capitolo 3

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narra macarena
quella notte mi aveva fatta sentire felice, nel vero senso della parola, ormai non ero felice da circa una decina d'anni. l'orgoglio però ha voluto che io rovinassi tutto quello che si era costruito tra me e zulema in quella notte con una semplicissima frase: "quello di ieri notte è stato uno sbaglio"  ha reagito come pensavo, per lei era stato semplice sesso, per me era qualcosa di più, cazzo per quanto io voglia negarlo sento qualcosa per lei.

narra zulema
è strano l'effetto che mi ha fatto sentire dalla bionda che voleva ammazzarmi, si, me l'ha detto tantissime volte, prima non mi importava, anzi mi divertivo a vederla arrabbiata, adesso però qualcosa è cambiato... nella notte di capodanno ho capito una cosa che non avrei mai immaginato di poter ammettere: provo qualcosa per quella puta rubia.
non so cosa e probabilmente dovrei smettere di chiedermelo. lei non prova niente per me. niente. non mi sarei mai aspettata da lei quelle parole "è stato uno sbaglio" quando le sentii qualcosa dentro di me si ruppe, fortunatamente sono incredibilmente brava a nascondere le mie emozioni, anche se stavo morendo dentro, mi sono mostrata impassibile, come se non me ne fregasse un cazzo, come se per me era stata solo una scopata, la verità però è che durante quella notte ero felice. cazzo se lo ero. mi sono sentita felice dopo una vita intera ad essere vuota, senza alcuna emozione, ma devo farmene una ragione, macarena mi odia. me l'ha confermato più volte, ricordo quando mi disse che io sono il suo cancro... nella vita mi hanno detto tantissime cose per ferirmi, ma quella frase... cazzo quella ci è riuscita alla perfezione.

io e la rubia non parliamo da un pò, ci lanciamo solo intensi sguardi, nessuna osa mai aprire bocca. questo silenzio mi urta.
- mi fai un favore?
rompo il silenzio. maca mi guarda scioccata
- me lo devi
continuo alludendo al fatto che l'ho salvata da ramala.
si limita ad annuire. voglio parlarle. voglio dirle ciò che sento.
- mi fai uno shampoo?
le chiedo
- scusa?
- si, uno shampoo, non sai lavare i capelli rubia?
- certo, ovvio che so fare uno shampoo
- allora forza, prendi una bacinella
aver parlato con lei dopo giorni mi aveva resa più felice che mai

narra macarena
uno shampoo? che cazzo le prende? spero solo non sia una trappola...

narra zulema
vedo la bionda tornare con una bacinella, un barattolo di shampoo e uno di balsamo
- in questo momento è l'ultima cosa che pensavo mi avresti chiesto
dice lei mentre mi massaggia la testa.
dopo aver fatto una battuta decido finalmente di parlare. quella dello shampoo era solo una scusa per non guardarla in faccia, sarebbe stato troppo per me sapendo che lei non ricambia quello che provo.
- voglio parlarti senza guardarti in faccia
sento le mani di maca fermarsi di scatto, poi ricomincia a muoverle e io continuo
- ho passato tutta la vita a fuggire, sempre a scappare. a scappare da mia madre, poi da quel porco che lei mi ha fatto sposare, in carcere, sognavo sempre di evadere.
mi fermo.
- zulema. cosa vuoi dirmi?
al sentire il suono della sua voce ricomincio a parlare
- che non serve scappare se hai una casa, e che il tempo che abbiamo passato insieme nel camper, in quella roulotte, è stata per me la cosa più simile ad una casa. volevo che lo sapessi.
ho paura di cosa potrebbe dire.

narra macarena
sono scioccata. non riesco a credere che queste parole siano uscite dalla sua bocca.
sento i miei occhi lucidarsi, mi ha appena detto che sono la sua casa. c'è silenzio. una lacrima mi bagna il viso
- anche per me è stato molto speciale
non sapevo cosa dire

narra zulema
non mi sarei mai aspettata una risposta del genere da parte sua.
- ma come coinquilina fai veramente schifo
dice queste parole ridendo e poi mi tira un asciugamano in testa. le farfalle nello stomaco. cazzo. faccio finta di nulla
- anche tu, dormi con la bocca aperta
mi alzo e mi siedo davanti a lei
- perché? mi guardi quando dormo?
cazzo. trovo una scusa per non fare una figura di merda
- no non ti guardo però fai dei rumori terribili
- io...
rido divertita nel vederla in difficoltà
- sei proprio una stronza
rido ancora di più contagiando anche lei
- e perché non me l'hai mai detto? viviamo insieme da due anni, perché me lo dici solo adesso?
- se te l'avessi detto non avresti smesso di fare quei rumori
dico facendo una smorfia
- quante cose che non sai rubia
mi rendo conto di aver pensato a bocca aperta. cazzo. mi maledico da sola per quello che ho appena fatto.
- che? cosa non so?
penso. glielo dico o no? joder. o la va o la spacca. mi rimangono pochi mesi di vita. devo dirglielo.
- beh rubia... la notte hai anche altre abitudini oltre a quella di tenere la bocca aperta
- tipo?
ride leggermente
- dal primo giorno che siamo venute a vivere qui tu mentre dormi ti appoggi a me,con la testa sulla spalla e metti una mano sulla mia pancia...
-c-c-che?
faccio un sorriso tirato
- zulema stai scherzando?
- ho la faccia di una che scherza?
- e allora perché non me lo hai mai detto? l'altra notte mi hai svegliata urlandomi contro cazzo
non rispondo
- zulema. guardami.
si avvicina a me e mi alza il mento con un dito, decido di provocarla.
- vuoi che ti guardo mentre mi tocchi con lo stesso dito che hai usato per toccarmi la faccia prima di aver scopato a capodanno, rubia?
rimane senza parole. arrossisce e guarda in basso. questa volta sono io ad alzarle il mento con un dito. ci guardiamo intensamente, i nostri occhi si mangiano tra di loro, ci stavamo avvicinando sempre di più quando arriva goya.
cazzo.
- ragazze! ragazze! stanno venendo, sono tantissimi.
joder.

zurena-non dimenticarti mai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora