Mi sento sempre protetto tra le tue braccia.
Niall, Zayn, Liam e Louis si trovavano nella cucina della fattoria dei signori Morris quella mattina, era la mattina della fiera annuale di Factor e per i due fidanzati anche la mattina del giorno del loro secondo appuntamento. Harry però, quella mattina di sabato era ancora addormentato nel suo caldo letto, dormiente e in preda ad orribili incubi fatti di ricordi e dolore.
I quattro ragazzi si erano offerti di aiutare i due anziani signori ad apparecchiare tavola sperando in un presto risveglio del loro amico e poi avevano chiesto la cortesia di poter salire a svegliare il loro amico riccio che malgrado il rumore che avevano provocato – appositamente – con le varie stoviglie per più di dieci minuti era ancora bloccato nei suoi bui incubi.
Salirono le scale di legno lentamente provocando dei leggeri scricchioli dovuti alla vecchiaia del materiale, arrivati di fronte alla porta del loro amico la aprirono piano, dopo aver bussato. Trovarono nella loro visuale un tremante Harry che si agitava nel letto mugolando spaventato suoni senza logica. Tutti e quattro i ragazzi si preoccuparono all'istante, ma Louis era quello che aveva seriamente il cuore stretto in una dolorosa stretta, se Niall, Zayn e Liam avevano capito che tutta l'agitazione di Harry era dovuta a qualche brutto sogno, il principe aveva il cervello in tilt e non capiva più nulla se non che Harry, il suo fidanzato, stava soffrendo.
In quel momento l'erede al trono se ne fregò completamente del fatto che i suoi migliori amici – a cui con Harry stava mantenendo un segreto, un fatto della loro vita – fossero nella stanza e si precipitò nell'immediato al fianco del suo bellissimo e tormentato piccolo ranocchio: gli accarezzò il volto provando a sussurrargli parole di conforto mentre stringeva la sua mano con quella del riccio che tremava fortemente ricoperta da uno strato di sudore.
"Harry, calmo. Shh!" Disse ad alta voce per poi piegarsi su di lui e sussurrargli: "Sveglia ranocchio, tranquillo. Ci sono io." Non sapeva esattamente cosa fare per farlo calmare, voleva solo provare a trasmettergli più amore e calma possibile con le sue dolci carezze. Alcuni minuti dopo, si aggiunsero anche gli altri tre, Niall si sedette sul letto dal lato opposto di Louis e cercò in tutti i modi possibili, anche lui, di svegliare Harry. Era stato tutto inutile, Harry continuava ad agitarsi con un leggero strato di sudore perlato addosso e piccole gocce di pianto che gli svendevano sulle guance dalle palpebre chiuse.L'unica notte in cui Harry non aveva fatto i suoi incubi fu quella che passò con Louis, con quello che adesso era il suo Louis. Continuava a sognare il suo passato, lo seguiva e non lo voleva lasciare andare ed ora, che aveva trovato la felicità con amici che gli volevano bene per quello che era e con uno stupendo ragazzo che lo baciava continuamente venerandolo su quanto per lui era bello Harry, i suoi incubi era gravemente peggiorati, continuavano a trovarlo mentre provava a nascondersi in una qualche fiaba di un suo possibile sogno d'oro, ma le tenebre arrivavano e giorno dopo giorno era sempre più difficile per il riccio scappare e tornare alla sua realtà, faceva fatica a svegliarsi e questo gli metteva paura.
Harry ad un tratto si tirò su di scatto, la testa girava per la troppa velocità con cui aveva eseguito l'azione, l'urlo che da giorni tentava invano di uscire dai suoi polmoni trattenuto nella gola e ancora la sensazione di sporche mani sulla sua pelle nuda.
"No, no, no. Per favore no." Sussurrò ancora immedesimato nell'incubo. "Non toccarmi!" Pianse più forte. I ragazzi lasciarono subito il tremante pezzo di corpo che stavano accarezzando di Harry e si scambiarono più volte degli sguardi preoccupati.
"Hazza, siamo noi." Disse ad un tratto Louis. Gli piangeva di dolore il cuore a vedere Harry, il suo Harry in quello stato di puro e assoluto terrore. Terrore che Louis non sapeva il perché e da dove provenisse. Harry si girò verso la voce del suo principe, la mano destra schiacciata all'altezza della gabbia toracica per cercare di calmare il battito troppo accelerato del suo organo vitale e di calmare il bruciore ai polmoni causato da l'attacco di panico che sentiva arrivare.
Avrebbe dovuto svegliarsi prima dell'arrivo di tutti loro, ora l'avrebbero di sicuro odiato o gli avrebbe fatto schifo. Perché diavolo non si era svegliato. Ora doveva leggere la pena nei loro occhi.
"Diavolo di strumenti tecnologici" Imprecò contro la sveglia, la nuova tecnologia super avanza, ingranaggi uniti insieme per produrre un irritante suono per svegliarsi dal mondo dei sogni, o degli incubi.
"Siamo tutti qui H." Gli disse Niall stringendogli la mano. Stava male anche lui a vedere ridotto così il suo primo e più importante migliore amico; aveva paura che quella scena che aveva visto era tutto il frutto del passato del riccio che il biondo tinto pensava fosse stato poco, quasi per nulla piacevole; ne aveva avuto il pensiero al suo mutismo selettivo e il primo presentimento al primo attacco di panico che aveva avuto il riccio davanti a lui.
Harry, si rassicurò quando alzò di poco il viso e non vide nei loro occhi pena, ma preoccupazione.
"Si preoccupano per me!"
Niall, Zayn e Liam lasciarono soli i due fidanzati quando il respiro di Harry si calmò un tantino, con la scusa di andare a prendere un bicchiere d'acqua fresca per la gola del più piccolo; in realtà però, volevano solo lasciare tempo ai due ragazzi per stare insieme, Louis riusciva sempre – quasi magicamente – a calmare Harry e inoltre la chimica tra loro era evidenti a tutti.
"Ranocchio." Lo richiamò Louis portando la sua mano destra nei capelli del suo fidanzato. Harry si buttò nascondendo la faccia sulle gambe incrociate di Louis versando lacrime amare.
Il suo unico pensiero in quel dannato momento era che il suo principe l'avrebbe lasciato perché aveva degli stupidissimi incubi, perché l'aveva visto in quello stato, uno stato che faceva apparire Harry mezzo rotto.
"Mi dispiace, mi dispiace. Non lasciarmi per favore." Pregò con la voce rotta da piccoli singhiozzii circondando la vita del maggiore con le braccia. Louis a quella preghiera affondo ancora di più le mani sui morbidi capelli e sulla soffice pelle di Harry e lo accarezzò con ancora più decisione.
"Perché pensa che lo voglia lasciare?" Era la domanda dell'erede al trono mentre accarezzava il più piccolo: "Non ti lascerò piccolo, mai. Sono qui." Disse all'orecchio del minore.
Il corpo di Harry si spostò nei movimenti, dalle gambe di Louis spostò la faccia sul suo petto e a quella situazione il principe, quasi meccanicamente senza accorgersene, si sdraiò sul piccolo lettino, steso supino e con il suo fragile amore tra le sue braccia.
Harry si sentiva più protetto che mai, al caldo nelle braccia del suo ragazzo.
Restarono lì mentre aspettavano gli altri tre ragazzi, non sapendo che non sarebbero arrivati così presto: stavano intrattenendo una conversazione sugli incubi di Harry con la signora M., la quale non sapeva nulla dei sogni maligni del figliastro, Niall stava anche cercando di convincerla a insegnarli a cucinare – tanto per perdere tempo.
Lentamente Harry si tirò su dal petto del maggiore, appoggiò piano la testa sul cuscino e quasi con la stessa lentezza Louis, senza agitarlo si girò di lato sul letto comodo e caldo per vederlo.
"È bellissimo anche con gli occhi rossi dal pianto." Stava pensando quando si girò, voleva capire che cosa avesse sognato e se gli capitavano spesso; magari gli era capitato di sognare sogni bui anche quando stavano dormendo assieme.
"No, me ne sarei accorto." Provò a rassicurarsi.
Harry cercando un contatto ancora più stretto provò ad avvicinare la labbra a quelle del suo stupendo fidanzato, ma si ritirò indietro subito al pensiero che magari l'avrebbe disgustato. Non si era ancora neanche lavato i denti!
"Nooo, perché l'hai fatto. Io ti voglio baciare tutto!" Mise il broncio Louis.
"Scusa – disse timido e arrossendo Harry – alito mattutino." Provò a nascondere di nuovo il volto, questa però nell'incavo del suo collo.
"Chissene frega. Voglio baciarti quelle magnifiche labbra." Detto questo si avvicinò e coinvolse il minore in un caldo e bagnato bacio appassionato. Mentre le loro bocche e lingue erano unite, Louis si spostò sopra al riccio e tenendosi sui comiti continuò a baciarlo.
Nel mentre Harry pensava alle cosa che Louis aveva detto sulle sue labbra.
"Pe-pensi che le mie lab-labbra siano belle?" Domandò quando stavano boccheggiando alla ricerca dell'aria.
"Penso che siano stupende, tesoro. Come tutto di te, d'altronde." Gli rivelò, e dopo quella rivelazione ad Harry iniziarono seriamente a piacere le sue labbra rosse, carnose e a tratti femminili. Non gli importava più nulla delle parole d'odio che aveva sentito sul suo corpo e aspetto, Louis aveva detto che gli piaceva. Questo era l'importante per lui!
"Ranocchio, vuoi parlare dell'incubo?" Chiese Louis titubante guardandolo nei profondi occhi verdi del suo riccio. Aveva paura che Harry iniziasse di nuovo ad agitarsi.
Il più piccolo tra i due ci pensò, non era pronto a rivergargli tutto, aveva il terrore che Louis lo avrebbe lasciato con la pena degli occhi perché Harry era rotto e lo sapeva che lo era. Scosse la testa con energia e si rifugiò nelle braccia aperte di Louis; il principe al suo "no", aveva aperto le braccia captando, infatti, il desiderio che avrebbe provato il suo fidanzato.
"Va bene, cucciolo. Sono qui, lo sarò sempre. Mi vuoi dire perché non vuoi?" Chiese accarezzando e attorcigliando su un suo dito un ricciolo.
"Io-io mi fido di-di te." Disse Harry nell'immediato volendolo rassicurare se pensava che non lo facesse; aveva sentito in giro che molte coppie si lasciavano per mancanza di fiducia.
Lui si fidava di Louis, cecamente.
"Lo so, ranocchio. Non intendevo che non ti fidassi quando te lo detto. Quindi?" Ridomandò. Aveva sentito il cuore scaldarsi quando Harry gli aveva detto che si fidava, per rassicurarlo, ma malgrado quello, voleva capire il perché di tutto.
"Mi lasceresti." Sussurrò il più piccolo.
Il principe lo strinse più forte a se, rassicurandolo che non era per nulla vero.
Restarono così, fin quando lo stomaco di Harry non borbotto per la fame. Si alzarono quindi, Louis accompagnò Harry, a cui tremavano ancora le gambe in bagno per sciacquarsi il viso e lavarsi accuratemene i denti, che avrebbe sporcato subito dopo con la colazione; si vestì con quanta più rapidità possedesse perché fuori dal bagno lo aspettava Louis e una volta uscito vestito con dei pantaloni marrone scuro e un gilè leggero verde e viola che copriva una semplice polo bianca, prese la mano del principe.
Mentre lentamente scendevano le scale guardandosi, poco prima di arrivare in cucina – dove avrebbero dovuto staccarsi – Louis domandò ad Harry come stesse e lui sussurrò piano all'orecchio del suo fidanzato: "Bene. Tu mi hai aiutato. Mi sento sempre protetto tra le tue braccia."
Il cuore dell'erede perse un battito alla dichiarazione. Sorrisero entrambi mentre entrarono in cucina, fecero colazione lentamente sfiorandosi le gambe e facendo piedino-piedino sotto tavolo coperto dalla tovaglia.***
Harry era entusiasta di andare alla fiera di Factor, Niall gli l'aveva raccontata con molto dettagli interessanti uno dei precedenti pomeriggi: gli aveva detto che c'erano un sacco di giostre, giochi, gare e tanto cibo ottimo, il riccio non vedeva l'ora di vedere e saziare la sua curiosità; ma riflettendoci decretò che tutta l'eccitazione che sentiva nel suo corpo in quel momento, non era dovuta alla fiera in sé, ma al fatto che quello sarebbe stato il suo secondo appuntamento.
Per questo, in quel momento mentre insieme ai suoi tre migliori amici e il suo fidanzato stavano percorrendo i luminosi sentieri nel bosco, osservava la mano e il corpo di Louis che infondo a tutta la fila gli stava tendendo la mano, nello stesso momento in cui conversava con Liam – sapevano che era pericoloso, ma non gli importava.
Con braccia tese e mani unite, entrambi erano emozionati su come sarebbe stato il loro appuntamento, Louis era preoccupato che tutto filasse liscio ed Harry era speranzoso che avrebbe stretto tante volte quella mano nella sua giornata.
»» SPAZIO AUTRICE:
ALLORAAA, VI E' PIACIUTO IL CAPITOLO?? IN QUESTO CAPITOLO DELLA LORO STORIA HARRY E LOU SONO STATI MOLTO MOLTO DOLCI. SPOILER: NEL PROSSIMO (SE MI RICORDO BENE) LO SONO ANCORA DI PIU'.
VOI COME STATE?? COME STATE VIVENDO QUESTE VACANZE?? COME SONO ANDATI GLI ESAMI, PER CHI CE LI AVEVA??SPERO VI SIA PIACIUTO QUELLO CHE AVETE LETTO, SE VOLETE LASCIATE UNA STELLINA O UN COMMENTO, INOLTRE VI RICORDO CHE SE VOLETE POTETE SEGUIRMI SU IG PER DOMADE O UNA COMUNICAZIONE PIU' DIRETTA. CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA.
XOXO.
ELLE.
![](https://img.wattpad.com/cover/265799686-288-k403415.jpg)
STAI LEGGENDO
All'amore non si può comandare
Fiksi PenggemarLe parole fanno male, Dio, se fanno male. Harold Styles, detto Harry questo lo sapeva più che bene, l'aveva sperimentato sulla sua pelle e sulla sua anima. Cresciuto in un orfanotrofio all'infuori del regno di Factor ora Harry stava per iniziare un...