2.3 - Bakugou Family

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Non sapevo quanto fosse lontana casa di Kacchan da quella di Deku, ma ero convinta che non sarebbe venuto nessuno a salvarmi se a Katsuki fosse partito un embolo. Quindi era meglio restare buone, almeno finché non riuscivo a capire cosa volesse fare quel pazzo malato.

Appena entrati fummo raggiunti da un rumore di passi particolarmente pesanti che si facevano sempre più vicini, e per quanto ne sapevo potevano appartenere a un bisonte. Invece quella che entrò nel mio campo visivo fu la figura di una donna dai capelli platinati, gli occhi rossi, le tettone – tanto per cambiare – e l'espressione più incazzata che avessi mai visto.

«DOVE DIAMINE SEI STATO TUTTO QUESTO TEMPO FIGLIO!?» 

Ah... ora si spiegavano un sacco di cose.

«NON ROMPERE VECCHIA!»

«IO TI AMMAZZO SE – oh, buonasera cara. Rimani a cena? TI AMMAZZO SE LO RIFAI DI NUOVO!»

Feci giusto in tempo a rivolgerle un cenno di saluto prima che riprendesse a urlare contro il figlio. Erano letteralmente uguali.

Un uomo dall'aria super calma e dai capelli bruni scese stoicamente le scale, senza dar peso al fatto che ci fossero due iene in lotta a pochi metri da lui, e con un grosso sorriso dolcino sotto gli occhiali quadrati allungò una mano verso di me. «Piacere di conoscerti...?»

«Rin!» mi presentai e allungai la mano a mia volta. Nel farlo passai nella sinistra il giacchetto rosa bruciato e scoprii per forza di cose il mio avambraccio ancora ustionato. Quello che doveva essere il padre di Katsuki strinse la mia mano per poi tenerla stretta e rigirarmi il braccio avanti e indietro, per dare un lunghissima occhiata alle mie ferite, andando poi a ricercare poi gli occhi della moglie. Solo in quel momento la donna sembrò accorgersi del problema ustioni.

«KATSUKI BAKUGOU!» tuonò in direzione del figlio. Era la prima volta che potevo dire di vedere Bakugou un minimo spaventato, o comunque non impassibilmente superiore. «L'HAI FATTO TU QUELLO!? EH? SEI UNA VERGOGNA!»

«N-no signora, non è niente. Noi stavamo sol-» ma non feci in tempo nemmeno a finire la frase perché lei si avvicinò a me prendendomi per il braccio per mettere in bella vista le mie ustioni. Peccato che mi afferrò sulla carne viva... ora capivo anche da dove Bakugou avesse preso il suo tatto. Lo stesso Bakugou che sgranò gli occhi nel vedere la mano nella madre stringermi le ferite e il mio volto contrarsi dal dolore.

«GUARDA! STUPIDO! TI SEMBRA IL MODO DI TRATTARE LE RAGAZZE!?» Un po' di contegno signora. «Piacere, sono Mitsuki comunque. ORA VAI SUBITO A PRENDERE LE MEDICAZIONI E LE BENDE! IO NON TI HO EDUCATO COSI'!»

«CHE CAZZO PENSI CHE L'HO PORTATA QUI A FARE, EH VECCHIACCIA?»

«NON RIVOLGERI COSI' A TUA MADRE!» E si era sporta verso di lui per picchiarlo sulla testa. O almeno così pensavo. Invece lo afferrò per i capelli e lo costrinse a chinare la testa davanti a me. «Mio figlio è spiacente per le ferite che hai riportato» mi comunicò con voce calmissima. «ORA VAI SU E NON FARE IL CRETINO COME AL SOLITO! E LA CENA È PRONTA TRA UN'ORA!»

Katsuki mi afferrò la mano, che era libera dalle ustioni, e mi trascinò su per le scale con un cipiglio buffo e incavolato sul volto; sembrava davvero un chiwawa tremante tanto la conversazione con la madre doveva averlo scosso. Mi indicò la sua camera e vi entrai, andando dritta a sedermi sul materasso del suo letto dopo aver posato la busta con il contenuto del negozio e la felpa bruciacchiata a terra.

Era tutto molto ordinario, quasi in antitesi con il carattere esplosivo del ragazzo. Pareti gialline che rendevano l'intero ambiente molto caloroso, qualche poster qua e là di qualche eroe, ma niente di eccessivo, due armadi, uno ad ante scorrevoli e uno a cassettiera, e una scrivania al lato della porta d'ingresso. Lì erano riposti, oltre ai libri e ai quaderni di scuola, una statuina di All Might e anche una cornice con una foto di famiglia in cui si poteva vedere un piccolo e spensierato mini-Kacchan. C'erano un sacco di pesi di varie forme, non vedevo numeri ma ero praticamente certa che se avessi provato a sollevarne uno sarei sprofondata nel pavimento. 

Not a Love Story ||Bakugou x oc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora