Il loro abbraccioLouis non aveva voglia di fare lezione in generale, men che meno con il professore più odioso che conoscesse: Silvester Cowell. Il principe voleva solo tornare e stare per sempre all'intervallo, tentare nella sua sfida di avere un piccolo contatto con Harry, vederlo partecipe nelle loro chiacchierate e sperare di sentirlo parlare, e anche se non lo faceva mai, Louis non rimaneva deluso, anzi, era un pretesto in più per sperarlo ancora e ancora più intensamente di prima. Purtroppo per lui doveva stare nella realtà che comprendeva il professore Cowell, il quale era sempre così burbero con tutti, tranne che con lui (per ovvi motivi), trattava male persino Zayn, che comunque era figlio di una persona abbastanza importante, un gradino sotto il re, il suo braccio destro. Louis aveva sbottato molte volte contro di lui, quando era avvolto nelle confortevoli pareti color pesca di casa, non sopportava a come si rivolgeva a Liam, odiava quando Louis e il corvino parlavano e il professore rimproverava sempre e sono il suo amico; sentiva la voglia salire ogni ora che aveva lezione con lui per farli un discorso su come le persone di tutti i ranghi sociali esistenti andavano trattate con rispetto ed equità, ma si tratteneva ogni volta, avrebbe tenuto quelle parole crude di verità quando avrebbe fatto molto peggio che qualche commento salato come: "Payne, lei è privilegiato ma pur sempre povero" che tutti ignoravano con un alzata di spalle.
Si ricorda benissimo l'erede al trono del perché l'aveva detto. Pronunciò quelle parole quando Liam aveva abbracciato Louis perché si sentiva triste e il principe odiava vederlo così, erano cresciuti come fratelli/migliori amici per la vita lui, Zayn e Liam così gli saliva sempre quella strana tristezza chiamata preoccupazione – che poteva affievolire solo con qualche abbraccio – quando vedeva uno di loro stare giù; Silvester gli aveva visti e aveva buttato quella battutaccia gelosa su Liam.
Oggi però, appena mise i suoi stupidi occhi malvagi su Harry mentre faceva delle pause tra un concetto ed un altro il suo petto scoppiò di senso di protezione e rabbia incontaminata. Non smetteva di osservarlo con quell'aria colpevole e malvagia, i suoi amici era tutti preoccupati per Harry perché avevano capito che stava per diventare la vittima dell'ennesima beffa preparata dall'insegnante; Louis continuava a girarsi ogni volta che ne sentiva il bisogno, quindi ogni cinque minuti e preferibilmente sentiva sempre la voglia di farlo quando il professore porgeva sull'erede al trono le sue iridi marroni. Il principe lo faceva sia per dar fastidio al professore, per dispetto sia perché non poteva far altro che sentire la preoccupazione crescere nel suo cuore: Harry era pallido, pareva un foglio di carta bianco ed immacolato, l'unica parte colorata del suo corpo erano le punte delle orecchie rosse, teneva il viso basso però il liscio avrebbe potuto giurare di vedere il suo labbro inferiore tremare velocemente. Louis si sentiva in colpa, lui possedeva una specie di "immunità", mentre persone come Harry, Liam e Niall e alcune volte persino Zayn dovevano sempre subire. Si sentiva in colpa perché avrebbe tanto voluto stringere il suo ranocchio tra le braccia e sussurrargli che c'era e che non doveva temere il professore perché non gli avrebbe fatto nulla, ma invece era impotente lì, seduto su quella sedia di legno e non avrebbe neanche potuto dirgli che sarebbe andato tutto bene perché sarebbe stata una bugia, conoscendo anche un minimo il loro docente, sapevano tutti in quella classe che quello sguardo furbo, non avrebbe portato nessun bel momento."Per me la lezione può finire qui." Disse ad un certo punto il signor Cowell: "Ho sentito molti di voi chiedere una presentazione ufficiale del nuovo compagno." Il ghigno che aveva in viso si allargò e Louis sentiva dentro di se la voglia matta di tirargli un pugno in pieno viso, la tensione della sua mano si strette involontariamente a pugno e si girò verso Harry che pareva immobilizzato e si vedeva che cercava di boccheggiare per mettere più aria possibile nei polmoni.
"Forza, signor Styles. Ci dica qualcosa, lo vogliamo sentire." Lo incitò il professore: "Se, non vuole parlarmi di lei, potrei farle alcune domande sulla mia materia." Il principe stava per agire, ma la mano del suo migliore amico lo fermò: "Non fare nulla di stupido ora, metteresti Harry ancora più nei guai di quanto già non sia." Disse Zayn e Liam si girò verso loro cercando la mano di Louis provando a calmarlo e dando sostegno al corvino.
"Stronzo bastardo." Pensò contro Silvester quando si girò e vide Harry stare male e Niall che provava a calmarlo, senza un risultato di riuscita. Se sua madre sentiva quei pensieri era rovinato, menomale che i pensieri non avevano rumore per gli altri, battevano solo costanti nella sua mente.
Louis aveva così tanta voglia di correre verso di lui e stare vicino al suo piccolo ranocchio che quello che successe dopo non fece neanche in tempo a vederlo. Accadde tutto troppo velocemente, il signor Cowell si era avvicinato alla cattedra, aveva armeggiato con dei cassetti e il secondo dopo era lì, davanti al suo Harry. Lo fece alzare con forza portandolo quasi al centro della sala, tra la quarta fila di banca a destra e tra la quarta fila di banchi a sinistra, Louis era proprio lì, una fila avanti. Il riccio teneva la testa bassa e Louis era ancora placato da due compagni quando il docente alzò una bacchetta di legno, tutti in quella classe l'avevano vista, rare volte ma era pur sempre capitato che il povero Joe subisse una punizione corporale perché sporcava sempre la classe di inchiostro oppure che il bisbetico Michael ricevette delle bacchettate perché parlava troppo a voce troppo alta.
Nessuno capiva il perché Harry avrebbe ricevuto una punizione corporale, non aveva fatto nulla di male. Il principe sperava veramente che il professore l'avesse presa solo per spaventarlo, ma quella speranza profonda fu frantumata a pezzi quando il suo angelo prese tre bacchettate sulle mani, violente e rumorose. Nessuno se lo aspettava, Harry saltò quasi al primo colpo, spaventato e Louis invece sentì il suo cuore perdere un battito.
"Adesso basta. Questo è troppo!"
"Questo è quello che succede quando si manca di rispetto e non si seguono gli ordini di un adulto." Disse colpendo ancora Harry e quando voltò il viso per vedere il suo lavorato tenendo stretti i suoi polsi che stavano diventato anche essi rossi, il principe si accorse che non era più bloccato dai due amici e capì che anche loro volevano che Louis agisse, che gli facesse quel diavolo di discorsetto che meditava dentro di se da più di due anni.
"La smetta immediatamente!" Urlò alzandosi e sbattendo la mano sul banco rigido. La mano gli fece male per un po' di secondi, ma non ci fece neanche caso, l'adrenalina l'aveva impossessato ed ora nessuno l'avrebbe aspettato. Vide Harry uscire dalla classe in una corsa un po' goffa e al seguito di pochi minuti vide Niall rincorrerlo con i due cappotti in mano. Bene, ora poteva gettare la sua furia su quell'essere umani senza un briciolo di umanità.
"Lo sa che si dovrebbe vergognare? Harry non le ha fatto nulla, lei sa che ha fatica a parlare. Si dovrebbe vergognare." Urlò cercando di essere il più educato possibile, cercò di evitare tutti gli insulti che gli giravano per la testa, tutte le parolacce. " Nessuno sa cosa ha passato quel ragazzo, ma questo non gli da il diritto di trattarlo come fosse spazzatura. Lei fa schifo." Voleva andarsene da Harry ora, il discorso che si era sempre preparato era come svanito, era come se si fosse ridotto a quelle parole perché la preoccupazione che aveva nel cuore per Harry era maggiore di qualunque odio potesse avere per quella persona, per qualunque persona. I suoi amici avevano capito che voleva uscire, per questo avevano preparato le loro borse e Zayn era sgattaiolato dietro per prendere anche quelle di Harry e Niall.
Uscirono dalla classe, la testa alta e gli occhi guardinghi che cercavano i due amici.
"Sono là." Disse Liam ad un certo punto indicando Niall quasi seduto a terra che parlava in modo rassicurante ad una figura a terra, seduta con la schiena appoggiata ad una quercia, le gambe strette al petto. Harry, il biondo parlava con Harry.
Il principe fece uno scatto veloce, voleva correre da loro ma fu fermato dal castano.
"Non fare cose troppo avventate Louis, magari non vuole avere troppe persone attorno." Gli disse con quanta più tranquillità potesse avere Liam nel corpo. Era sempre stato quello che ragionava, che usava la testa. La delusione in Louis crebbe tanto al solo pensiero: "non mi vuole con se" ma sparì quasi immediatamente quando lentamente si avvicinarono ai due. Niall vide che erano titubanti e così chiese ad Harry il da fare, lui annuì poco certo, ma, annuì comunque.
Louis si buttò a capofitto su Harry, fregandosene dei pantaloni costosi di cotone pregiato e inginocchiandosi verso di lui, verso il suo ranocchio che non riusciva a respirare in quel brutto momento. Louis era spaventato, non sapeva cosa fare, ma immaginava che l'avrebbe capito. Per ora l'importante era stare con lui.
"Harry." Disse spostando la mano che precedentemente aveva posato sulla sua spalla al suo mento. Il loro contatto visivo durò poco tempo, pochi infimi secondi perché il riccio in cerca di ossigeno aveva girato nuovamente lo sguardo sulle sue mani che tremavano leggermente di meno.
"Harry." Lo richiamò il principe prendendo nuovamente tra le dita il mento liscio del riccio. Si guardarono per un tempo indefinito, l'erede del re gli chiese di seguirlo nel respiro quando l'attenzione di Harry fu completamente su di lui.
"Respira." Gli disse continuando ad avere quel contatto, un contatto che il principe immaginava di ottenere in tutt'altra maniera, non avrebbe mai immaginato che il loro primo tocco reale, sarebbe accaduto quando il riccio tremava di panico e non respirava.
"Espira." Lo fece con lui.
Ci volle un po', ma alla fine Harry si calmò del tutto; appena calmato il riccio iniziò a biascicare un sacco di "scusa" e di "mi dispiace".
Nessuno lo incolpava di nulla ma il ragazzo dagli occhi verdi ripeteva a voce fine solo quelle parole, ci vollero un minimo di dieci minuti per fagli capire che doveva smetterla e che quelle parole non le avrebbero mai più volute sentire affianco a quell'argomento. Testardo il ragazzo!
Quando fu l'ora d'andare, i genitori di tutti loro – meno il signor Payne che stava aspettando Louis in piedi affianco alla carrozza – avrebbero potuto iniziare ad allarmarsi se non gli avessero visti, Louis si sporse in avanti e "diamine, questo sì che è uno di quei contatti giusti."
Il principe aveva appena abbracciato il suo ranocchio, in un caldo e pieno d'amore abbraccio che entrambi avrebbero ricordato a vita.Entrambi non pensarono ad altro per tutto il giorno: Louis era perso nel suo mondo, come sempre dall'arrivo di Harry e il riccio non aveva fatto altro che pensare: "lui mi ha abbracciato" per tutto il tempo che percorse da solo per arrivare alla fattoria, quando era con Niall e Liam gli aveva solo ringraziati infinitamente e un numero infinito di volte, facendosi accarezzare timidamente e dolcemente i capelli da Niall, visto che la sua testa era stata sulla sua spalla per tutto il sentiero che gli univa nella camminata.
Entrambi ci pensarono la notte, nel loro caldo letto, dopo che Louis aveva ricevuto una strigliata con i fiocchi da suo padre per aver risposto ad un professore e sporcato immancabilmente i pantaloni ed avere suscitato grande curiosità nella madre; Dopo che Harry aveva ricevuto molte coccole e sguardi preoccupati da i signori M. che grazia alla bocca larga di Niall avevano scoperto tutto. Harry ne avrebbe voluto parlare con loro, ma pensava che ai due coniugi non importasse nulla, si ricredette e imparò quel giorno che c'erano persone che gli volevano molto bene.
Fecero lo stesso sogno.
Il loro abbraccio.» SPAZIO AUTRICE!
MI SCUSO SE IL CAPITOLO DI OGGI AVRA' ANCORA PIU' ERRORI DEI PRECEDENTI, MA HO UN IMPEGNO STASERA PRESTO CHE FINISCE NOTEVOLMENTE TARDI E QUINDI NON L'AVREI POTUTO CARICARE. HO PROVATO A COREGGERLO IL PIU' POSSIBILE. SCUSATE!
OLTRE A QUESTO SPERO CHE VI SIA PIACIUTO. CI VEDIAMO GIOVEDI'.
XOXO.
ELLE.
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All'amore non si può comandare
FanfictionLe parole fanno male, Dio, se fanno male. Harold Styles, detto Harry questo lo sapeva più che bene, l'aveva sperimentato sulla sua pelle e sulla sua anima. Cresciuto in un orfanotrofio all'infuori del regno di Factor ora Harry stava per iniziare un...