capitolo 8

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narra zulema
sono in spiaggia, seduta, a pensare mentre fumo una sigaretta, in questi giorni maca mi ha fatto sentire viva, la vita ha un senso con lei, ma non può andare avanti, io con l'amore ho chiuso e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea.

rientro in casa per pranzare, appena apro la porta maca mi raggiunge e mi abbraccia, fa per baciarmi ma mi sposto e faccio un finto sorriso, non è e non sarà facile tenerla lontana, ma devo, per il bene di entrambe.
- che hai?
- niente, che c'è per pranzo?
- pasta al sugo
annuisco e apparecchio la tavola, poi ci sediamo e cominciamo a mangiare, c'è tanto silenzio, poi triana parla
- ragazze, stasera potete lasciare casa libera a me e goya?
- certo, così staremo insieme anche noi due
dice maca sorridendomi
- vale
mi limito a dire questo, so che stasera sarà tutto tranne che bella
mi alzo dalla tavola e vado in camera a stendermi, passano solo 5 minuti e noto una testa bionda che entra e mi guarda, faccio finta di niente e distolgo lo sguardo, è lì, in piedi che mi guarda
- ei, ho, non so, fatto qualcosa di sbagliato?
- no
rispondo fredda
- va bene
sforza un piccolo sorriso e fa per stendersi accanto a me
- voglio stare sola
dico guardando il soffitto
- ah, vale, scusami, non volevo
- si, ora esci
con la coda dell occhio vedo il suo viso triste e il suo corpo mentre esce dalla stanza, appena chiude la porta tiro un cazzotto sul letto
- joder
dico tra me e me, cazzo sarà dura.

- ragazze sono le 20.30 potete andare?
chiede goya
- tranquilla che la scopata stasera non scappa
dico io
- neanche a voi immagino
dice triana
- ragazzina tu mi hai rotto le palle. devi stare zitta. questi sono argomenti che non ti riguardano, quelle che stasera scoperanno sarete voi, non noi, claro?
- cazzo calmati, ero ironica
- ok, ora usciamo, ciao ragazze
dice maca uscendo fuori dalla porta prima di me, noto nei suoi occhi una sorta di delusione, una specie di dolore, credo.

stiamo camminando da un pò e nessuna delle due ha proferito parola, questa situazione è straziante, ma è meglio così, per entrambe.
- pensavo ti piacesse scopare con me
dice tutto d'un fiato rompendo il silenzio, cazzo ora che faccio?
- pensavi male
cazzo.
si gira e mi fa una faccia stupita seguita da un sospiro, faccio spallucce, devo. devo resistere.
- io, io, CAZZO, MI FAI SCHIFO
urla con le lacrime agli occhi
- non sei l'unica a cui faccio schifo, è ok
dico facendo una risatina, mi odio, ma devo. per il bene di entrambe, non potrebbe mai funzionare tra noi.
- e io che pensavo ci tenessi a me, CAZZO TI ODIO, TI ODIO
ha la voce spezzata dal pianto, mi da una spinta, poi un'altra, sono immobile, non so chi tra le due sta soffrendo di più in questo momento.
- ALMENO PARLA, RISPONDI ZULEMA
- sei tu che hai frainteso, erano semplici scopate
dico queste parole quasi sottovoce, è una tortura.
non dice niente, si gira e se ne va verso il mare, io sono qui, ancora ferma sul posto, appena non è più visibile ai miei occhi urlo
- CAZZO
entro in un locale e comincio a bere, tequila, la mia preferita
- dammi una bottiglia intera
- mi dispiace signora, ma qui non vendiamo alcolici in bottiglia
- gilipollas de mierda dammi quella cazzo di bottiglia o giuro che esco prima io dalla prigione che tu dal coma
dico stringendogli il collo, come un pulcino spaventato sotto la pioggia esegue la mia richiesta, mi vende la bottiglia ed esco dal locale, comincio a camminare, senza una meta, lungo la spiaggia, mentre bevo la mia bottiglia, scoppio in un pianto liberatorio, sono sola in mezzo ad un'infinità di sabbia.

narra macarena
sono un'idiota, e lei è una grandissima stronza, sono distrutta, a pezzi, non riesco a fare altro che piangere
- macarena!
sento urlare, mi giro e non credo ai miei occhi
- macarena!
la figura che chiama il mio nome si avvicina sempre di più
- fabio?!
o cazzo non sta succedendo davvero.
ormai ce l'ho di fronte, sono come ghiacciata.
- ciao eh
- oh, ciao fabio
rispondo senza guardarlo in faccia
- ascolta, se sei qui per fingere di amarmi e tutte quelle robe là per vendermi alla polizia risparmia il lavoro
dico porgendogli i polsi, fa una risata amara e mi abbraccia, rimango paralizzata, era l'ultima cosa che mi sarei aspettata oggi, riprendo lucidità e ricambio l'abbraccio, alzo la testa e vedo degli occhi color smeraldo guardarmi.
- tienimi il gioco.
dico a fabio
- que? in che senso?
lo bacio senza dargli spiegazioni
- maca?
dice esterrefatto
vedo la mora avanzare verso di noi, ha il volto distrutto dalle lacrime e una bottiglia vuota, di quella che sembra tequila, in mano, mi dispiace per lei, qualsiasi cosa le sia successo, ma mi ha fatto troppo male.
- vedo che già hai trovato una nuova persona con cui scopare
dice a voce abbastanza alta mentre si avvicina sempre di più
- zulema che cazzo vuoi
ormai è vicinissima
- un secondino? sul serio?
ride amaramente
- hija de puta que coño quieres?
ribatte fabio
- fabio stai zitto
gli dico mettendogli una mano sul petto per farlo calmare
- ti scopa meglio di come ti scopavo io? sii sincera biondina
dice sorridendo ironicamente
- que? che vuol dire?
- FABIO STAI ZITTO CAZZO
gli urlo
zulema fa una risatina
- si può sapere che vuoi? sei stata tu a fare tutto, adesso lasciami in pace.
- tu non capisci proprio un cazzo
si gira e fa per andarsene
- no. dimmi che cazzo sta succedendo
la tiro per il braccio costringendola a guardarmi
- VAFFANCULO
mi urla in faccia e si libera dalla mia presa, lascio stare, è inutile, mi giro e fabio mi guarda con uno sguardo interrogativo, mimo un "lascia stare" con la testa e cammino per andare verso casa ma mi blocca
- macarena adesso spiegami tutto.
- NO. NON MI VA DI PARLARE
urlo e me ne vado, proprio come ha fatto lei con me qualche minuto fa.

sono a casa, mi butto sul letto, sono distrutta.
mi addormento con lo stomaco vuoto e con gli occhi pieni di lacrime, non voglio più svegliarmi.

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non odiatemi 😩
dubito questo capitolo vi piacerà, però mi farò perdonare più in là, giuro.
tranquillx non è una ff fabriena, CHE SIA CHIARO.

zurena-non dimenticarti mai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora