Fracture

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Quando aveva sollevato lo sguardo, lui non c'era più. E lei non lo aveva cercato oltre.
Aveva ancora addosso la sensazione del suo dolore e il terribile conflitto che aveva scorto in quella frattura interiore che il Signore dei Sith sapeva nascondere superbamente. Ma oramai si era scoperto, rivelando quanto profonda fosse in realtà la ferita del suo tradimento.
Non aveva voltato le spalle soltanto all'Ordine Jedi e alla Galassia, ma persino a sé stesso.
Le avevano insegnato che una volta caduti nel Lato Oscuro, non c'era più via di ritorno, ma ogni sua sensazione la spingeva a credere che non fosse così per lui.
Aveva visto Anakin Skywalker ancora vivo, ne era certa.

Discendendo lungo il declivio roccioso, rimase in allerta e attenta a captare qualunque movimento.
Il terreno era friabile e Khala scivolava spesso, corrotta dalla stanchezza e dall'urto dell'esplosione che le aveva irrigidito i muscoli. Fu un'impresa raggiungere la terra piana, ma quando ci arrivò non perse tempo a concedersi il riposo che il suo corpo chiedeva disperatamente.
Voleva allontanarsi da lì il più in fretta possibile.
Costeggiò i piedi del monte per un pezzo di strada e poi si addentrò nuovamente nella foresta.
L'imbrunire sembrava già in procinto di calare e lamenti sconosciuti si sollevavano dalla boscaglia, avvertendola del calare della notte.
La popolazione faunistica era numerosa lì, tant'è che intravide diverse specie di animali, qualche lemure volante con sei ali e occhi grandi quanto un pugno che la sorvegliava dai rami senza paura, delle lucertoline che formiche camminavano in fila sui tronchi vivi e persino delle sorta di scoiattoli grossi come un astromecca.
Si ritrovò a sperare di non incontrare nulla di famelico.

La luce cominciò a scarseggiare sotto la volta verde e non c'era l'aria di un rifugio da nessuna parte.
La testa aveva cominciato a dolerle e il respiro a farsi corto.
Le forze stavano venendo meno con l'abbassarsi della luce, tanto da renderle difficile persino pensare lucidamente.
"Casa.. Devo trovare casa.." Cominciò a farfugliare mentre zoppicava in giro senza un vero piano da seguire.
"Hanno preso la mia spada.. La mia.."

La tua spada è parte di te. Tu l'hai creata, ma è stato il cristallo a scegliere te. Devi custodirla.

Così le avevano insegnato molto tempo prima. Ma oramai era andata perduta.
Se l'avessero attaccata, non aveva strumenti per difendersi.
E quel timore non mancò di rivelarsi come ben fondato.

Il fruscio delle fronde di fianco a lei precedette un gutturale ringhio che provocò lo zittirsi del canto notturno degli animali della zona.
Tutto divenne silenzioso.
Khala non fece in tempo a voltarsi per vedere qualcosa saltare fuori dalla vegetazione e piombarle addosso, atterrandola con un peso che la schiacciò sul suolo nero.
Sgranò gli occhi sulle fauci spalancate di una belva bianca le cui zampe dotate di dita le avevano immobilizzato le braccia e le gambe, rendendola immediatamente inerme.
I suoi tentativi di dimenarsi furono inutili e la bestia cominciò ad aspirare, risucchiando l'aria attorno a lei e anche quella nei suoi polmoni. Il rumore di risucchio fu l'unica cosa che udì, mentre l'ossigeno le veniva strappato via dal corpo e la forza le venne meno, i polmoni erano stritolati mentre venivano spremuti fino all'ultimo atomo di ossigeno.

Quell'agonia si interruppe con l'arrivo di un fischio acuto e prolungato, quasi impercettibile per Khala, ma che sembrò terrorizzare l'animale.
La bestia saltò via da lei e guaì con versi insopportabili, passandosi le grosse zampe sulle orecchie pelose che pendevano verso il basso.
Dopo aver ruzzolato sul terreno, sparì nella boscaglia.
Khala sentì il petto spalancarsi e reclamare prepotentemente aria, ma benché la sentisse riempirle i polmoni, non percepì alcun sollievo.

Dei passi le si avvicinarono e dei caschi neri entrarono nella sua visuale sfocata. Avevano con loro una torcia, per questo riuscì a vederli.
"È ancora viva."
"Presto, la maschera!"
Dopo qualche istante, qualcosa le venne poggiato sul viso, una guaina di gomma fredda si strinse attorno alle sue vie respiratorie esterne, naso e bocca e in pochi attimi tornò a respirare.
Sentì l'ossigeno defluire nella trachea intirizzita e versarsi dolcemente nei bronchi roventi, rinfrescandoli e ridonandole la lucidità.
Il cuore riprese il suo battito e la pelle il suo colore.

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