CAPITOLO 22

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!!! QUESTO CAPITOLO CONTIENE VIOLENZE!!!


Non ti lascerei mai per questo, amore. Tu non sei rotto, tu sei forte.


Tornati da Factor Mountain Prince, tutto era ripartito normalmente. Beh, forse l'unica cosa che era veramente cambiata era l'intimità e il costante cercarsi dei due fidanzati. Solo quello, però.
Nessuno aveva più fatto domande ad Harry sui suoi misteriosi lividi, nessuno aveva più accennato alle cicatrici e ne tanto meno nessuno aveva in quel mese inoltrato più parlato della volta in cui Harry aveva avuto un incubo e loro erano stati spettatori esterni di tale avvenimento.
Ma come è che si dice? Il passato torna sempre?!?!
Beh, questo è quello che era successo ad Harry quel giorno.

Era iniziato da poco il mese di Maggio, la scuola stava iniziando a premere sull'avere più voti, più verifiche e la classe di Harry che era l'ultima prima di andare al college era martoriata di esami e stress. I procinti attacchi di panico ed ansia del riccio erano sempre sulla sottile soglia di diventare tali. Lo stress e le aspettative erano a mille, tanto che faceva fatica a gestirli persino Louis che era certo di avere già il diploma pronto – dal primo anno – nell'ufficio del preside.
Per questo motivo, i cinque migliori amici avevano deciso che poteva essere una buona idea uscire ogni domenica pomeriggio e andare a Factor Town Centre. Facevano sempre come la prima volta in cui tutti e cinque insieme si erano incontrati per aiutare Harry con i compiti: andavano al bar di Ruth, mangiavano tartellette alla frutta – chi più e chi meno – e poi però al posto che stare a casa di Niall o nel retro del negozio di Maura, passeggiavano in gregge per le piccole vie della piazza e davano una occhiata alle vetrine colorate dei negozi. Qualche volta facevano persino shopping, Louis aveva comprato tanti di quei maglioni ad Harry – anche senza avere il consenso del riccio, quale non arrivava mai – nel corso delle loro visite in centro al regno che ora mai il più piccolo aveva l'armadio pieno.

Quel giorno, quel pomeriggio di quasi metà maggio fu diverso però. Sempre stessa tradizione del passaggio al bar di Ruth, del rifornimento di dolcetti e della cammina. Fu quest'ultima diversa.
Il gruppo regale stava camminando e ridendo a qualche storia raccontata da Louis, con la partecipazione speciale di Liam che sistemava la verità romanzata del principe e i commenti spocchiosi di Zayn ed il biondo, mentre il riccio rideva di gusto alla scenetta, intervenendo anche delle volte. Harry era di sicuro cambiato dall'inizio di marzo, quando l'avevano incontrato: interagiva di più, interveniva senza paura nelle loro conversazione. Erano arrivati al momento fatidico della storia quando si sentirono delle urla da parte di un uomo e lo sghignazzare di una voce stridula di un ragazzo.
Harry si gelò sul posto, il cuore che batteva in gola, i ricordi che gli ritornarono in mente e le gambe che intrapresero un tremolio, una danza tutta loro dovuta dal panico. Meccanicamente prese la mano di Louis, lui, il suo fidanzato era la sua ancora alla felicità e intorno a lui c'era uno dei motivi di quella gioia, ma non riusciva comunque a calmarsi a quello che vedeva e udiva.
Semplicemente non poteva stare lì come se nulla fosse, non poteva sopportare le voci e la vista del signor Russel accompagnato da quello che da cinque anni era suo figlio adottivo: Gerry Gilbert o Gerry Russel, dipende dai punti di vista.
Non poteva e non ce la faceva a vedere che c'era un nuovo Harry Styles. Un ragazzo magro, femminile e con i capelli lunghi e biondi: un'altra vittima.
Il respiro era intrappolato nella sua gola, i suoi polmoni dolevano perché il riccio aveva smesso di respirare; sentiva il sudore freddo del terrore sulla fronte, sui polsi e aveva capito che stava per avere un attacco di panico.
Sapeva di star tenendo la mano a Louis in un luogo pubblico.
Sapeva che i suoi amici lo fissavano preoccupati e allarmati.
Sapeva che i suoi amici gli stavano parlando, magari sussurrandogli parole dolci e gentili che avrebbe amato, ma lui non le sentiva. Sentiva solo quell'orribile fischio acuto rimbombargli nelle orecchie e nel cervello. Sentiva la paura del passato e di tutto quello che gli era stato fatto crescere come un mostro nel suo petto.

All'amore non si può comandareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora