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Appena finita la partita sono andato di corsa negli spogliatoi, o meglio diretto sotto il getto di acqua calda, che in quel momento sarebbe stata l'unica cosa in grado di riprendermi dopo quel messaggio.

Questa mattina non potevo crederci, girovagavo per tutta casa, non realizzavo il fatto che dopo un suo modo gentile 'di rifiutarmi' mi aveva scritto. Si,beh l'orario era un po' insolito, chi poteva mai scrivermi alle 5:30 di mattina, e per di più di domenica.

Non sapevo cosa dirle, oltre ad andare avanti e indietro per la mia stanza, l'unico movimento che sono riuscito a compiere è stato digitare il numero di Paulo, eccetto Gian, è la sola persona a sapere di Cristel. Mi aveva consigliato di accettare, ma che idiota veramente pensava che avrei rifiutato. 'Oggi ho una partita, se vuoi passare ho lasciato dei biglietti a Gian'.

Perfetto Fede, non aggiungere altro, mi aveva detto Paulo, non farti credere innamorato perso già alla seconda uscita.

"È cosi ci hai ripensato.'Dicoo alle spalle, suscitando in lei un breve sussulto portandola a girare verso di me. Mi stava aspettando accanto alla mia auto, Gian avrà avuto da fare per non restare a salutare.

"Hai capito la stronza, chi mai l'avrebbe detto."Rispondendomi con un pizzico di perplessità. Non capisco come faccia ad essere cosi bella, non ha niente di speciale indosso, eppure un paio di jeans chiari con un chiodo di pelle, per il leggero venticello di ottobre, su di lei sembrano cosi spontanei e mai banali.

 Non capisco come faccia ad essere cosi bella, non ha niente di speciale indosso, eppure un paio di jeans chiari con un chiodo di pelle, per il leggero venticello di ottobre, su di lei sembrano cosi spontanei e mai banali

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"A cosa è dovuto questo cambiamento, se posso saperlo."Sollecitavo in una maniera così tranquilla da far spaventare me stesso.

"Che dici se entriamo, inizia a far freddo."Astuta, cambia argomento, deposito in una maniera rapida il borsone con i cambi nel dietro dell'auto.

"Allora?"Richiedo ma con una tranquillità diversa nel tono di voce.

"Ma per te deve esserci una ragione a tutto?"Replica spostando lo sguardo dallo schermo tecnologico dell'auto al mio viso ancora incredulo di averla accanto. Non è fastidio il suo è semplicemente imprevisto nel rispondere.

"È che non me la racconti giusta."Esclamo senza finzioni.

"Ah no? E cos'è che non ti suona giusto sentiamo."Sta volta non si accenna a rivolgermi uno sguardo, è concentrata a collegare il telefono per scegliere la musica.

"Non solo devo offrirti una cena, ma neanche la musica posso scegliere."Le dico ridendo per scaldare il minimo di tensione percepita.

"Ti lascio la scelta della cena e poi fidati, non te ne pentirai."Mi rassicura.

"Neomelodico?" Domando nel momento esatto che metto in moto la macchina.

"Che simpatico che sei, e comunque non è che sono di Napoli ed ascolto quel genere, anzi se devo dirla tutta la trovo molto banale, ma la rispetto è pur sempre arte."

non mi va/con te | federico chiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora