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La partita l'avevo guardata, perbacco se l'avevo guardata.Es e Gian avevano insistito di venire da me e Gian come un tifoso che si rispetti non poteva perdersela.Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui,seguivo ogni suo passaggio e percepivo che non era lo stesso, non era il Fede che conosco.

Percepivo tensione, i suoi movimenti non erano agili, anzi era discontinuo nell'eccellere eccetto per l'assist servito a Morata che gli ha permesso di portare la squadra in pareggio.

Ma il vero problema è quando al sessantesimo minuto l'arbitro tira fuori il cartellino rosso su di lui diretto per l'entrata su Cigarini.

"Non è il solito Fede." Disse Gian dall'altro lato del divano. "Cri, vi siete sentiti in questi giorni? È successo qualcosa?" Dai Gian! Sul serio? Non credevo a quello che chiedeva, non perché non mi fidassi di Gian ma diamine sono amici ed è improponibile pensare che non l'abbia aggiornato.

"Ne so quanto te Gian." Se lui non aveva accennato nulla perché farlo io? Infondo loro avevano un legame più profondo e duraturo.

"Non me la racconti giusta Crjstel." Un' espressione sospetta prese possesso del volto di Gian. Non avevo intenzione di raccontare. Cosa dovevo dire? Che la paura è una bestia impiantata dentro di me e non ha la minima voglia di svanire? Touché.

"Pensa ciò che vuoi Gian." Troncai subito, non volevo che quelle parole si divulgassero in una stupida conversazione di troppo.
———

Dalla partita e dalla chiacchierata con Gian ne passarono giorni. Vi siete sentiti? Hai fatto tu il primo passo? Che poi che significa davvero fare il primo passo? Il primo lo svolgo io e poi continui tu con il resto?

Primo passo.
Rimbombavano nella mia mente, due parole cosi semplice nel sentirle eppure cosi ardue da mettere in atto.

Perché Crjstel? Perché ti sei tirata indietro? Paura di essere andata a vedere una trasferta.
Ma in realtà la vera paura non è la trasferta?Qual'è la vera paura Crjstel?

Ecco, un po' di pace! Un attimo di serenità inaspettato, un secondo di felicità, un respiro, un soffio di vento, un aria fresca che riesce a penetrare attraverso la finestra della mia camera, che con la sua delicatezza mi invita fuori, per farmi respirare un mondo pulito dal male, invitandomi a guardare la luna andar via e sentire i piccoli rumori di una città che si sta per risvegliare. Questa immagine che ho riflessa nei miei occhi,ospita a sedermi sulla mia panchina.Fumo sigarette.Ho perso il conto.Nei periodi stressanti fumo talmente tanto da non rendermene conto.

"Allora quando vuoi accetti le mie FaceTime e ti fai vedere! Su alcuni notiziari girava la notizia che una quasi 19enne sia stata rapita dalla mancanza di brio torinese." Nico, il solito, mi videochiama di mattina presto, sapendo che è l'unico momento della giornata in cui sono disponibile.

"Smettila Nico." In parte era vero, da quando sono qui a Torino ho trascurato molto gli affetti che ho lasciato a Napoli. Sbagliavo, lo sapevo bene, le mie tre -uniche aggiungerei- amiche di sempre le avevo ignorate e non perché era mia intenzione ma il tempo a disposizione era suddiviso tra studio e Chiesa.
Nico, invece, lo sentivo di più. Nico è sempre stato lì a sopportarmi anche a chilometri di distanza.

"Stai affermando che Torino ha un tassello di vivacità in più rispetto alla tua amata Napoli."
Le sopracciglia si erano poste in modo tale da percepire un minimo di stupore con un leggero pizzico di sarcasmo.

"Napoli è impeto e passione ma anche lei ha i suoi aspetti negativi. Eppure sono sicura che non ti dispiacerebbe il clima di serenità e autocontrollo di Torino." Pausa. Silenzio. E poi finalmente la fatidica domanda. "Infatti quando hai intenzione di venire a trovare la tua vecchia, buona,saggia amica?"

non mi va/con te | federico chiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora