Capitolo 9: thunder storm

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I giorni successivi non furono semplici, ma mai quanto il primo.
Quella stessa sera non avevo chiuso occhio, e il giorno dopo ero così stanco che riconobbi a stento i miei compagni, ma fui assolutamente certo dell'assenza di Kacchan, che fu prolungata ad un paio di giorni.
Al terzo iniziai a pensare che fosse un incoerente, cioè, aveva fatto la ramanzina a me giusto qualche giorno prima, dall'alto del suo formidabile ed "irraggiungibile" piedistallo di diamanti e poi si comportava precisamente allo stesso modo? Saltando la scuola per evitare di affrontare certe situazioni?
Il quarto giorno, un venerdì, ero sicuro che non si sarebbe presentato a scuola neanche in quell'occasione, ma infrangendo tutte le mie aspettative, solcò la soglia della porta dell'aula di fianco a Kirishima. Lo osservai, potevo permettermelo, in fondo stavo andando avanti, si, però questo non mi vietava di sbirciare indietro ogni tanto, no?
Camminava guardando un punto fuori fuoco davanti a sé, fisico slanciato, asciutto, i muscoli della mascella tirati nel palese tentativo di trattenere una risata per orgoglio a probabilmente una delle battute di Kirishima per la quale Denki, dietro di loro, già rideva.
Provai definitivamente qualcosa, e non era positiva.
Fastidio, un profondo fastidio al centro del cuore, che si propagava fino allo sterno e proseguiva attraverso la bocca dello stomaco ramificandosi fra i vari vasi sanguigni. Forse se mi fossi impegnato almeno un minimo avrei notato che non era nient'altro che stupida e malsana gelosia, quasi possessività nei confronti di un rapporto che non avevamo mai avuto, né avremmo mai avuto, quindi sostanzialmente qualcosa che non c'era mai effettivamente stato. Potremmo riassumere il tutto in un semplice sentimento di desiderio, anzi un bel milkshake di gelosia, irrazionalità, follia e infine desiderio a litri. Che poi a dirla tutta non mi sembrava che con me non ridesse così, né che fosse così rilassato e a su agio. Finii per concordare con le mie stesse convinzioni e ancora una volta mi ricordai che eravamo troppo diversi.
Ma non smettevo di sentirmi così... frustrato e anche un po' triste e arrabbiato per nessun motivo razionale. Volevo dimenticare quelle maledette emozioni e avevo cercato su internet qualunque cosa perché questo diventasse possibile nel minor tempo possibile ma sfortunatamente l'unico elemento capace di guarirmi sarebbe stato proprio il dannato tempo, che non avevo.
Oppure rimpiazzare un'ossessione con un'altra, ma non mi sembrava una cosa troppo sana da fare quindi l'avevo considerato il piano di emergenza del piano B, ovvero l'ultima ancora di salvezza.

Mi costrinsi a comportarmi come niente fosse tutto il giorno nonostante il mio corpo stesse bruciando frustrazione e producendo una specie di fumo cancerogeno all'interno del mio stesso corpo che mi appannava la vista ogni volta che quei due si ritrovavano un po' più vicini del normale. E lo so che è patetico, lo so, davvero, sono senza speranze, ma ero convinto che prima o poi sarei riuscito a domare anche quel lato di me.
Per provarlo a me stesso, quel giorno sarei andato a casa insieme agli altri, accettando di fare il corridoio e la scalinata del dormitorio insieme a lui.
E, spoiler, non successe nulla.
Non so cosa mi aspettassi, forse che mi sbattesse al muro e mi baciasse come solo lui sapeva fare, ovvero completamente fuori luogo e possiamo dire proprio alienato dall'intero contesto, ma non successe e la mia reazione fu divisa a metà. Da una parte, quella a cui era rimasto un briciolo di buonsenso, fui grato di quella distanza, di quel silenzio riempito solo dal rumore dei nostri passi e del respiro affannato per via delle numerose rampe di scale, quello stesso respiro che era stato sulla mia pelle e che aveva inumidito le mie labbra, quello stesso respiro che mischiato al mio riempiva puntualmente qualunque stanza in cui ci trovassimo, e se in aggiunta ci si mette quella scintilla di lava bollente che erano i suoi occhi, si otteneva un risultato forse non troppo legale.
Ecco, questa era la seconda parte di me, che nei momenti meno azzeccati prendeva il sopravvento senza avvertire, la stessa parte che avrebbe voluto rimanere incollato a lui almeno per un paio d'ore, giusto per ricordare in maniera vivida la sensazione che mi regalava il calore del suo corpo e il tocco dei suoi capelli stranamente morbidi, ma che quando non asciugava bene diventavano incredibilmente ruvidi.

Ti innamorerai di me ~ BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora