Khala aprì gli occhi in una luce azzurrina e limpida.
Tutto attorno a lei era buio, tranne per quel bagliore.
Dischiuse le palpebre per guardare meglio e si accorse di avere un mal di testa lancinante.Si portò una mano alle tempie e sentì una voce terrena emergere dalle ombre.
«Non pensavo che l'avrei mai vista..»
Quaridtch era seduto a bordo di un letto, di spalle.
Lo stesso letto sul quale Khala si trovava. Sussultò nel realizzarlo e guardò le lenzuola che la coprivano e le linee della stanza che cominciavano a prendere forma ai suoi occhi; non era la sua camera.«Ti ho portata qui perché è il luogo più ossigenato dell'intero pianeta. Non stavi bene, ricordi?»
Ricordare.. Ricordare.. Khala ricordava delle urla.
Degli alberi in un bosco.
Una macchina tagliatrice.
Gli alberi gridavano aiuto e lei non aveva retto alle loro grida disperate.«Quegli alberi..»
Ansimò mentre provava ad alzarsi dal letto, ma una mano la afferrò per il polso.
«Non temere, non siamo più nella foresta. Devi aver avuto qualche allucinazione, è normale qui.»
Qualcosa di orribilmente tenebroso risuonò dentro di lei, come un ringhio di rabbia che avrebbe potuto far tremare quell'intero palazzo.
Ma non proveniva propriamente da lei.«Allucinazione? Oh..»
Khala abbassò lo sguardo sulla mano che le reggeva il polso.
Era quella che sembrava irritare la voce oscura che le fremeva nel petto.
Si divincolò con cautela e non appena Quaridtch la lasciò andare, la rabbia sparì come foschia buia in dissolvenza.«Mia sorella ha detto di avertela fatta vedere, è così?»
Eccola lì. La sua spada.
Bella e brillante nella penombra della camera.
A Khala si strinse il cuore nel petto.«Sì.»
L'uomo se la rigirò nella mano, provocando un ronzio del laser che bruciava l'aria.
E le porse l'elsa.«Vuoi tenerla?»
La ragazza sgranò gli occhi per quella richiesta.
Poteva? Poteva averla?
Allungò una mano e fu inutile tentare di nascondere come le sue dita si adattarono perfettamente all'impugnatura di metallo liscio e argenteo.
Il peso familiare le riempì il palmo e la luce blu le brillò negli occhi.'Liberati, adesso.'
Le mancò il fiato dal petto.
'Se mi libero adesso non potrò aiutare Duk.'
Dall'altra parte le arrivò un sibilo in risposta.
'Chi?'
Non seppe neppure il perché o come, ma riuscì a proiettare un'immagine; quella del suo amico incatenato ad una stalagmite di roccia nera, privo di sensi e visibilmente indebolito.
Quella scena era impregnata di dolore e rimorso e dall'altra parte non arrivò alcuna risposta."Com'è?"
La domanda di Quaridtch la riportò in quella stanza.
Khala batté le palpebre e stirò un sorriso.
Avrebbe potuto usare la Forza e allontanarlo da quel letto per fuggire con la sua arma. Ma lui si sarebbe rialzato, avrebbe dato ordine di fermarla e quel palazzo era una fortezza brulicante di guardie armate della peggior specie.Non avrebbe avuto scampo. Doveva avere pazienza.
Espirò lentamente e riconsegnò la spada.
"Affascinante. È la prima volta che ne vedi una?"
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Way of the Jedi
FanfictionStoria già scritta, ma non mi fa più aggiornare, quindi la riposto. Ci troviamo 6 anni dopo l'ordine 66. L'Impero regna sulla Galassia e la purga dei Jedi continua. Khalais è una giovane padawan in fuga, lacerata da ricordi che la tormentano da quan...