CAPITOLO 3

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Non saremmo male come gruppo, noi cinque.


Harry era sorpreso, felice ma anche scettico.
"Quale diamine di scherzo mi stava facendo il destino?" Continuava a ripetersi questa domanda da quando aveva scoperto che Niall era il fratellino minore di Greg, il ragazzo che aiutava il signor M. in fattoria.
Aveva passato il pomeriggio a tentare di aiutare il più possibile, ma il riccio non era per nulla adatto a quel tipo di lavoro, perciò si ritrovò a cucinare dei biscotti insieme alla vecchia signora M. che lo lodava per ogni cosa giusta che faceva. Harry si era sentito così bene, così in pace e così accettato in quel momento che era stato inevitabile aver avuto quel bel sorriso, che gli andava da orecchio ad orecchio, sulla faccia.
Aveva fatto merenda con i fratelli Horan, il biondo tinto aveva divorato quasi tutti i biscotti che aveva preparato – i rimanenti poi gli aveva portati a casa – ricevendo dal fratello un coppino in testa e un: "Sei un maiale" come insulto di scherno, ma tutti avrebbero potuto dire con certezza che Niall e l'ottimo cibo erano una cosa sola. Greg lo sapeva più che bene, così il finto biondo non ci diede più di tanto peso a quelle parole, invece, Harry a quella frase si paralizzò. Odiava veramente tanto quelle parole chiamate insulti, ma vedendo l'amico ridere non ci diede peso neanche lui, per una volta.
"Amico, che bella sensazione poterlo chiamare tale." Si rese conto pensandoci quel pomeriggio mentre più volte la parola amico gli circolava in testa.
La signora M. aveva detto a Niall che qualche volta poteva portare persino i compiti e studiare con Harry, tanto Greg e suo marito ce l'avrebbero fatta benissimo da soli a svolgere i compiti che la fattoria necessitava; il sorriso dei due amici si allargò – per quanto possibile – ancora di più a quella notizia.
Il pomeriggio proseguì senza troppi o brutti intoppi: Harry fece vedere la sua camera a Niall, il quale scoprì essere molto simile alla sua, solo più ordinata. Il riccio amava la sua stanza, era grande, luminosa ma soprattutto privata, non c'era nulla da condividere, era tutta per sé, a differenza della grande camerata piena di letti, uno appiccicato all'altro, quasi sopra, che c'era nell'istituto.
Quando alla sera i due fratelli Horan dovettero tornare a casa, Harry era un po' triste. Si era divertito molto quella giornata ma, era conscio che avrebbe rivisto Niall la mattina seguente e forse la sua giornata sarebbe stata migliore ora che aveva un amico. Magari le parole sarebbero state meno pesanti e soffocanti.

***

Harry si sbagliava, quella mattina aveva scoperto che anche il bellissimo Louis, Liam e il ragazzo dai capelli corvini che ricordava vagamente che il nome iniziasse con la Z, l'avrebbero aiutarlo a fronteggiare le parole maligne che, sì, erano per sempre assillanti e soffocanti ma Niall era sempre lì con lui a prenderne la metà. Infatti oggi il biondo si era messo accanto a lui a sedere, ricevendo uno sguardo assassinio da parte del professore di arte perché d'altronde aveva passato tutta l'ora a parlare e alla fine della terza lezione – da poco Harry aveva scoperto che dopo di essa i professori lasciavano agli studenti quindici minuti di pausa, a differenza di quello che aveva pensato il giorno precedente: cioè che il professore si era dimenticato che aveva lezione – Louis aveva urlato, per davvero, a tutta la classe di smetterla perché lo stavano irritando, ed essendo un principe tutti in classe lo ascoltarono. Alla fine della sua urlata l'erede al trono aveva poi aveva guardato Harry sorridendo e facendo sorridere anche il riccio che già al suo interno fremeva dall'emozione e per poco non si mise a saltare seduto sulla panca.
Era preoccupato su come si sarebbe dovuto comportare – visto che ora sapeva che il ragazzo dai così bei e profondi occhi fosse un nobile. L'irlandese aveva detto di non preoccuparsi, di comportarsi normalmente e poi, quando il biondino spiegò a Liam i dubbi del riccio anche lui ripeté di essere semplicemente se stesso. "Come se fosse giusto o normale essere me stesso!" Disse Harry tra sé.
La mattinata, infatti, era iniziata stupendamente, Niall lo stava aspettando al bivio per andare a scuola, scoprendo poi che Liam stava aspettando i due al primo incrocio, si sentì voluto bene per la terza volta dopo tanto tempo: la prima era stata quando i signori M. gli avevano comunicato che era ufficialmente loro figlio e la seconda ieri sul sentiero quando Niall si era proposto suo amico.

All'amore non si può comandareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora