Capitolo 8 - Ryevost

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Il momento tanto atteso era arrivato, quel giorno Aleksander e gli altri Grisha avrebbero dimostrato il loro valore, lui continuava però a sperare che non si arrivasse a uno scontro diretto.

Il re aveva accolto con stupore e leggero scetticismo la proposta del Grisha oscuro, alla fine però si era convinto e gli aveva dato carta bianca. Voleva proprio che finisse quella guerra contro Fjerda.

Aleksander cavalcava davanti alla colonna, al suo seguito il re aveva ordinato ci fosse un drappello di soldati umani e lui sapientemente non aveva posto obiezioni.

Nel gruppo dei suoi simili era ovviamente presente anche Luda, poteva vederla qualche fila più indietro vicino alla chiamatempeste Leya.

Erano stati di nuovo prudenti e avevano deciso di non cavalcare fianco a fianco, nonostante lo volessero con tutte le loro forze.

Arrivarono alla piana in cui i due eserciti, Ravka da una parte e Fjerda dall'altra, si stavano affrontando. Dalla prima linea si sentivano già i rumori di una battaglia in corso.

Erano arrivati al momento giusto.

Aleksander scese con eleganza dal cavallo e si diresse con passo sicuro verso la tenda del generale. Sì, esatto, quel generale incompetente.

Entrò nella tenda senza farsi annunciare e lo individuò subito. Era dietro un basso tavolo su cui era stesa la mappa della città e dei dintorni di Ryevost, in modo da avere sotto controllo la situazione. Erano presenti altre due figure di alto grado, notò il Grisha oscuro.

L'alto ufficiale fu il primo ad alzare lo sguardo su di lui e lo squadrò dalla testa ai piedi prima di rivolgergli la parola in maniera ostile:

"E tu chi saresti?"

"Il consigliere militare del re.." rispose semplicemente Aleksander "Da questo momento prendo io il comando di questo esercito.."

Il volto del generale diventò paonazzo, gli occhi gli uscirono quasi dalle orbite, l'espressione arrabbiata e incredula allo stesso tempo.

"Come osi?!" la voce quasi un urlo.

Aleksander non si lasciò intimidire e dalla tasca della sua casacca pesante nera estrasse una lettera con timbro di ceralacca rossa intatta.

L'alto ufficiale gliela strappò letteralmente di mano in maniera brusca.

"Quello che ha in mano è un ordine diretto del re e ho tutto il diritto di essere qui.." Aleksander gli risparmiò la fatica di leggere il messaggio, ma il militare non soddisfatto lo lesse con scrupolosa attenzione.

Si vedeva che quell'uomo si stava trattenendo dal dare in escandescenze e il Grisha oscuro ne era quasi divertito.

Il comandante si limitò a sistemarsi la divisa e a dirigersi verso l'uscita, non voleva però lasciarsi scappare l'occasione di umiliare in qualche modo quel Grisha che aveva osato sfidarlo:

"Accomodati pure, Eretico Nero.." sputò quasi quelle parole.

Aleksander rimase impassibile.

Non c'era tempo da perdere, ogni minuto era prezioso, soprattutto in battaglia e soprattutto se Aleksander doveva dimostrare il valore dei suoi simili, non come una semplice diversione del genere umano, ma come un popolo fiero di vivere e anch'esso capace di combattere.

Quel giorno, se tutto fosse andato secondo i suoi piani, i Grisha sarebbero stati vittoriosi e finalmente avrebbero ottenuto quello che più agognavano: un posto sicuro in cui vivere.

Ad Aleksander bastò un semplice cenno ai suoi simili e loro iniziarono a disporsi ordinatamente come concordato, tutti sapevano cosa fare.

Lui era ovviamente in testa al gruppo, era dopotutto il più potente fra di loro e voleva correre in prima persona i rischi. Non come certi generali che se ne stavano al sicuro nelle loro tende senza neanche di fatto vedere la battaglia.

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