3.1 - Marriage

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Mi risvegliai al policlinico di Hosu. Fatta come un drago.

A quanto pareva ero stata operata, a giudicare dalle bende che mi avvolgevano il petto e dal rigonfiamento sul fianco sinistro... ma niente di serio. Infatti che fosse per la morfina o per le cure ricevute potevo già alzarmi e camminare. Anche se avrei fatto meglio a non fare movimenti strani per evitare di far saltare tutti i punti.

Sul comodino accanto al mio letto c'era una ciotola con del Dragon Fruit a cubetti, uno stuzzicadenti per prenderlo e un bigliettino con scritto semplicemente: "Mangia". La scrittura era quella di Aizawa.

Anche Iida, Deku e Todoroki erano stati ricoverati in quello stesso policlinico, anche se Todoroki era già uscito... Un cane poliziotto si fece vivo quasi subito per spiegarmi, per filo e per segno, roba burocratica, del fatto che eravamo andati contro le regole e tutto il resto.

«Ah» commentai solamente mettendomi in bocca un altro pezzo di Dragon Fruit. «Fcusate fe ho ufato il quirk illegalmente. La proffima volta mi faccio ammaffare.» Avevo un pazzo malato armato che mi veniva addosso a lingua di fuori proclamando che mi avrebbe ucciso... che dovevo fare secondo loro? Dargli una pacca sulla spalla? Esiste la legittima difesa qui? «Ho agito per proteggere me stessa e i miei amici.» Parliamo chiaro adesso. «E lo rifarei. Mille volte. E può essere illegale quanto volete ma non sempre legge e morale vanno sulle stesse rotaie; soprattutto perché non c'è una regola che ci dice cosa sia universalmente giusto. Non sono una pro hero, ma non posso nemmeno starmene ferma senza far nulla mentre qualcuno ha bisogno del mio aiuto; e non perché voglio fare l'eroina ma perché sono un essere umano.» Chiunque avrebbe agito come me, come noi, chiunque con un minimo di capacità... anche un passante con un quirk particolarmente utile in situazioni del genere.

Endevor mi fece ritirare (come un pacco Amazon, anzi Omozan) quel giorno stesso, poco prima di pranzo, da Shoto e da una donna che disse di chiamarsi Fuyumi.

Mi portarono dei vestiti comodi e poi mi condussero in auto fino ad una casa in pieno stile giapponese tradizionale, ricca, ben tenuta, bellissima... casa Todoroki. Cioè, avrei soggiornato lì?

«Wow!» esclamai guardandomi intorno. Era un bel passo avanti dal mio dormitorio monolocale... «Tu vivi qui, Shoto?»

«Viviamo!» Un ragazzo di oltre 20 anni spuntò da una porta laterale portando fra le braccia una grossa pentola. «Piacere sono Natsuo, Natsuo Todoroki. Il figlio venuto male. Ti stringerei la mano ma c'è una pentola tra di noi.»

Capivo che poteva essere un problema. «Natsuo?» La A, la O... era il fratello di Shouto. Allora Endevor aveva detto "Natsuo" quella volta in agenzia! «Ho sentito parlare di te!» esclamai tutta contenta. Era una cosa buona... no?

A quanto pareva no, perché Natsuo e Fuyumi si bloccarono sul posto gettandomi occhiate confuse e terrorizzate. Ehm?

La mia camera era stata allestita al piano di sopra, in perfetto stile tradizionale giapponese anch'essa, geometrica, con un tavolino basso e interni in legno minimalisti. Emanava un che di calmante. E era proprio davanti a quella di Natsuo.

E anche quando scesi a mangiare con tutta la famiglia Todoroki (la signora Todoroki era assente, ma non sapevo perché) mi ritrovai a caso seduta davanti a Natsuo... cominciavo a vedere uno schema. Peccato che non appena Fuyumi comunicò che Endevor avrebbe pranzato con loro – perché era una novità? – Natsuo si alzò e se ne andò senza nemmeno aggiungere un saluto. Shouto surclassò suo padre appropriandosi della sedia accanto alla mia. E plot twist fu stranamente caloroso ed espansivo nei miei confronti, arrivò addirittura a tagliarmi la carne nel piatto, sotto gli occhi sconvolti di tutti... soprattutto i miei. Eppure lo fece con naturalezza, spontaneo, sciolto... troppo sciolto. Non era da Shoto.

Not a Love Story ||Bakugou x oc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora