Primo Giorno Nella Casa

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«Che cazzo è stato?!» Dico alzandomi di colpo dal letto sentendo un rumore provenire da fuori la finestra,mi alzo mettendomi la felpa. Vado a vedere fuori dalla finestra trovando due bambini,forse gemelli,lanciavano dei sassi contro la mia finestra.

«Cosa volete?!» Gli grido facendo gesto di andarsene,saranno già i vicini rompipalle. Gli sento dire qualcosa che non capisco e se ne vanno,richiudo la finestra tornando a dormire "Boh qui sono tutti strani,

Il giorno dopo,mi sveglio verso le 7:00am dato che è il mio primo giorno di scuola. Che bella cosa. Vado in bagno,mi faccio una doccia veloce,mi vesto e scendo le scale andando a fare colazione,come una famiglia felice.

«Buongiorno Katrina»,sento il coro della mia famiglia intanto che mi danno il buongiorno,gli faccio un semplice segno con la mano salutandoli e mi siedo a tavola.

«Allora come vi sentite ad andare in una nuova scuola?» Ci chiedono i nostri genitori a me e Violet. La guardo e alzo spallucce,tanto siamo ad un anno di differenza,una in una classe e una in un'altra,non perché lei è più grande solo perché io sono stata bocciata,non sono perfetta come mia sorella.

«Impegnati quest'anno Katy» mi dice mio padre,l'anno scorso andai da dio,letteralmente,quindi che senso ha avuto dirmi questo? Sono stata bocciata adesso basta girare il dito nella piaga.

«Devo andare» dico alzandomi dalla sedia e andando via «Comunque Moira,brava» si Moira è la nostra governante. Una vecchia che sembra avere cent'anni,può anche averli.

«Grazie Signorina Katrina» mi dice continuando a pulire i piatti sporchi,si gira un attimo sorridendomi,le ricambio il sorriso e vado verso la porta,prendo il mio skateboard e vado verso scuola.

Appena arrivata,metto dietro lo zaino lo skateboard,mi avvio all'entrata,scrutando un po' in giro la gente,i soliti gruppi del cazzo che ci sono ovunque. Vado avanti verso la mia classe,andando a sbattere su tre ragazze,che sembravano avere la mia età.

«Oh e chi saresti tu? Una sguarldina di seconda?» Dice una con i capelli mori,le altre due bionde senza cervello accanto a lei ridono «Però aspettate è vestita troppo bene per essere una di quelle troiette» alzo gli occhi al cielo e le supero andando verso il mio armadietto.

Finita la scuola aspetto Violet fuori dal cancello della scuola,dovrebbe uscire fra neanche cinque minuti.
10 minuti. 15 minuti. 20 minuti. Rientro a scuola,andando nel cortile dove si faceva merenda,trovando Violet che si azzuffava con le tre di stamattina,vado da lei,buttando quella mora via e gridandole contro.

«Non toccare mia sorella!» Dico mettendomi davanti mia sorella sdraiata per terra. Quella mora mi sorride sputandomi sulle scarpe,le mie Vans bordeaux,queste sono le mie preferite. Lei è morta. Gli prendo il braccio girandoglielo dietro la schiena.

"Lasciami!" Mi continua a gridare dietro intanto che mi stava venendo la voglia di rompergli il braccio. Per quello che aveva fatto a mia sorella. Lei non si merita questo e tu brutta troia toccala un'altra volta e ti rompo la faccia.

«Va a piangere dalla mamma ma osa toccare ancora Violet e ti giuro che la faccia ti sparisce»,dico liberandola e aiutando mia sorella stesa a terra. Questo è un altro motivo perché io sono la pecora nera della famiglia. Risolvo tutto con la violenza,prima pensavo fossi pazza ma poi mi resi conto che era una forma di difesa.

«Perché ti ha picchiato?» Chiedo a Violet intanto che andavamo a casa.

«Perché stavo fumando» dice uscendo il pacchetto di Marlboro,rimango stupita,perché è un po' assurdo che delle sgualdrine ti picchino per delle sigarette.

«Che cazzata dai,domani andiamo a scuola insieme,andiamo verso di lei fumando e se osa sfiorarci è morta» dico prendendomene anche io una dal pacchetto. L'accento uscendo il mio accendino dalla tasca dei jeans.

Arriviamo a casa,mia madre non è casa,è andata a comprare delle cose per togliere la carta da parati e scoprire dei quadri nascosti. Mio padre invece è nel suo studio con un paziente. Vado di sopra nel mio bagno senza chiudere la porta a chiave,prendo la mia lametta ed inizio a tagliare,piccoli segni sulla mia pelle bianca cadaverica,a volte penso di essere già morta,però provo troppo dolore per esserlo.

«Se vuoi morire davvero tagliati in verticale»,mi cade la lametta dalle mani guardando verso la voce alla porta. Un ragazzo biondo forse avrà la mia stessa età.

«Come sei entrato?» Dico abbassandomi la camicia,guardandolo.

«Beh se lasci la porta semichiusa,piacere Tate» mi porge la mano sorridendomi.

«Katrina,sei un amico di Violet?» Dico ricambiandoli il saluto,riprendo la lametta aspettando una sua risposta,rimettendola apposto.

«No un paziente di tuo padre» alzo un sopracciglio,sembrava normale,davvero normale,poi non tutti i pazzi lo sono davvero,io penso di aver bisogno di uno psicologo sapendo di stare bene.

«Bene,l'importante che non uccidi nessuno» dico quasi ridendo ma lui rimane serio,lo guardo un po' stranita "Ehi scusa non volevo dire niente di cattivo" dico avvicinandomi a lui e sorridendogli.

«Tranquilla,adesso vado» dice sorridendomi e girarsi dall'altra parte. Lo fermo dal braccio,forse è l'unico "amico" che mi farò,perché quelli della mia classe sono troppo normali.

«Ti va di parlare?» Chiedo sorridendogli,forse gliel'ho chiesto per conoscerlo ma forse perché ho bisogno io di distrarmi.

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