Capitolo 21

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Pov's Taehyung

Avevo aiutato Jimin a sistemarsi, lasciando poi un bacio sulla sua fronte. Non ero minimamente preoccupato del fatto che Jungkook ci avesse sentiti. Jimin però era in imbarazzo, tanto che non voleva uscire dalla cucina.

-Jiminie, smettila di dire cazzate e esci. Insomma, non è la prima volta che mi sente mentre faccio questo genere di cose-
-Si, ma non con me! Ha sentito me, mentre facevo quei-quei versi imbarazzanti!- piagnucolò, portandosi le mani tra i capelli. Sospirai e misi le mie sui suoi fianchi, guardandolo.

-Sai che Jungkook non ti giudicherà per questo. Nessuno lo farebbe. Capita possa succedere, non per questo devi rintanarti un una cucina, insomma. Avanti, usciamo da qui, tra poco arriva mio padre. Dovresti conoscerlo, no? Anche lui è parte della famiglia, alla fine- forzai un sorriso, strofinando il naso al suo.

Ancora mi domandavo da dove uscisse tutta quella dolcezza nei miei modi di fare. Mai mi era capitato, ma mi veniva di farlo un automatico, senza che neanche me ne rendessi conto. Ah Jimin, mi aveva fottuto completamente il cervello.

Alla fine, tra una lamentela e un'altra, riuscii a convincerlo ad uscire da lì dentro. Tenni così la sua mano, facendo intrecciare le nostre dita, e andai verso la porta della cucina, aprendola. Seduto sul divano, c'era Jungkook, con in mano il suo telefono, che si voltò a guardarci. Sorrise, notando le nostre mani unite.

-Piccioncini~- miagolò, alzandosi poi dal divano per avvicinarsi a noi.
-Zitto moccioso, non commentare- sbuffai, avvicinando Jimin maggiormente a me, portando stavolta un braccio attorno alle sue spalle, giocando con qualche ciocca dei suoi capelli. Nel mentre Jungkook aveva arricciato il naso, intenerito probabilmente dall'espressione imbarazzata di Jimin, che stava cercando di staccarsi da me.

-Allora, quando arriva il vecchio?- lasciai così in pace Jimin, andandomi a poggiare contro lo schienale del divano, guardando il più piccolo. Guardò l'ora sul cellulare, pensieroso.
-Vediamo... In teoria tra una decina di minuti- serrai la mascella, distogliendo lo sguardo. Ne avrei fatto volentieri a meno.

-Dai Tae, almeno per questa volta, fai il bravo- Jungkook si avvicinò a me, poggiando il mento sulla mia spalla.
-Sai che papà ci vuole bene-
-Oh si, lo ha dimostrato proprio bene, in questi anni- spazientito, mi allontanai da andando verso le scale per poter tornare nella mia stanza. Proprio mentre stavo per salire il primo gradino, sentii la porta aprirsi.

-AH SIAMO IN RITARDO! NAMJOON, NON GUIDERAI MAI PIÙ LA MIA MACCHINA!- Seokjin era appena entrato dalla porta di caso, a quanto potei constatare, e mi voltai a guardarlo. Rosso in viso, probabilmente innervosito, stava togliendo in fretta e in furia la sua giacca, lanciandola verso l'appendiabiti, con un Namjoon, al suo seguito, totalmente dispiaciuto.
-Dai amore, non l'ho fatto apposta... Insomma, stavo solo cercando di mettere bene lo specchietto e me lo sono ritrovato in mano- mi trattenni dal ridere, portando una mano davanti alla bocca e mi guardai attorno.

Jungkook era scoppiato a ridere, invece, portandosi un braccio attorno alla pancia, piegato in due. Voltai lo sguardo su Jimin, che stava ridacchiando anche lui. Subito mi sentii meglio. Questa era la famiglia di cui avevo bisogno, loro lo erano sempre stati. Mio padre era diventato uno sconosciuto di punto in bianco.

-Lasciamo stare! Aish, potevi deciderti di romperlo un altro giorno, almeno non facevamo tardi! Guarda te. Ah, Jiminie~- lo vidi avvicinarsi a Jimin, stringendolo a sé. Li guardai, con un sopracciglio alzato, sentendo una sensazione di fastidio addosso.
-Yah, a me non saluti?! Che stronzo!- Jungkook si avvicinò al maggiore, dandogli uno schiaffo sulla spalla.
-Mi sono trovato questo batuffolino davanti e non ho resistito. Ciao piccolo mio- ridacchiò lui, staccandosi da Jimin per poter stringere Jungkook, questa volta.

Light •VMin• (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora