Capitolo II: Ricordi del passato

316 8 1
                                    

-Due birre grandi, grazie.-
Steve si era rivolto al barista mentre Bucky osservava fuori dalla grande vetrata del locale. Era buio, ma le luci di Brooklyn erano quasi accecanti.
Non gli dispiaceva, ma aveva quasi scordato come fosse la notte in città. In Wakanda la notte era qualcosa di magico. Si potevano vedere perfettamente le stelle, una moltitudine, che suscitava in chiunque le guardasse sentimenti inconcepibili.
Stupore, meraviglia, commozione, paura.
Alzò lo sguardo verso l'alto, oltre l'edificio di fronte, ma a Brooklyn le stelle erano poco visibili.
-Buck?-
Steve lo aveva chiamato, aveva in mano le loro birre in boccali molto grandi. Anche troppo se fossero stati semplici umani.
Si sedettero ad un tavolo per due, leggermente appartato. Volevano avere tranquillità e con Captain America era sempre quasi impossibile. Spesso veniva fermato per strada per fare foto o autografi. Una vera celebrità. Bucky invece, almeno secondo lui visto che era tornato da appena due giorni, probabilmente era ancora visto come il Soldato D'Inverno che aveva assassinato persone e devastato interi quartieri.
-Alla tua amico.- disse Steve sollevando il bicchiere verso James, il quale fece altrettanto, per poi buttare giù un lungo sorso di birra fresca.
-Alla tua Steve. Se non fosse per te ora non sarei qui.-
-Ho solo fatto quello che avresti fatto tu per me.-
Bucky annuì, ma in realtà non era convinto che ciò fosse vero. Il lavaggio del cervello che gli aveva fatto l'Hydra lo riduceva ad un mostro. L'avrebbe fatto per Steve, sì, se fosse stato in grado di decidere con il proprio cervello.
Si sentiva estremamente fortunato ad essere lì.
Si trovavano in un piccolo locale di Brooklyn, non molto distante dal Brooklyn Bridge Bar, il luogo dove passavano tempo lui e Steve da ragazzi.
I ricordi riaffiorarono subito alla mente: in quel locale aveva conosciuto una ragazza, la prima di una non così tanto corta serie. Non ricordava bene il suo nome: Eloise o Eleonor, una giovane di 17 anni, timida, con dei lunghi boccoli biondi e delle labbra perennemente rosse che lo attraevano ogni volta che la vedeva.
Sorrise involontariamente ripensando ai primi baci impacciati, e poi a quelli più audaci, che si erano scambiati nel vicolo accanto a dove si trovava ora.
-A cosa stai pensando?- chiese Steve.
Bucky scosse la testa. -Ricordi.- bevve un altro sorso di birra. -Delle nostre serate al Brooklyn Bridge Bar, qui vicino.-
-Oh, bei tempi quelli. Eri così diverso.-
-Beh, tu eri molto più basso!- rise Bucky.
Il soldato d'inverno, il più temibile assassino degli ultimi 70 anni, ora sorrideva ripensando alle sue bevute di gioventù. A Steve non sembrava vero di poter avere di nuovo il suo amico lì con lui.
-Buc, raccontami qualcosa del Wakanda!-
Da quando era arrivato non aveva ancor avuto modo di parlarne, se non con Natasha proprio al suo arrivo.
-Oh, Steve, è impressionante.-
-Ti hanno tenuto in una cella e sfamato con pane secco?- scherzò Cap.
-No, sono stato in un posto meraviglioso in realtà. Un piccolo villaggio Wakandiano. Mi hanno curato, mi hanno fatto stare il più possibile in un ambiente rilassante. E, non ci crederai, vivevo come gli uomini antichi: avevo un mio orto, i miei animali.- fece una pausa e sorrise. -Devo dire che curarli con un braccio solo era piuttosto complicato!-
-Sembra fantastico. E quando hanno capito che fossi pronto per riavere il braccio?-
-E' stata Shuri, la sorella di re T'Challa. Mi è stata molto vicino, ha supervisionato il tutto ed ha realizzato lei questo..- mosse il braccio, coperto da un giubbetto in jeans e un guanto nero. -La loro tecnologia è qualcosa di spettacolare Steve. Adoro quel posto.-
-Beh dovrai portarmi lì un giorno.- Steve fece una pausa e rise -Non osare dire davanti a Lexie che la loro tecnologia è fantastica, si infurierebbe!-
Bucky si incuriosì parecchio quando l'amico nominò la giovane agente che aveva appena conosciuto.
-Perchè dovrebbe infuriarsi?-
Lo chiese quasi seriamente, talmente tanta era la curiosità nel capire e conoscere quella ragazza.
-Beh lei è la figlioccia di Tony. Chiunque prova a minare la meravigliosa tecnologia Stark deve vedersela con lei!-
A Bucky mancò un colpo, anche se non seppe capire ancora il perchè.
-La figlioccia di Stark?-
-Sì, insomma, non geneticamente. L'ha portata lui nel team. Ricordi?-
-Oh, giusto.-
Bucky si passò una mano sulla fronte e nei capelli, imbarazzato. Steve lo notò.
-Che ne pensi di lei?- chiese il biondo.
-Dell'agente Moore?- James si grattò il mento pensandoci su -Non ci ho parlato molto, solo ieri a pranzo quando c'eri anche tu..-
-E..?-
-In realtà quando ti ho detto che sarei andato a curiosare in giro per il quartier generale, ho trovato l'agente Moore ad allenarsi con la pistola e le ho dato qualche consiglio.- disse Bucky spostando lo sguardo sulla sua birra che improvvisamente era diventata la cosa più interessante del mondo.
-Sergente Barnes, da quando è così timido, lei?- chiese Steve ridendo. Ricordava che Bucky non fosse uno che si imbarazzava facilmente soprattutto quando si parlava di una bella ragazza. E Alexis lo era, una bella ragazza. -Buc, se vuoi provarci con lei fai pure, nessuno ti fermerà!-
Il soldato aggrottò la fronte -Mh? No, non voglio provarci con lei... Credo... Semplicemente mi incuriosisce molto. Vorrei sapere di più su di lei. I suoi occhi dicono molto di più di quello che vuole far credere secondo me.- e si perse di nuovo nel liquido ambrato della sua birra.
Steve concordò mentalmente con il suo amico.
Era proprio come diceva Bucky. Alexis aveva un passato complicato, ma non doveva certo essere lui a raccontarlo alle persone e sapeva che se l'avesse fatto Alexis si sarebbe infuriata.
Decise di mettere in guardia Bucky solo sul fatto che avesse un passato complicato, senza raccontare però alcun dettaglio.
I due finirono la loro birra, piuttosto in fretta. Sempre per colpa del maledetto super metabolismo da super soldati che Alexis tanto invidiava.

New Avengers: TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora