capitolo 5

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narra macarena
sono passati alcuni giorni da quando siamo arrivate in marocco, zulema mi evita, ho bisogno di parlarle, di sentire la sua voce, di scrutare i suoi occhi, mi sta negando anche il suo sguardo in questi dannati giorni. devo parlarle. non possiamo fare finta che non sia successo niente perché cazzo se qualcosa è successo. giuro che troverò il coraggio di andare a parlarle.

abbiamo praticamente finito di cenare, goya e triana ci salutano e vanno a letto, io sono seduta a tavola, zulema è sul divano, sta vedendo un programma. faccio un lungo respiro, poi spengo improvvisamente la televisione
- che cazzo fai?
mi dice lei, come pensavo d'altronde
- devo parlarti, anzi, dobbiamo parlare
sbuffa una risata amara
- non ho niente da dirti
dopo questa frase finalmente mi concede il suo meraviglioso sguardo
- vale, tu no, ma io si, quindi adesso mi ascolti.
- sei una rompicoglioni del cazzo
- ascoltami
mi guarda silenziosa, poi fa una smorfia e annuisce
- non ti ho chiesto del tumore per irritarti
sbuffa
- ascoltami ho detto
- cos'è? adesso vuoi anche darmi ordini?
- ascoltami che cazzo
fa una smorfia e tace nuovamente
- non voglio che un tumore ti porti via, non per me ovviamente, però ecco, cioè nel senso, perc-
- stai delirando
dice queste parole divertita mentre mi osserva, cazzo che imbarazzo
- ok, voglio che ti fai controllare
- che? ti sei fottuta il cervello? già hanno detto che non c'è più niente da fare, e poi che cazzo te ne frega a te?
- me ne importa. e non sai quanto.
punta i suoi occhi feroci nei miei ed è solo adesso che mi rendo conto di quello che ho appena detto
- ti prego, andiamo almeno una volta a vedere com'è la situazione, ti prego zulema
mi guarda attentamente, poi abbassa lo sguardo
- vale
lo dice quasi sussurrando
le prendo una mano sorridendo, lei mi guarda e interrompe immediatamente il contatto
- che cazzo vorresti fare? eh biondina? vuoi scoparmi?
- che?
fa una risata e si alza per poi fermarsi di nuovo
- ma che cazzo sto facendo, dai spostati, devo dormire.
mi prede il braccio e mi fa alzare dal divano, i brividi. cazzo.
- si, vado
ci guardiamo per un ultimo istante e poi vado in camera mia.
CAZZO SI. FINALMENTE CI SIAMO PARLATE. L'HO CONVINTA A FARSI CONTROLLARE.
mi addormento felice come non mai.
zulema mi farà impazzire

narra zulema
mi sveglio e cazzo dormire sul divano fa veramente schifo, mi alzo e prendo delle fette biscottate e della marmellata, sono finite le mele, giornata peggiore non poteva esserci.
- oi, buongiornooo
urla triana
- ragazzina giuro che ti faccio saltare la testa se non stai zitta
- calma, calma zulema, io e triana volevamo proporre una cosa
dice poi goya
- cosa?
le risponde maca che è appena entrata in cucina
- volevamo proporre di fare una specie di "festino" solo noi quattro, c'è bisogno di un pò di divertimento
dice triana
- si
- no
diciamo io e macarena contemporaneamente
- dai zulema, siamo arrivate qui già da una settimana ed è tutto così noioso, un pò d alcool e di divertimento non fa male
dice goya
- si, hai ragione
le risponde maca
- dai zulema, saremo solo noi quattro
conclude triana
- vale, ma niente musica ad alto volume
- VAI
urlano tutte.
goya e triana escono fuori, macarena mi guarda e poi si avvicina
- lunedì andiamo?
- dove?
mi indica la testa
- ah, si, vale
rispondo seccata
- domani cerca di divertirti, ok?
- vuoi che mi ubriachi rubia?
fa una piccola risata mentre arrossisce e abbassa la testa, istintivamente le prendo il viso costringendola a guardarmi negli occhi, restiamo lì, a guardarci per minuti che sembravano non finire mai, e non volevo che finissero, ma un colpo di vento fa sbattere la finestra.
- bueno, allora dopo vado a comprare l alcool
- si...
mi risponde lei imbarazzata, mi fa impazzire. quella stupida rubia mi fa perdere la testa. questa cosa non va bene. deve finire al più presto.

narra macarena
zulema è uscita a prendere il necessario per domani, una festa è la cosa migliore che potessimo fare ora, non so se si sbronzerà, sicuramente io e le ragazze ci ubriacheremo, lei però deve sempre avere il controllo su tutto, l'unica volta che l'ha perso è stata a capodanno, con me... quella serata. penso sia stato il giorno più bello della mia vita, il capodanno più bello della mia vita. per me non era stata una semplice scopata, è stato di più, è stato qualcosa che non riesco a descrivere, troppe emozioni nello stesso momento.
ho paura di quello che potrei dire o fare se mi ubriacassi, però mi ci vuole. domani è sabato e non festeggio un sabato sera a divertirmi da anni e anni.
mi stendo sul divano dove dorme zulema e accendo la tv, inalo il suo profumo come se fosse la fragranza più bella al mondo, anzi, per me lo era. per me il profumo di zulema era l'odore più puro che possa esistere.
- hai una cotta
triana mi riporta nella realtà con queste parole
- que?
- ti piace zulema
- EH? MA SEI IMPAZZITA?
rispondo agitata
- ormai l'abbiamo capito rubita
dice improvvisamente goya
- ma siete impazzite?
dico io
triana ride poi goya le lancia uno sguardo
- vale, allora perché volevi dividere la stanza con lei?
dice goya
- e soprattutto, perché zulema non ha fatto ancora riparare il suo letto?
aggiunge triana
- i-i-i-io-
si apre la porta. zulema. cazzo menomale.
goya e triana si guardano complici, io abbasso lo sguardo.
- che c'è? perché state tutte zitte? ho portato l alcool. non volete più festeggiare?
dice l'araba improvvisamente
- scherzi? siamo carichissime.
ribatte triana
- bene, occupatevi voi di mettere la roba in frigo
- aspetta zulema
dice goya
- che c'è ancora?
- non può essere una festa senza musica, ci servono delle casse
- GIUSTO
risponde triana
- tu sei uscita a prendere l alcool, adesso io e triana usciamo a prendere le casse e i led. va bien?
- vale
dice zulema con aria tranquilla
le due si avviano verso la porta d'uscita ma prima di andare si girano e mi lanciano uno sguardo divertito, io sbuffo e giro la testa dall'altra lato e becco zulema guardarmi che però fa finta di nulla, le farfalle nello stomaco. le ho sentite. cazzo se le ho sentite.
c'è silenzio, un silenzio tranquillo ma angosciante allo stesso tempo, volevo dialogare con lei, non stare zitta come se stessimo ad un funerale.
si alza dalla sedia
- voglio una mela
dice improvvisamente, apre il frigo ma non trova quello che cercava
- cazzo è vero. joder.
sbuffa poi
- sono finite le mele?
le chiedo
- a quanto pare
- se vuoi ne ho una io
le dico
- eh?
- si, ne ho una nella valigia, ho portato una borsa termica e l'ho messa lì
ride divertita
- sul serio rubia? era necessaria una borsa termica?
- se non la vuoi peggio per te
mi alzo e mi dirigo verso la mia stanza ma mi blocca un braccio
- dai rubita, non prendertela, la voglio la mela
mi sussurra all'orecchio. sento i brividi su tutto il corpo. deglutisco, mi giro, lei mi guarda e ride, io alzo gli occhi al cielo e vado a prenderle la sua adorata mela.
- tieni
le porgo la mela
la prende ed il suo tocco mi fa effetto. questa donna mi manda fuori di testa.
- grazie rubia
mi dice queste parole e fa un occhiolino accompagnato da un sorrisetto. io le faccio un sorriso imbarazzata, volevo sprofondare, sapevo che ero rossissima in faccia. me lo sentivo. nel frattempo era passata un'ora e goya e triana tornano, appena mi ridono scoppiano a ridere
- coño maca, che ti hanno fatto? sei più rossa tu che un pomodoro
dice triana
zulema fa un sorriso divertito poi prende una sigaretta e va sul balcone per fumarla
- quand'è che la smetterete di rompermi i coglioni voi due?
dico infastidita
- quando ammetterai di avere una cotta per zulema.
dice goya
- che rompicoglioni che siete
- daiiiiiiii! ammettilo maca!
dice triana
- e anche se fosse? se mi piacesse zulema? non sono cazzi vostri
- okok rubia, stai tranquilla, spero che domani ti farai una scopata, almeno stai un pò più rilassata
dice goya
- che? scusa non dovevamo essere solo noi quattro?
dico io incredula
- si, ovvio, solo noi quattro
risponde lei con un sorriso da ebete stampato in faccia
- goya vaffanculo, pensa a scoparti triana
- vale, vale, non ti diamo più fastidio
- ecco. andate.

narra zulema
finisco la sigaretta e torno dentro, vedo maca seduta sul divano mentre guarda i media, il divano dove io dormo. mi siedo accanto a lei e la guardo
- per quanto ancora rimarrai qua a non fare nulla? io voglio dormire
le dico
lei spegne il telefono e mi guarda
- ok. rimango qua.
dice lei, che? che cazzo stava facendo? seriamente crede di poter sfidarmi?
rido lievemente
- ok, vorrà dire che ti sposterò io
faccio spallucce e d'improvviso la prendo in braccio, non posso più negarlo. mi sono venuti i brividi. cazzo li sento sul tutto il corpo. arrivo vicino la porta della camera di maca, la lascio a terra e la guardo facendole una smorfia divertita
- buonanotte rubita
apro la porta della sua camera e le do una piccola spinta per farla entrare
- sei una stronza
mi dice lei
- mmmh, si, lo sono
le faccio l'occhiolino e lei mi fa una smorfia poi chiude la porta e io me ne vado a dormire.

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ciaoooo, sono viva hqhaha, non ho abbandonato la ff, spero vi stia piacendo. Sisisisonosara ti amo perché mi dai sempre consigli stra belli per o capitoli.

zurena-non dimenticarti mai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora