Era una fredda giornata di sole, i pallidi raggi riscaldavano appena la ragazza dai capelli castano rossicci, ricoperta da un pesante mantello di lana.
D'altronde la primavera non era ancora arrivata, a testimonianza di ciò vi era la presenza di ancora grossi cumuli di neve ai lati del sentiero che stava percorrendo. Solo piccole zone erano sgombre dal candido biancore e lasciavano intravedere le prime tracce di rinascita, tipiche del prossimo cambio di stagione.
La ragazza stava diligentemente tornando a casa, infatti portava al braccio un cestino di vimini carico di quei prodotti, a cui lei e la sua famiglia non potevano rinunciare. Se li era procurati nel vicino paese.
Era sempre lei ad andare al mercato, perché della famiglia era quella che attirava meno l'attenzione; e lei, sua madre, suo padre e il piccolo fratellino di 10 anni dovevano stare attenti a non attirarne troppa.
Nonostante la pesantezza del cesto non considerava fastidiosa quella commissione, le dava modo di passeggiare nella natura, di inseguire il sublime suono del canto degli uccelli e, se era fortunata, di intravedere qualche animale selvatico.
Batteva una strada conosciuta, perciò lasciò divagare un attimo la mente. Pensò ai diversi posti che aveva visitato con la famiglia, avevano infatti cambiato luoghi diverse volte e per un periodo si erano anche stanziati con dei loro simili. Ora si erano fermati in una piccola casetta di legno isolata, ma neanche troppo lontana da un punto di approvvigionamento, la cittadina di Ulensk, vicino al confine con Fjerda. Un rischio, certo, in quel periodo però solo una cosa si poteva affermare con assoluta certezza: nessun luogo era sicuro se si era dei Grisha.
Iniziò tutto con un brivido alla base del collo, una sorta di sesto senso che l'avvisava di un pericolo imminente.
Si guardò attorno, all'apparenza era tutto immobile e tranquillo, forse troppo, gli uccelli infatti rimanevano in silenzio. A quell'ora del giorno si sarebbero dovuti sentire, nonostante la sua presenza. Questo era decisamente un fattore che non volgeva a suo favore.
Il sentiero che aveva seguito l'aveva portata in mezzo a una piccola radura, era quindi completamente esposta. Troppo lontana per tornare nella copertura della foresta.
Alzò lo sguardo davanti a sé e fu proprio in quel momento che fecero la loro comparsa, sembravano fantasmi, comparsi dal nulla: sei uomini possenti avvolti da pesanti pellicce, capelli biondi e barbe lunghe, l'aspetto di chi non si fermava da giorni. Malgrado non indossassero le tipiche divise non potevano esserci dubbi, quelli che la stavano lentamente accerchiando erano dei Drüskelle.
Lei era in pericolo.
Considerò velocemente le sue possibilità: aveva già escluso il tornare al riparo degli alberi, non poteva inoltre usare i suoi poteri perché avrebbe rivelato subito la sua vera natura e, cosa non meno importante, non era in possesso di poteri offensivi, era una semplice guaritrice. Poteva tentare di confonderli, farsi passare per una normale ragazza di ritorno dal mercato. Non prese neanche in considerazione la possibilità di urlare. Nei paraggi gli unici che avrebbero risposto al suo richiamo sarebbero stati i suoi genitori e di certo non poteva rischiare di metterli in pericolo. Meglio che i Drüskelle pensassero che lei fosse da sola e vulnerabile, cosa neanche troppo lontana dalla verità.
Si costrinse a mantenere un atteggiamento calmo, nonostante dentro di lei iniziasse a scatenarsi il panico.
Li lasciò avvicinare e solo quando li ebbe ormai davanti li salutò cordialmente:
"Buongiorno!" non sapeva come, ma riuscì anche ad abbozzare un sorriso e aveva cercato di mantenere la voce più salda possibile.
L'uomo di fronte a lei non rispose, rimase in silenzio ad osservarla per un breve istante prima di piazzarle un sonoro manrovescio sulla guancia.
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Cursed Love
FantasyUn giorno iniziato come tanti altri e che poteva certamente concludersi come tutti gli altri, se non fosse che la storia è ambientata in un periodo in cui persone dotate di poteri e denominati Grisha, non possono considerarsi al sicuro in nessun luo...