capitolo 2

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narra macarena
sono passati dei giorni dalla morte di flaca, ramala è un uomo senza pietà, e adesso lo sappiamo tutte bene. io e zulema non parliamo dallo scorso litigio, l'unica cosa che mi ha detto è stata "che cazzo fai?" con molta rabbia perché una notte mentre dormivo mi sono appoggiata su di lei inconsciamente, era sveglia probabilmente e mi ha urlato contro. per quanto io sappia non mi era mai capitato di avvicinarmi a lei durante la notte, credo non sia mai successo perché altrimenti zulema me l'avrebbe detto col suo solito tono arrogante e presuntuoso.

narra zulema
non parlo con la bionda da un pò, non che prima parlavamo così tanto, però qualche risata ce la facevamo... la scorsa notte l'ho svegliata mentre le urlavo contro, come di suo solito aveva appoggiato la testa sulla mia spalla, lei ovviamente non lo sa, ma fa questo gesto dalla prima notte in cui abbiamo dormito in questa caravana, non so neanche io il motivo per il quale non le ho mai detto nulla fino alla notte scorsa, vederla così, appoggiata su di me mentre dormiva beatamente mi rilassava, è così bella JODER, tiro un cazzotto sulla roulotte, COSA CAZZO MI VIENE IN MENTE?
vengo interrotta dai miei pensieri quando sento maca scendere dalle sedie poste sulla caravana, aveva ovviamente sentito il botto
- zulema che ti prende?
- che cazzo te ne fotte rubia? mh?
- ME NE FOTTE PERCHÉ È PER COLPA TUA CHE FLACA È MORTA E NON VOGLIO CHE PER I TUOI SBALZI D'UMORE DEL CAZZO MUOIA QUALCUN'ALTRO OK?
la guardo immobile, poi, dopo qualche secondo sbuffo una piccola risatina amara. la vedo avvicinarsi sempre di più a me
- solo questo sai fare? giusto zulema? sai solo ridere di fronte alla verità cazzo. dio se ti odio.
detta quella frase si era avvicinata a 3 centimetri dal mio viso, la stringo per il braccio così forte da farla gemere dal dolore per poi avvicinarmi al suo orecchio e dirle
- se mi odi così tanto perché cazzo sei venuta a prendermi due anni fa? eh rubia? stai zitta te ora?
non ricevo risposta. solo un'occhiataccia, le lascio il braccio, si gira e se ne va, avrei tanto voluto chiederle dove andasse ma l'orgoglio bruciava dentro di me.

narra macarena
non so con quale coraggio ho detto quelle cose a zulema, però cazzo, se lo meritava. mi accendo una sigaretta per cercare di mandare via tutta la negatività accumulata ma sembra davvero impossibile. mentre fumo mi avvicino ad una pozzanghera, vedo il mio riflesso con una sigaretta appoggiata alla bocca, immagino zulema lì vicino a me, silenziosa come sempre, vedo fumare anche lei, dio quando porta la sigaretta alla bocca, le sue labbra, il suo sorriso, entrambe cose che cerca sempre di tenere nascoste, PORCA PUTTANA, tiro la sigaretta nella pozzanghera che si spegne insieme al mio film mentale, perché cazzo avevo immaginato tutto ciò? che cazzo mi succede? zulema è una stronza, cazzo se lo è, non è niente di più se non una stronza senza cuore. devo smetterla di illudermi coño.
mi incammino per tornare alla caravana, non voglio neanche vedere quella hija de puta, non so come farò a dividere il letto con lei anche stanotte.
appena arrivo la sento piangere sulla roulotte, non oso fiatare, so benissimo che finirebbe male se mi azzardassi. entro e mi butto sul letto, sento zulema smettere di piangere all'improvviso, si è accorta del mio ritorno, lo so bene.
- adesso torni silenziosa rubia? cos'è? vuoi uccidermi?
- quello sempre zulema.
mi limito a dire quelle parole senza neanche guardarla in faccia, si infila nel letto e nessuna delle due osa cercare un contatto visivo. appena si rimbocca le coperte si gira di spalle e per sbaglio la mia mano ha sfiorato il suo culo. la sento irrigidirsi come mi sono irrigidita anch'io, entrambe facciamo finta di nulla. dopo qualche minuto mi addormento, troppa tensione.

monica è stata uccisa da ramala, goya e soprattutto triana hanno perso la pazienza, zulema non voleva dare loro i diamanti, io ho rischiato la vita e per qualche strana ragione zulema ha voluto salvarmi. mi viene in mente un litigio con zulema

- cos è questo mh?
si avvicina a me e mi stringe il collo
- la mia malattia sono affari miei.
le punto la pistola contro e le dico parole che non avrei mai pensato di poter dire a qualcuno
- anch'io ho un cancro, sei tu, e finché tu sarai viva io non potrò continuare in pace la mia vita.
- ok, allora spara. spara. spara cazzo.
mi blocco a quelle parole e me ne vado lasciandola lì, da sola.

zurena-non dimenticarti mai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora