Lady.

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(PLS mi ritrovo a leggere queste righe mesi dopo che le ho scritte, il mio metodo di scrittura è variato tantissimo e forse è meno infantile, non fermatevi qui. Non pensò cambierò il testo, mi sembrerebbe di eliminare le prove del mio progresso, quindi, appena potrò, farò una revisione riguardante la grammatica ed errori. Un bacio.)

Perdonate miei eventuali errori, verranno corretti presto.
Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura;)

Sentì la porta sbattere, una resa rumorosa, che lo informava ciel fatto che la ragazza fosse uscita da quella casa.
Era finita, quindi?
Fra lui e Giulia. Era finita?
Finita. Sì. Si diede dello stupido.
Si strofinò gli occhi con le mani e portando le dita fra i capelli si ritrovò con lo sguardo su quelle che erano le certificazioni in dischi delle sue canzoni.
Le più evidenti, al centro della parete, quelle riguardanti Lady.
Disco d'oro.
Disco di platino.
Doppio disco di platino.
Triplo disco di platino.
Non finiva più di contarle, sembrava non finissero.
Sospirò distogliendo lo sguardo da quella parete.
"Le farò togliere da lì.- mormorò- troppo dolore per me." Scosse la testa, come poteva stare senza di lei, adesso?
Una voce nella testa gli disse che ormai era andata, che tutto era finito, che doveva prendersi le sue responsabilità perché era stata o lui a volerla chiudere, dicendole che la loro relazione fosse una distrazione per lui.
Ma che distrazione? Perché? Era lei la sua ispirazione.
Lo sguardo gli ricadette involontariamente sulla parete.
Non può sopportare u peso del genere.

.

.

.

Giovanni quella sera era solo in casa, stranamente.
La sua ragazza non era in casa, ma sarebbe rientrata a breve.

Aveva appena finito di parlare al telefono col direttore della casa discografica che gli aveva chiesto di leggere i documenti che gli aveva inviato via e-mail.
Proprio per questo il ragazzo era seduto al computer, sul naso degli occhiali che usava solo quando stava al monitor per non infastidire gli occhi.
Decise di stampare i documenti, ma proprio in quel momento la stampante decise di far accendere la lucina gialla che stava sul suo lato destro.

"Bisogna mettere la carta." Sbuffò Giovanni mentre apriva il primo cassetto della scrivania sulla quale stava il suo computer dell'Apple.
Tirò fuori la confezione ancora chiusa di fogli A4, ma tirando fuori il pacchetto prese anche un foglio, che cadde a terra pochissimi secondi dopo.
Giovanni sbuffò di nuovo, prima di chinarsi a prendere il foglio.

Un foglio strappato da un quaderno.

"Ma questo?" Giovanni era sorpreso nel trovarselo lì.
Era sicuro di averlo perso durante il trasloco dall'ultima casa.

Sorrise facendo vagare lo sguardo velocemente sul foglio.
Poi lo posò sulla scrivania ed aprì la confezione dei fogli.
Ne prese un po' e gli mise dentro la stampante, poi cliccò su 'stampa' e solo quando sentì la stampante iniziare a lavorare riprese il foglio strappato fra le mani, per leggerlo questa volta con attenzione.

Sei così bambina,
ed io così maturo.

Sorrise leggendo quelle parole, che aveva scritto quasi cinque anni prima.

Il ricordo del suo primo incontro con Giulia Stabile gli tornò in mente e sorrise un po' malinconico.
Quella ragazza era davvero una bambina.

Era appena stato travolto da una ragazza dai capelli lisci, ed entrambi erano caduti a terra.
"Scusami. Andavo di fretta e non mi son accorta di star andando addosso a qualcuno." La ragazza si rimise in piedi subito, passandosi la mano sui pantaloni come per scrollarsi da dosso la polvere.
"Oh no, figurati." Giovanni era un po' stordito, e si rimise in piedi solo dopo qualche secondo.
"Son Giovanni." Disse facendo un cenno con la testa.
"Giulia." Si presentò lei, raccogliendo il suo telefono da terra.
"Sei qui per i casting di Amici?" Chiese lui.
"Beh, sì. Altrimenti non sarei in questo Hotel." Ridacchiò lei.
"Giusto, avevo dimenticato che fosse riservato solo a chi volesse fare i casting." Rispose sorridendo.
"Oh, non ti preoccupare. -Disse lei scuotendo la testa- Allora Giovanni, aspirante per quale banco?"
"Di canto, anche te?" Giulia a quella domanda scoppiò a ridere.
"Neanche per sogno, io son proprio stonata. -Spiegò fra le risate, lasciando interdetto il ragazzo, che la osservava con un sorriso confuso in faccia. -Son qui per la danza." Spiegò lei.
"Quindi tu sei una dei ballerini?"
"Sì."
"E perché andavi di fretta?" Giovanni era un po' troppo curioso.
"Perché sta- proprio in quel momento il telefono della ragazza prese a squillare -Eccallà.- rise rispondendo al telefono -Sì, arrivo, aspettami nella hall.- e staccò di nuovo. -Mannaggia, scusami, mi ha chiamata una mia amica ed è per lei che ero di fretta. Partecipa anche lei come aspirante al banco di danza e mi aspetta giù alla hall." Spiegò lei con un sorriso in faccia.
"Oh, allora credo sia meglio che tu vada." Disse Giovanni cordiale.
"Lo credo anche io. Lei odia aspettare.- disse ridacchiando. -Quindi vado, è stato un piacere Giovanni. Spero di rivederti."
"Lo spero anche io, ciao Giulia." la salutò e a quel punto la ragazza si allontanò alle spalle del ragazzo, correndo.
Giovanni si girò verso di lei e proprio in quel momento Giulia inciampò, rischiando di cadere. La ragazza scoppiò a ridere per essere inciampata ed il ragazzo la guardò interdetto.
"Che bambina!" Disse ridacchiando.

Sangiulia-One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora