Tutto è passato.

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Perdonate miei eventuali errori, verranno corretti presto.
Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura;)

Chi come me sta piangendo per l'ultimo daytime?

Che poi, dopo averci pensato, aveva capito di aver sbagliato.
Si era maledetto mille volte per aver lasciato che la paura lo manipolasse.

Ricordava ancora come, il giorno dopo della finale, l'aveva lasciata sola su quel letto d'hotel.

Un bigliettino sul comodino, scritto di fretta.
I vestiti di lei sparsi sul pavimento, i vestiti di lui scompari anche dall'armadio.

L'aveva lasciata, letteralmente. Aveva rotto con lei, attraverso delle parole scritte su un piccolo foglio.
Dopo la notte di baci e passione che avevano passato. La prima volta di lei, la prima volta insieme.
E lui aveva chiuso tutto per paura.

Paura che se lo mangiava vivo.
Si dava del 'coglione' sempre.

Mi dispiace, ma non posso.
Buona vita, lady.
Tuo, x sempre, Sangius.

Cinquanta lettere.
Scritte in pochissimi secondi.

Si alzò lentamente dal letto, per non svegliare Giulia, e si avvicinò alla valigia.
Poi iniziò a buttarci dentro i vestiti, senza piegarli.
Spalancò le ante dell'armadio e prese vestiti piegati.
Buttò anche quelli nella grande valigia.
Provò a chiuderla, senza riuscirci. Ci si sedette sopra e dopo qualche minuto fece scivolare il cursore che fece incastrare fra di loro le due catene dentate.
Si rimise i vestiti della sera precedente, lasciati a giacere fino a qualche momento prima sul pavimento.
Si diresse alla scrivania in vetro della camera. Sopra vi era un taccuino, uno di quelli che spesso mette a disposizione l'hotel. Poi con una penna, lasciata lì, vicino a quei pochi fogli, scrisse quelle poche parole.
Una scrittura confusa, disordinata, ma sapeva fosse comprensibile, specialmente per la ballerina che ormai era abituata a quella grafia.
Stacco il fogliettino dal resto e lo mise sul comodino al lato della ragazza.
Poi prese le scarpe con una mano, la valigia con l'altra, ed uscì dalla camera, non prima di soffermarsi a guardare la schiena nuda della ragazza che, incosciente di ciò che stesse succedendo a pochi metri da lei, continuava a dormire fra le lenzuola bianche testimoni di ciò che accadde la notte prima.
Gli occhi di Giovanni si riempirono di acqua e, per non abbandonarsi ad un pianto, uscì definitivamente dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle.


E se lui aveva scritto quelle parole con cuore in gola che batteva velocissimo, Giulia aveva letto col cuore fermo, che sembrava non battere.

Si svegliò piano e sorridendo, al ricordo di cosa fossa successo nelle ore precedenti.
Ancora ad occhi chiusi si stiracchiò, per poi allungare un braccio verso il lato dove vi era il suo ragazzo.
O meglio, dove avrebbe dovuto esserci il suo ragazzo.
Il letto, al suo fianco, era vuoto e freddo.
Aprì gli occhi, guardando prima al suo fianco. Poi si sedette, continuando a coprirsi col lenzuolo, e guardò, ancora assonnata, la stanza.
Sentì il suo cuore spezzarsi mentre osservava la camera occupata solo dai suoi vestiti.
L'armadio spalancato, vuoto se non per quelle poche cose appese alla grucce.
Sul pavimento ormai solo i suoi vestiti, vicino alla scrivania la coppa vinta da lei la sera precedente.
Nessuna traccia del cantante in quella stanza.
Col cuore pesante portò lo sguardo sul comodino al suo fianco.
Lì, vicino al premio Tim, anche questo vinto da lei, vi era un pezzo di carta.
Avvicinò le mani tremanti al bigliettino, mentre il cuore si fermava.
Se lo portò davanti agli occhi e lo lesse.
Dopo aver finito abbassò le braccia e fermò il suo sguardo davanti a sé, sull'armadio che in realtà non vedeva davvero.
Una sola lacrima le bagnò il viso.
Poi, un dolore le strinse il cuore in una morsa mentre il profumo di Giovanni, ormai tenue e quasi inesistente nella stanza, le riempiva i polmoni.


Sì, era stato decisamente un gran coglione.
Glielo aveva detto anche Deddy.

Sentì il telefono squillare.
Lesse il nome, Brody, sullo schermo e rispose dopo aver preso un sospiro.
"Oi De'." Disse piano lui, cercando di tenere un tono di voce normale.
"Oi De'? Seriamente? Spiegami perché quando ho bussato alla porta di camera tua e di Giulia, mi ha aperto solo lei, in lacrime e avvolta nel lenzuolo del letto. Che cazzo hai combinato, Giò? Che cazzo hai combinato? Coglione!" Deddy, arrabbiato e nervoso, avrebbe voluto staccargli la testa sul serio.
A Giovanni si strinse il cuore appena sentì delle condizioni della ballerina.
"Come sta?" Chiese in un sussurro, mentre il guidatore del taxi, nella quale stava seduto, gli lanciò uno sguardo dallo specchietto.
"Come sta? Giò, ma ti senti? L'hai lasciata sola, te ne sei scappato e le hai lasciato solo un biglietto con scritto che non puoi? Non puoi cosa?" Urlò il torinese al telefono.
"De', ho avuto paura." Ammise. Pochi secondi di silenzio. Poi Deddy.
"Sii sincero per favore, siete stati a letto insieme questa notte?" Chiese arrabbiato. Giovanni chiuse gli occhi al solo pensare alla sera precedente. Sentiva ancora il cuore scoppiare per le emozioni.
"Sì." Sussurrò.
"Pezzo di merda."
"De'..."
"No, Giò. De' niente. Ti voglio bene, sei come un fratello per me, ma ti avevo detto di non farle male. Ti avevo detto che qualsiasi cosa avresti voluto far con lei ci avresti dovuto pensare. Ti ho detto: 'Giò, devi esser sicuro di ogni cosa, non puoi pentirtene dopo.' E te ne sei pentito. Dimmi una cosa, hai giocato con lei?"
"Cosa? No! Certo che no!" Rispose subito Giovanni, quasi offeso dalla domanda. 'Come potevo prendermi gioco di lei? Impossibile, mi ha fottuto il cuore e il cervello.' Pensò lui.
"Allora dimmi che è successo." Ancora silenzio. Poi, dopo qualche minuto, rispose.
"Ho avuto paura." Sentì il suo amico sospirare a quella risposta. Poi una voce femminile parlò.
"Con chi sei al telefono?" Riconobbe la voce di Giulia. Flebile. Chiuse gli occhi cercando di immaginarsela in quel momento. 'Sicuro sta con un pantalone della tuta ed una maglia lunga a maniche corte. Si starà pure stringendo nelle braccia.' Sorrise amaramente a quel pensiero.
"Sono al telefono con mio fratello." Parlò Deddy dolce.
"Oh, okay. Io sto andando a fare le valigie, a questo punto torno direttamente dai miei. Inutile stare qui in hotel." Sentì lei.
"Okay, Giù. Ti raggiungo fra poco.-Si sentì una porta chiudersi. -Senti Bro, rimettiti le idee a posto. Io vado da mia sorella." Deddy gli staccò in faccia e Giovanni sospirò, ancora ad occhi chiusi.
'Non solo Giulia, adesso anche Deddy è arrabbiato con me.' Pensò lui.

Sangiulia-One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora