore e mi fermo per osservare meglio la creatura che ho davanti.

Per essere un cane e davvero molto grande, ha le zanne molto affilate e lunghe, degli occhi verdi è davvero bellissimo, mi avvicino molto lentamente, lo accarezzo.

All'animale sembra piacere il contatto visto che mi salta letteralmente a dosso cominciando a leccarmi tutta la faccia, con qualche complicazione riesco a togliermelo di dosso è solo dopo realizzo che quello che ho davanti non è un cane, ma un fottutissimo lupo.

Indietreggio di qualche passo è il lupo inclina la testa da un lato come se avesse capito di avermi spaventata, si riavvicinò a me è si alza poggiando le sue zampe su mio stomaco.

Non potevo fare a meno di accarezzarlo, tanto se avesse voluto sbranarmi l'avrebbe già fatto, no?

«Bene bestione è stato un piacere, ci si vede.» Dissi per poi girarmi e andarmene, ma il lupo cominciò a seguirmi.

Cercai invano di mandarlo via, dopo parecchio alla fine decisi di portarlo con me.

Battei due colpi contro lo sportello e fare un cenno con la testa, l'animale salì e si sedette di fianco a me, prima di partire mi fermo a guardare ancora un po' il posto in cui sono nata e cresciuta, anche se il 90% dei miei ricordi non erano poi così felici, sapevo che qual posto mi sarebbe mancato.

Feci partire la macchina e non mi guardai indietro, continuavo a ripetermi nella testa:

Non farlo, mai.

Mi concentro sulla strada deserta che mi circonda, meno di 2 ore di viaggio e siamo quasi al confine della città, sono più annoiata che mai non avevo niente da fare e volevo smettere di pensare alle peggio cose quando ad un tratto o per la disperazione o per la mancanza di conversazione

Cominciai a parlare con il lupo.

«Cosa ne dici se ti chiamo bob?» Dissi accennando un sorriso che scomparve a causa della reazione del lupo che aveva sbuffato.

«Cosa c'è, non ti piace?» Sbuffò di nuovo.

«Ok allora facciamo che appena ti piace un nome ululi, ci stai?» L'animale si mise a sedere e annui in positivo.

«Rocco? Razzo? Tuono? Fulmine? Kasper? Falce?Loki?-» Il nome Loki il lupo ululò.

«Loki? Bene Loki.»

Ritornai ai miei pensieri.

È ora? Cosa avrei fatto? Girovagare con la macchina a caso sperando che Tommy mi si presentasse davanti? No, avevo bisogno di una mano o comunque mi sarebbe stato utile qualche sua traccia per avere una destinazione, non avrei mai pensato di dirlo ma ora Tommy passa in secondo piano.

Cambio di programma, ora prima di cercare Tommy mi sarei messa a cercare altre persone, sole come me e da lì avremmo fatto una "ricerca" di squadra, non volevo fare tutto da sola anche perché non credo c'è l'avrei fatta.

Guido, Guido e Guido per un tempo che sembra non finire più, mi ero ripromessa che mi sarei fermata solo quando avrei visto un hotel ho qualche casa non abbandonata, dopo circa mezz'ora trovo un hotel e poco più avanti delle casette.

Ora è arrivato il momento di cercare qualcuno.

Cominciai dall' hotel;
Qui era tutto dannatamente pulito, salii
e controllai tutti i piani affiancata da Loki ma non c'era nessuno.

Nel mentre che mi dirigevo verso l'ascensore sentivo come dei passi, mi girai ma non c'era nessuno, probabilmente ero solo paranoica.

Entrai e scesi di nuovo.

Arrivo dove credo ci sia la reception e c'è una cosa che attira la mia attenzione.

Una foto, è la foto di un ragazzo.

Capelli biondi, occhi color nocciola, mascella ben definita. Sembrava appartenesse ad un altra epoca, i vestiti risalenti al diciannovesimo secolo, il volto di quel ragazzo privo di qualsiasi tipo di emozione mi fece rabbrividire.

Dietro la foto c'era scritta una nota, troppo pigra per leggere la piego e la metto nella tasca dei pantaloni.

Proseguo il mio "viaggio" verso le abitazioni che susseguivano, continuo a sentire questa sensazione di disagio causata dal sentirmi osservata, mi giro più volte ma continuo a non vedere nessuno.

Arrivata alla prima casa ci entro e la osservo per bene: distrutta, piena di sangue e puzzava di zolfo.

Stessa cosa per il resto delle altre abitazioni, non trovai persone, beh almeno persone vive, in alcune case c'erano dei corpi, trovai: una donna, due uomini e una bambina.

Alla vista della bambina sbiancai è stavo quasi per vomitare, non sapevo quello che stava succedendo ma sicuramente non era qualcosa di positivo.

Dovevo schiarire la mente così decisi di fare quattro passi nella direzione del bosco alla fine delle case, mi accesi una sigaretta.

Pensavo a cosa avrei fatto adesso, se non avessi incontrato qualcuno avrei dovuto cavarmela da sola
ma avevo bisogno di lui, il mio Tommy, abbiamo sempre fatto tutto insieme ci siamo sempre protetti a vicenda, mi ha sempre fermato dal fare cazzate anche se poi non lo ascoltavo e le facevo comunque, è senza di lui non so cosa fare.

A rompere il silenzio nel bosco fu il suono di un ramoscello spezzato, sobbalzai ma non mi voltai, anche se non avevo visto niente ero sicura che qualcuno mi stesse seguendo.

Presi un pugnale piccolo e lo strinsi nella mano, aspettando che quel qualcuno facesse una mossa, man mano che camminavo uscimmo dal bosco.

Mi incamminai verso la macchina, aprii lo sportello a Loki e poi mi diressi verso il mio, entrai e partii, riposai il pugnale è mi misi in marcia.

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