Capitolo 5 - Crollo

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Erano passati tre mesi da quella famosa prova, Luda era arrivata al rifugio, aveva avuto modo di conoscere Baghra e tutti gli altri Grisha presenti.

Con la madre dell'oscuro non era scattata subito quella sintonia che lei aveva sperato, nonostante la ragazza non avesse mai avuto grosse difficoltà ad approcciarsi al prossimo.

Era anche per questo che la sua famiglia la mandava al mercato, sapeva essere cordiale quando serviva, ma al tempo stesso sfuggente in modo da non creare inutili sospetti.

Le lezioni con Baghra a volte erano davvero intense e pesanti, c'era sempre qualcosa che doveva essere fatto meglio.

Luda però questo non lo riferì mai a Kiril, malgrado lui probabilmente sospettasse qualcosa, d'altronde conosceva il carattere della madre meglio di chiunque altro.

Il gruppo ora si era stanziato presso un antico santuario, tanto antico che nemmeno Baghra aveva idea di chi lo avesse costruito.

Kiril non era sempre lì presente, a volte compiva dei viaggi di qualche giorno e spesso riusciva a portare con sé altri Grisha.

Non aveva ancora trovato nessun altro guaritore. Luda, quindi, era l'unica del gruppo con quell'abilità.

Ogni volta che lui ritornava al santuario la cercava con lo sguardo, non poteva farne a meno.

La ragazza era intenta a sistemare delle provviste quando sentì un enorme boato. Corse fuori dalla stanza in cui si trovava e vide che dal corridoio alla sua destra si alzava una cappa di polvere e pietra sbriciolata.

Era crollata un'intera zona del nascondiglio e quella apparteneva a una delle parti comuni, era perciò piena di Grisha.

Si iniziarono a udire dei lamenti provenire da sotto le macerie e subito Luda si adopererò per andare a cercare i superstiti.

Una mano sulla spalla la bloccò, era Kiril che proferì in tono deciso:

"Tu non andrai lì, sei l'unica guaritrice e non possiamo rischiare che tu ti ferisca in caso di un altro cedimento.."

Luda dovette ammettere che lui aveva ragione.

"Sarò nell'altra sala comune e mi farò aiutare ad allestire quante più brandine possibili per i superstiti.."

Si divisero, ognuno con il proprio compito da svolgere.

I sopravvissuti continuavano ad arrivare con ferite più o meno gravi, si andava dalle contusioni, ai tagli alla testa o in altre parti del corpo, per non parlare delle ossa rotte.

Luda assieme a Nastia, l'unica plasmaforme presente nel gruppo e con la quale aveva instaurato un buon rapporto, aveva concordato un sistema per procedere: dei Grisha facevano avanti e indietro dalla zona del crollo, portavano i feriti da loro e dovevano dividerli in due file.

I meno gravi sarebbero stati curati da Nastia, più che capace di occuparsi di piccole abrasioni o di contusioni, a lei invece sarebbero toccate le situazioni più gravi. Si erano divise la sala comune in due parti.

Aveva perso il conto dei minuti che trascorrevano inesorabili, non aveva tempo di pensarci, la sua unica preoccupazione era quella di curare quanti più Grisha possibile prima di arrivare al limite.

Aveva appena finito di curare un fabrikator con la gamba fratturata, l'osso bianco che era fuoriuscito dalla sua posizione. Era stato difficile sistemare quella lesione.

Sarebbe dovuta passare al Grisha successivo che era steso nella branda affianco e che era privo di sensi, non era un buon segno.

Dovette però appoggiarsi un momento alla colonna sulla sua sinistra e riprendere fiato.

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