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"Non lo so Paulo, mi sembra una follia." Continuavo a ripetere all'argentino dall'altro lato del cellulare, mentre io, folle com'ero mi trovavo in Via S. Quintino 39 di Torino mezz'ora distante da Vinovo.

"Non è una follia Fede." Cercava in tutti i modi di spingermi verso quella pazzia. Vacillavo tra la porta della razionalità alla porta del rischio.

"Vuoi dirmi che per te questa non è una follia? Invitarla ad una trasferta, dopo quanto? Una settimana che ci frequentiamo? Se per te questo non equivale ad una pazzia allora abbiamo due concetti ben diversi dell'aggettivo folle." Iniziai col fare respiri profondi, per poi proseguire nel cercare ancora una valida ragione per fare ciò che frullava nella mia testa dopo l'invito dell'altro giorno che mi ha gettato in un nuovo mondo, il suo. Non che non mi abbia fatto piacere, soltanto che dopo giorni ancora non ho realizzato  l'accaduto.  "Qual'è la cosa più giusta da fare Paulo?" Chiesi indietreggiandomi con la testa sul cuscinetto del sedile, oramai persa tra le mille idee che viaggiavano senza sosta.

"Fede io non so quale sia la cosa più giusta e tantomeno so quale sia la strada più facile da intraprendere. Lei ha fatto un passo avanti, ti ha aperto le porte del suo mondo, ora tocca a te aprire le porte del tuo mondo. Che sia una cosa da folli portarla in trasferta o no, bisogna rischiare o altrimenti vivrai con il rimorso."
Espresse in tutta sincerità il mio compagno di squadra. Facile parlare, no? Siamo tutti esperti con i problemi degli altri, riusciamo ad esprimerci in una maniera cosi tranquilla da sembrare una presa in giro, e non lo dico tanto per. Ora capisco Gian e le sue paranoie  nell'esporsi con quella ragazza - Estela- Cri mi ha parlato di lei e da ciò che mi ha raccontato è una spruzzata di una fragranza così forte da mandarti in tilt il cervello, insomma l'opposto del mare calmo al tramonto di Gian,

"Sai cosa Paulo, con lei non sai mai cosa aspettarti. Non riesco ad ipotizzare una reazione, potrebbe essere contenta e fare salti di gioia come una bambina ma al tempo stesso potrebbe scoppiare dalla rabbia alla visuale del biglietto." Nel confidargli anche quest'ultimo dettaglio, la tintarella ambrata del suo viso è diventata di un bianco smagliante, e  non lo noto perché siamo in videoconferenza, ma ho imparato a conoscerlo cosi bene che percepisco questa variazione di colore anche senza vederlo.

"Le hai già prenotato un volo?" Chiede ancora con lo stesso colorito bianco e con qualche lettera bloccata in gola.

"Ma cosa hai capito?" Rapidamente torno alla giusta postura, alzo di scatto il viso dal cuscinetto, causando anche un accenno di mal di testa.

"Non dirmi quello che sto pensando." Aveva intuito tutto, era proprio per quello che la consideravo follia.

"Cosa staresti pensando tu?" Sollecito cautamente senza causare altri dubbi futili o preoccupazioni altrettanto bizzarre.

"Fede."Sgridandomi con il suo tono da finto arrabbiato. "Sai che con me non funziona il gioco dell' indovinare. Vuoi farla viaggiare con noi?" La comunicazione telefonica venne interrotta a causa di un mutismo selettivo. Insomma chi tace acconsente e così centrai in pieno il detto, non risposi, lasciai che la segretezza svolgesse il suo lavoro senza intoppi.
"Sei letteralmente folle allora." Non era arrabbiato, dal tono percepivo accidenti che non rispecchiavano per nulla la personalità di Paulo: freddezza e distacco.

"Non è una ragazza che ama il nostro mondo, ancor di più quello dei riflettori." Affrettai a precisare.

"Sai che cosi stai facendo l'esatto opposto. Farla viaggiare con noi non è il vero rischio Fede e lo sai anche tu. Torneremo a Torino il giorno dopo, l'areo è prefissato per le 19:00. Cosa farai prima della partenza?  La vedo una ragazza sveglia e sempre in movimento, non credo starete in hotel tutto il giorno e cosi correrai il rischio di ritrovare il vostro volto su giornali o siti web che di certo ne avranno da scrivere sulla tua nuova conoscenza ." Prese fiato a causa di innumerevoli ragionamenti sensati che avevano consumato la sua gola ma non cosi tanto da continuare. " Perché lo sai che il mister accetterebbe ma il vero problema non è la società e lo sai anche tu Fede, giusto?" Ricordandomi il difetto enorme del nostro lavoro: mancanza di privacy.

non mi va/con te | federico chiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora