Camminavano in silenzio.
T/n non era emozionata.
Al contrario, era lì solo per un motivo.
Il suo era un modo di pensare davvero strano."Ma hai un cuore?" le domandavano i suoi compagni delle medie
Lei li ignorava. Perché avrebbe dovuto prestare attenzione a delle voci inutili? Se lei avesse risposto, avrebbe provocato una serie di reazioni a catena che non sarebbe mai stata capace di sopportare.
Del resto...erano solo corpi viventi dotati di una voce, di un cervello e di una coscienza.
La voce era un suono che T/n non sopportava.
Sillabe, lettere , parole. Se fossero vere, se fossero dettate dal cuore avrebbe preso in considerazione l'idea di starle a sentire.
Ma era tutto falso.
L'umanità era falsa.
Però lei non attribuiva nessuna colpa agli esseri umani.
Coloro che animano il mondo con sentimenti negativi, con bugie...erano le maledizioni.
E lei ne sapeva molto.
Ma non per una questione di giustizia .
E nemmeno per 'fare la cosa giusta'Era un concetto molto più profondo che non starò a spiegare...
c'è una lunga storia che vi aspetta.
Un grande edificio si stanziava davanti a lei e a fare da sfondo era un sole quasi del tutto tramontato.
Sembrava che niente potesse rovinare quella quiete.
T/n seguiva il preside.
Nessuno pronunciava parola.Il silenzio è migliore di tante parole insignificanti...non ti provoca dolore
Il preside era inquieto.
Era abituato a urla e risate, tipiche di alcuni suoi conoscenti, che presto sarebbero entrati nella vita di T/n.
"É stato sfiancante il viaggio?" domandò lui tentando di conversare
"Non direi" rispose semplicemente T/N
"Ora ti mostrerò il dormitorio. È un problema se la tua stanza è vicina a quella dei tuoi prossimi compagni?"chiese lui
"No...basta solo che non facciano tanto rumore" disse T/n
A un certo punto T/N si ferma a contemplare gli alti alberi che decorano il paesaggio.
"È davvero un istituto degno di nota" affermò all'improvviso
"Non che ce ne siano molt-"
"La scuola di Kyoto è già venuta qui?"
Il preside, sorpreso, le risponde:" Sì, l'anno scorso"
"Lui sta bene?"
L'uomo sapeva a chi si riferiva ma non pronunciò il suo nome :" sì, direi che se la cava"
"Bene"
Intanto erano arrivati al dormitorio.
Pochi minuti dopo T/n era stesa sul morbido letto, ormai esausta.
Sapeva a cosa andava incontro ma era così stanca...decise di concedersi qualche minuto per riposarsi.
"Promettimelo, T/n."
"Te lo prometto nonna"
"Brava, bambina mia . L'ho cucito con le mie stesse mani. È un tessuto raro, perciò non perderlo mai. Ti sembrerà gelido ma ti abituerai. Ecco, provalo"
Prende tra le mani i guanti che la nonna le sta porgendo e li mette.
Un brivido percorre la sua schiena.
*Possono essere dei guanti così freddi?* si chiese T/n
"Allora?"
"Grazie nonna" le sorride T/N
"SEI LA VERGOGNA DELLA NOSTRA FAMIGLIA. COME HAI POTUTO UCCIDERLO? Tu..." Si avvicina in preda all'ira "tu non metterai più piede in questa casa"
La scruta, la osserva.
Quegli occhi infuocati che la penetrano dentro. Leggono la sua paura.
"Io...non volevo" risponde T/n
Il suo viso era in quel momento una pianura gelida, percorsa da fiumi di lacrime .
"TU HAI TROPPI SEGRETI CON NOI. PERCHÈ INDOSSI QUEI GUANTI?" disse la madre togliendoli con forza
T/n guardava il pavimento.
Sorride...quella macchia.
C'è ancora .T/n alza il viso
"Madre , padre vi devo raccon-"ma viene subito interrotta .
I suoi genitori la prendono per le mani e gridano...urlano "VÀ VIA DA QUESTA CASA"
T/n non poteva fare più niente.
In quel momento entra la nonna nel cortile.
Subito un'espressione sorpresa dipinge il suo volto.
"T/n..."
Le palpebre si alzano mostrando a T/n il soffitto della camera.
*Non può andare avanti così*
Non pianse.
Di lacrime...non ce n'erano più.
Si alza e si dirige verso l'armadio.
Lo apre .Eccola lì.
La sua divisa.
Si prepara e la indossa.
Esce dalla sua stanza, assicurandosi di averla chiusa a chiave, e si incammina verso l'esteso cortile dell'Istituto.
Il preside la sta aspettando.
"La stanza va benissimo. Grazie"
"Non devi ringraziare. Non perdiamo tempo, devi incominciare subito.
Ma prima...devo presentarti" disse l'uomo, togliendosi gli occhiali."A chi?" domandò T/n sorpresa ma per niente intimorita.
"Ai tuoi futuri compagni...con i quali affronterai diverse missioni"
T/n sperò che non fossero tipi rumorosi.
Le sue speranze erano vaghe e a dimostrarlo furono delle risate.
" Megumi devo mostrarti il mio nuovo poster di Jennifer Lawrence. È spettacolare"
"Itadori sei ossessionato da quella donna? Non capisco cosa ci veda in lei. E comunque, dov'è Gojo-sensei?"
Ad un certo punto comparve una terza voce
"CHE C'È KUGISAKI? SENTIVI LA MANCANZA DEL TUO MAESTRO PREFERITO?"
"NON DICA SCIOCCHEZZE, GOJO-SENSEI"
"si può sapere da dove è spuntato fuori? La stavamo cercando"
T/n pensò che l'ultima voce appartenesse ad una persona con la quale sarebbe andata d'accordo.
Le voci provenivano da una porta chiusa.
Dopo pochi secondi viene aperta.
T/n non andava particolarmente d'accordo con le presentazioni così iniziò a pensare a cosa avrebbe potuto dire...
senza accorgersi che davanti a lei si allungarono quattro ombre.
Improvvisamente, il suo orecchio percepisce un respiro e una voce molto vicina.
"Benvenuta all'Istituto delle arti occulte. Tu devi essere T/n-chan, vero?"
Al prossimo capitolo 🤸🏼♀️🤸🏼♀️🐧
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~ Gojo x Reader ~
FanfictionUna leggera brezza le sfiora i capelli...le cicale invadono il suo silenzio e tentano di fermarla. "Non andare ...una volta superata quella porta, non potrai più tornare indietro" Non poteva sentirli. Non voleva sentirli. Le gambe si fermano. Gli oc...